Capitolo 10

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"Ricordi ancora il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta?" Mi stringo di più a lui, una grande coperta a coprirci e il suo braccio che mi cinge le spalle.

"Come dimenticarlo. Avevi uno sguardo così perso e spaventato... Mi ha colpito subito."

"Quel giorno presi una decisione così avventata e pericolosa, che a pensarci a volte credo che sia stata una follia."

"Può anche essere stata una follia, ma ti ha portata da me."

Alzo lo sguardo dal suo petto e per un attimo incrocio i suoi occhi, per poi lasciargli un semplice bacio sulle labbra.

"Non potrò mai dimenticare quel giorno. Non potrò mai dimenticare l'esatto momento in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi e mi sono sentita a casa come mai in nessun posto prima di allora."

"Fin da subito ho sempre avuto l'istinto di proteggerti da tutto ciò che può farti del male." Mi stringe di più a sé. "Ma non sempre ci sono riuscito." Il suo sguardo si perde in un punto indefinito nella stanza, e sono sicura che nella sua mente, le immagini del giorno dell'incidente si stanno susseguendo una dietro l'altra.

"Ci sei sempre riuscito." Prendo la sua mano e la appoggio sulla mia pancia. "Adesso c'è qualcun'altro da proteggere."

Giulia.

Con un fiammifero accendo l'ultima candela sulla tavola apparecchiata con tanta cura.

Spengo la luce e faccio un passo indietro, guardando soddisfatta il mio lavoro.

Benjamin a quest'ora sarà sicuramente uscito dal ristorante, e calcolando il tempo che impiega per arrivare fino a casa, tra dieci minuti sarà qui.

Prendo un profondo respiro per rilassarmi, mentre le immagini del suo volto stupito quando gli darò la grande notizia scorrono veloci nella mia mente.

Gli angoli della mia bocca si curvano in un sorriso involontario e a malapena sento il telefono squillare.

Impiego un po' di tempo per cercarlo, fino a quando non lo trovo appoggiato sul bancone della cucina vicino al libro di ricette che ho precedentemente utilizzato.

Scorro il dito sullo schermo e lo appoggio all'orecchio, riconoscendo all'istante la voce dall'altra parte.

"Ehi amore."

"Ehi. Che cosa succede?"

"Nulla, solo stasera c'è un po' di gente e farò tardi."

"Oh. Non fa nulla amore, stai tranquillo." Cerco di mascherare la delusione nella voce ma con scarsi risultati.

"Tutto bene? Ti sento un po' strana."

"Sì, tutto bene."

"D'accordo. Adesso devo andare. Ci vediamo più tardi."

"A più tardi."

Stacco la chiamata e con uno sguardo pieno di tristezza dò un'occhiata alla tavola imbandita, pensando alla sorpresa preparata con molta cura ma fallita.

Benjamin.

Sparecchio l'ennesimo tavolo della serata dai piatti sporchi lasciati da qualche famiglia che ha deciso di passare una serata diversa dalle altre e di venire qui a cena con i loro bambini, a giudicare da qualche macchia di ketchup sulla tovaglia e un piatto di pasta mangiato solo per metà.

You seth my heart on fire || Federico Rossi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora