Capitolo 19

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"Eccoci qua." Afferma chiudendo la porta di casa dietro di sé.

"Finalmente a casa." Sospiro leggermente, felice di poter finalmente tornare a dormire in un letto vero e non in quello scomodo dell'ospedale.

"Cosa ne dici di portarla nella sua cameretta?" Propone. "Guarda, si è già addormentata." Prosegue abbassando lo sguardo sull'ovetto in cui è adagiata.

"Certo." Accetto, dopo aver abbassato lo sguardo su di lei a mia volta.

Lo seguo in silenzio al piano di sopra fino alla sua camera decorata mesi fa da entrambi, prima di quel lieto annuncio.

Delicatamente, prende il piccolo fagotto rosa tra le sue mani e la adagia nella culla sotto il mio sguardo.

Appoggia le braccia sul bordo per poi inserire la sua testa sopra, mentre con i suoi occhi che improvvisamente sembrano più azzurri e carichi di emozioni del solito, la osserva.

Mi avvicino a mia volta alla culla, abbandonando la mia posizione a braccia incrociate sullo soglia della camera e gli accarezzo le spalle coperte dalla camicia.

Restiamo entrambi in silenzio per un tempo indefinito, forse per paura di spezzare il momento magico che si è creato o semplicemente perché questo momento non ha bisogno di parole, semplicemente di essere vissuto.

"Vado a fare una docci." Annuncia mentre si mette in piedi e mi lascia un bacio sulla tempia, per poi scomparire nell'altra stanza.

Mi avvicino ancor di più alla culla e mi chino su di lei, fino quasi ad avere il suo viso a pochi centimetri di distanza ed esattamente come Federico pochi minuti fa.

Con il dito indice le accarezzo il viso, passando sull'orecchio e sulle piccole dita delle mani strette in due pugni, la patina bianca e oleosa che si trasferisce sui miei polpastrelli mentre massaggio centimetro per centimetro il corpo della mia bambina.

Avvicino di più il mio viso al suo e ascolto il ritmo del suo respiro misto al battito del suo cuore, cercando di imprimere ogni dettaglio nella mia mente e stupendomi ancora di come tanta perfezione si fosse sviluppata in un corpo pieno di difetti come il mio, eppure, continuando a guardarla, capisco che è accaduto.

Mi dirigo in camera con una sensazione di pace e euforia che mi ha invaso e si è impossessata di me, un piccolo sorriso stampato sul viso, che quando sposto lo sguardo sulla mia sinistra, precisamente sul letto, si allarga sempre più, sino a impossessarsi completamente della mia bocca.

Lentamente, con passi leggeri, mi avvicino, prendendo posto vicino a lui sul bordo e mentre lo guardo, non posso fare a meno di pensare di quanto lo trovi ogni volta più magnifico di quella precedente.

Gli scosto qualche ciocca di capelli dalla fronte e lo sento mugolare qualcosa di incomprensibile ad occhi chiusi, provocando la fuoriuscita di una leggera risata dalle mie labbra.

Continuo ad osservarlo, accarezzando con lo sguardo tutto il suo viso, scendendo dalla sua fronte fino alle guance rosee e le labbra schiuse, entrambe le braccia sotto il cuscino, stringendolo a sé, per poi risalire sui suoi occhi chiusi, dove le lunghe ciglia sembrano accarezzargli le gote.

Gli lascio un bacio sulla tempia ma che lui sembra percepire appena e mi dirigo verso il bagno.

Una volta dentro, chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino al lavandino, dove appoggio i gomiti sul bordo e fisso il mio riflesso nello specchio: non c'è più traccia della ragazza triste e spaventata che due anni fa, per sfuggire al dolore e alla sofferenza, prese il primo treno e scappò, lontano da tutti.

Quello che vedo ora è una donna, una madre e una moglie, che, forse, ce l'ha fatta.

Flashback.

"Più forte papà." Lo incito gridando.

"Così va bene?" Mi grida di rimando, dopo aver appoggiato entrambe le mani sul bordo dell'altalena su cui sono seduta, dando una forte spinta che mi fa volare più in alto.

Chiudo gli occhi, abbandonandomi alla sensazione di libertà che mi provoca il vento che mi sferza il viso.

"Tesoro non così forte, o rischierai di cadere!" Esclama mia madre, ma a malapena riesco a sentire la sua voce, con quello del vento che mi occupa la maggior parte delle orecchie.

In risposta, ignorando totalmente l'avvertimemto di mia madre, incito ancora mia volta mio padre a spingermi più forte.

Sento i capelli appiccicarsi alla faccia a causa del vento, ma non mi importa, è qui, in questo momento che mi sento davvero libera.
Sento che posso toccare il cielo con un dito e non posso chiedere di più.

Lascio le mani dalle corde su cui sono poggiate e le butto in avanti, ma in pochi secondi, senza quasi che riesca ad accorgermene, mi ritrovo con un lato del viso schiacciato sull'asfalto ruvido e un forte bruciore alla gamba.

Alzo di poco lo sguardo e mi ritrovo mia madre a pochi centimetri da me che mi aiuta ad alzarmi sino a farmi sedere, mentre con occhi attenti mi esamina le ferite riportate dalla caduta.

Estrae dalla sua borsa un pacchetto di fazzoletti e con uno mi pulisce il sangue che da entrambe le ginocchia scende giù, la mia bocca contratta in una smorfia per evitare di piangere sia per lo spavento, sia per il dolore.

"M-mamma." La chiamo balbettando.

I suoi occhi incrociano i miei pieni di lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro, e senza dire parola, mi avvicina a sé e mi cinge le spalle con le sue braccia, mentre con il viso nascosto nel suo petto, piango tutte le mie lacrime.

"Sssh, non è nulla." Sussurra cercando di rassicurarmi e quasi ci riesce, a giudicare dai miei respiri più regolari. "Ci sono io con te, andrà tutto bene." Mi stringe di nuovo, ed in questo momento, sono sicura che andrà tutto bene.

Fine flashback.

Mi sciacquo il viso con le poche gocce d'acqua rimaste su entrambe le mie mani e mi guardo allo specchio, il ricordo ancora vivo e indelebile dentro di me.

In questo momento più di altri, mi rendo davvero conto che lei non c'è e non ci sarà più, ma forse, un po' lo voglio anche io.

Angolo autrice:

Scusate per la mia assenza ma in questo giorni sono stata davvero occupata con lo studio, ma vi prometto che cercherò di impegnarmi a pubblicare i capitoli più spesso.
Nel frattempo, fatemi sapere qui nei commenti se volete, cosa ne pensate di questo, mi fa davvero piacere leggerli! ❤️

You seth my heart on fire || Federico Rossi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora