Capitolo 11

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3 mesi dopo.

Soffici fiocchi di neve cadono dal cielo in una danza quasi incantevole, posandosi poi a terra, formando un soffice manto bianco.

Immersa nei miei pensieri, fisso le fiamme davanti a me di varie sfumature di rosso, divorare pezzi di legno fino a ridurli in cenere, mentre da una tazza finemente decorata sorseggio un The ai frutti di bosco.

Prendo un altro sorso del liquido fumante che dalla lingua mi scende giù per la gola, accendendo come un fuoco lungo il suo tragitto.

Vuoto la tazza e la appoggio sul tavolino, quando un rumore improvviso simile a uno schianto proveniente dalle scale mi fa sussultare, ma proprio nel momento in cui sto per alzarmi per controllare la fonte del rumore, fa il suo ingresso nel soggiorno un Federico con alcune scatole tra le braccia.

Rilasso le spalle dal sollievo, rendendomi conto soltanto ora di essere stata tesa tutto il tempo e corro ad aiutarlo, prendendo lo scatolo in cima agli altri che gli copre buona parte della visuale.

"Questi sono tutti, non ce ne sono altri." Annuncia poggiando il restante su altri cartoni sparsi in un angolo sul pavimento. "Che ne dici di iniziare? Si prospetta un lavoro abbastanza lungo." Prosegue.

"Certo!" Esclamo. "Da dove iniziamo?"

"Credo che prima dovremmo iniziare questo." Con un cenno del capo indica il cartone più grande non troppo distante da noi. "Iniziamo a montare la struttura dell'albero, poi aggiungiamo i rami e infine le decorazioni."

"D'accordo."

"Qui ci penso io, non voglio che ti sforzi troppo." Afferma dopo aver notato la mia vicinanza alla scatola. "Se vuoi nel frattempo puoi scegliere le decorazioni da mettere."

"Buona idea." Sorrido, non potendone fare a meno davanti alla sua preoccupazione.

Libero dall'involucro di plastica protettivo le decorazioni e le dispongo sul tavolo, scegliendo le più adatte per i colori presenti in casa.

Dopo una grande indecisione, opto per delle decorazioni rosse con dettagli dorati.

"L'albero è pronto, bisogna solo addobbarlo."

"Ho già scelto cosa mettere. Che cosa ne dici?" Le indico con un cenno della mano.

"Oh, certo. Vanno benissimo."

Per il resto del pomeriggio non facciamo altro che addobbare l'albero e la casa, trovandolo più divertente di quanto sembri.

A fine lavoro, sento le gambe pesanti e la schiena dolorante, ma la gioia che leggo nei suoi occhi, di questo primo Natale insieme, supera la stanchezza e tutta la fatica di un pomeriggio.

"Accendo le luci, così vediamo il risultato finale."

Appena accende il piccolo pulsante, quasi come per magia, milioni di piccole luci si accendono contemporaneamente, dandogli un aspetto completamente diverso e gettando ombre scure sui muri.

Ogni dettaglio risalta sempre di più e non posso che rimanere a bocca aperta davanti a quello spettacolo.

"Ti piace?" Mi sussurra all'orecchio appoggiando le mani sui miei fianchi.

"Molto." Alzo di poco lo sguardo per incontrarlo con il suo.

Appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, godendomi ogni istante di questo momento in cui sembriamo esserci solo noi due.

"Resterei così per sempre." Sussurro.

Non appena finisco di pronunciare queste parole, sento qualcosa nella pancia colpirmi dall'interno, e mi accorgo che è il nostro bambino a dimostrare la sua presenza in questo momento.

Sorridiamo entrambi, colti dall'emozione di questo momento, e non posso fare a meno di pensare alla voglia che questo momento duri per sempre.

Ascoltate "Kid in Love" di Shawn.

La neve continua a scendere dal cielo e mi punge le guance già arrossate dal freddo.

Mi stringo di più nel mio cappotto grigio cercando un minimo di calore ma senza successo, i piedi che affondando a ogni passo nella neve morbida mentre a fatica mi spingo verso lo studio ginecologico.

Sarà l'ennesima visita di controllo, ma questa visita determinerà se aspetto un bambino o una bambina.

Spingo in avanti il grande portone di ferro ed entro dentro, dove una grande ondata di aria calda ci investe.

Mi sfilo il cappotto ricoperto di neve e con mano leggermente tremante lo poggio sulla sedia alla mia destra, seguito poi dalla sciarpa, anch'essa ricoperta di neve.

Sento l'ansia crescere ogni secondo che passa, mentre fisso la porta bianca davanti a me, dove tra qualche minuto entrerò è tutto ciò finirà.

"Sei agitata?" Il suono della sua voce mi riporta alla realtà ed è solo in questo momento che mi accorgo che la mia ansia mi ha portato a torturarmi le mani. Senza dire parola, mi limito a guardarlo con sguardo preoccupato. A sua volta non dice nulla, ma si limita a intrecciare la mia mano nella sua e a sussurrarmi nell'orecchio: "Andrà tutto bene."

Queste semplici parole sembrano calmarmi all'istante, e ripetendole nella mia testa, riesco ad attraversare quella porta senza essere divorata dall'ansia.

Mi stendo sullo scomodo lettino medico e chiudo gli occhi, respirando profondamente e concentrata a restare calma, quasi non mi accorgo del gel freddo sulla mia pancia e della rotellina che con movimenti circolari si muove su di essa.

Dopo un po' sento quella rotellina fermarsi, e quello che viene dopo è un silenzio quasi soffocante che mi costringe ad aprire gli occhi, pensando improvvisamente al peggio.

Giro lo sguardo dall'altra parte, e quando i miei occhi incrociano quelli di mio marito, ciò che leggo mi emoziona più di mille parole.

"È una femmina." Annuncia sorridente.

Una lacrima sfugge al suo controllo e prontamente la asciugo con il pollice, intrecciando poi la mia mano con la sua e in questo momento posso giurare di non aver mai provato emozione più bella di questa.

Grazie per le 21k visualizzazioni, siete fantastici 💕

You seth my heart on fire || Federico Rossi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora