Cassie era sdraiata con la testa sul suo petto. Era una bella sensazione averla al suo fianco e dovette ammettere a sé stesso che tutta quell'attesa era stata in un certo senso ripagata.
– Che cosa abbiamo fatto? – mormorò lei.
Nate sorrise – Pensavo lo avessi capito – rispose sarcastico.
Per tutta risposta lei gli diede una leggera gomitata sullo stomaco – Sai cosa intendo... Il solo stare vicini potrebbe scatenare una catastrofe. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere dopo questo...
Rimase in silenzio per qualche secondo. Si era già pentita di quello che avevano fatto?
– Non mi sono pentita – disse lei spostandosi e guardandolo negli occhi.
– Hai imparato a entrare nella mia testa? – chiese preoccupato.
– No, ma immaginavo che lo avresti pensato – si spostò delicatamente, tirandosi su le coperte – Non mi sono pentita, neanche un po'. Non immagini quanto ho aspettato questo momento... – disse con un sorrisetto – Ho solo paura che alla fine quella dannata maledizione sia vera e che pagheremo le conseguenze...
– Le conseguenze per cosa? Per esserci amati? Per aver condiviso un momento tanto speciale?
– Capisco come ti senti Nate! Però se fosse vero...
– Se fosse vero?
Rimase in silenzio per un po' e si sdraiò nuovamente sul letto sospirando – Dobbiamo pensare a cosa fare nel caso in cui fosse vero, tutto qua..
– Che cosa vuoi dire? – Quel discorso lo stava facendo innervosire. Stava annullando tutta la felicità che aveva provato un momento prima e stava lasciando il posto alla malinconia che aveva oppresso il suo cuore e la sua mente per tutti quei mesi.
– Non possiamo stare vicini, andare in missione insieme, mangiare allo stesso tavolo, dormire quasi nella stessa stanza... – Nate la guardò meglio. Aveva gli occhi lucidi e le tremava il labbro. Erano poche le volte in cui l'aveva vista piangere e tutte le volte faceva sempre più male.
– Cassie... – le mise una mano sulla guancia e lei gli sorrise nonostante la disperazione.
– Ho deciso una cosa in questi giorni – disse piano – Me ne andrò.
– Cosa?!
– Se fosse vero, andrò via da qua. Via da New York, via da Holding...
– Perché? – chiede disperato.
La sua mano iniziò a bagnarsi con le lacrime di Cassie – È la cosa giusta da fare, Nate. Anche tu sei andato via quando hai capito che c'era qualcosa che non andava...
– Sono andato via per cercare delle risposte e sono tornato quando le ho trovate.
– Forse avresti fatto meglio a non tornare – ribatté secca.
Non era seria, Nathan lo capì subito. Il suo era solo un modo per farsi odiare, per fare in modo che lui se la prendesse con lei e avesse dei ripensamenti. Pessimo tentativo, pensò, adesso sapeva come funzionavano le cose.
– Non ti lascerò andare.
– E invece lo farai. Ti renderai conto anche tu che è la cosa giusta da fare!
Si fece più vicino e posò anche l'altra mano sulla sua guancia – Scappa pure, ma io ti troverò. Ti seguirò fino in capo al mondo se sarà necessario – lei lo guardava con occhi spalancati – Non posso stare senza te... – disse infine.
Cassie sorrise e lo baciò. Un bacio tenero, proprio come quello che gli aveva dato quando si trovavano nella loro stanza a casa di Robert.
– E questo per cosa? – chiese.
– Perché non si sa mai cosa potrebbe succedere...
La guardò con la coda dell'occhio – Sei molto pessimista Cassandra Winkler!
Risero entrambi. Era una bella sensazione stare lì e godersi quei momenti in sua compagnia, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Fuori era quasi l'alba ma che importava? Il giorno dopo non dovevano lavorare, Morgan aveva dato a entrambi un giorno di riposo. Chissà se aveva immaginato quello che era successo. No, pensò, era molto improbabile.
– Nate?
– Uhm? – Era stanco. Gli occhi iniziavano a chiudersi soli.
– Che cosa facciamo se invece la maledizione non è vera?
Nate sorrise. C'erano tante cose che avrebbero potuto fare in quel caso. La prima era senza dubbio recuperare il tempo perso a struggersi per le conseguenze che avrebbe portata la loro vicinanza.
– Hey sei ancora sveglio? – gli chiese girandosi nella sua direzione.
Nate la guardò negli occhi e si rese conto che era la prima volta che la vedeva così tranquilla. Le prese una mano da sotto le coperte e intrecciò le dita alle sue – Se tutto questo non fosse vero, vivremo la nostra vita. Insieme – Per un momento lei lo guardò perplessa ma poi sorrise – Non ti lasciò andare mai più.
– Ah no? – rispose lei con un sorriso enorme stampato in volto.
Lui scosse la testa e chiuse gli occhi – Ti amo troppo per potermi allontanare da te un'altra volta.

Quando si svegliò, Nate non era più al suo fianco. Per qualche secondo ebbe la sensazione di aver immaginato tutto ma quando vide il suo vestito per terra e la camicia di Nate ai piedi del letto, capì che era successo tutto veramente.
Si coprì il volto con le coperte. Ancora non ci credeva che la notte precedente si erano spinti così oltre, senza pensare alle possibili conseguenze.
Poi le venne un dubbio: e se lui fosse sgattaiolato via per evitare di parlarne? Se si fosse pentito?
Quella mattina, poco prima che il sole sorgesse, le aveva detto che l'amava. Non aveva fatto in tempo a rispondere perché lui si era già addormentato, ma si ripromise che lo avrebbe fatto il mattino seguente.
Ora che Nate non era più al suo fianco, però, ci aveva un po' ripensato. Forse avevano sbagliato, non avrebbero dovuto fare una cosa del genere. E forse era per questo che lui si era pentito.
Sentì dei passi in corridoio e la porta della stanza si aprì. Cassie scostò un po' le coperte, il minimo indispensabile per guardare di chi si trattava.
Nate era in piedi, davanti alla porta. Non indossava nulla a parte un paio di boxer. Cassie non potè fare a meno di soffermarsi sul suo fisico scolpito. E dovette sicuramente arrossire quando lui le aveva sorriso.
– Buongiorno – disse posando il vassoio ai piedi del letto. Le andò in contro e, non sapendo cosa fare, rimase immobile. Nate le diede un leggero bacio sulle labbra e Cassie si stupì di quanta tutta questa dolcezza la stava compiacendo. Quando Nate notò la sua espressione confusa, si rabbuiò – Qualcosa non va?
– No affatto...
– Ti vedo perplessa. Ti sei per caso pentita di...
– No assolutamente! – disse con un po' troppo entusiasmo. Riprese il controllo. Con lui poteva anche evitare di fingere, ma era meglio mantenere un certo contegno – Pensavo che tu ti fossi pentito.. Stamattina mi sono svegliata e non ti ho trovato qua quindi...
– Ho preparato la colazione – disse con una punta di imbarazzo nella voce. Ebbe la sensazione che anche lui si sentiva un po' vulnerabile quando stava con lei e questa cosa un po' le piaceva.
– E tu vai in giro per casa così? Cosa avresti detto a Ethan se ti avesse visto? Non pensi che si sarebbe fatto delle domande?
– Ethan non ha dormito qua stanotte – disse con un sorrisetto.
– Cosa? Ne sei sicuro?
– Il suo letto è rimasto nello stesso modo in cui lo ha lasciato prima di venire alla tua festa e non c'è il suo smoking nell'armadio.
– Hai frugato nelle sue cose? Non è una cosa carina! – lo rimproverò.
Nate alzò le spalle – Volevo solo avere la certezza che fosse rimasto con la sua amica.
– Si chiama Taylor – sottolineò.
– Te l'ha presentata? – disse un po' offeso.
– Si, a te no?
Nate scosse la testa. Poi la guardò negli occhi – Ho sentito che l'altra giorno ti ha detto cosa prova per te...
Cassie notò la sua tensione e, di conseguenza, s'irrigidì un po' anche lei – Quello che provava – precisò.
– Non puoi smettere di amare una persona da un momento all'altro...
– Evidentemente non mi amava – disse lei.
– E Daniel? Cosa prova Daniel per te?
Cassie rimase in silenzio. Sapeva di piacere a Daniel, ma sapeva anche che lui non la stava aiutando solo per questo – Siamo amici.
– Amici? – ripeté lui – Ed è per questo che vi siete baciati? Che avete fatto la passeggiata nel bosco di notte?
– Ancora con questa storia?
La magia della notte precedente sembrava quasi svanita.
– Tu sapevi che ero la, hai capito che stavo soffrendo nel vederti insieme a lui – fece una breve pausa – Ma lo hai baciato ugualmente.
Cassie non sapeva cosa dire. Si, aveva percepito la sua presenza, ma non era riuscita a staccarsi da Daniel. Sembrava sotto effetto di un incantesimo.
Improvvisamente le balenò una strana idea per la mente: e se fosse davvero un incantesimo? Ripensò anche a quando aveva visto George uscire dall'ufficio di Morgan, anche quello era stato un trucchetto.
Daniel non la stava aiutando, pensò, la stava solo mettendo in trappola.
– Cassie? Va tutto bene?
Riportò la mente a dove si trovava e si rese conto che stava sudando e il suo respiro si era fatto molto più pesante.
– Devo dirti una cosa importante.
Nate la guardò – Devo preoccuparmi?
Si, certo che doveva preoccuparsi. Si era fidata della persona sbagliata, la stessa che aveva salvato da una pena tutt'altro che leggera – Vedi, il fatto è che...
Le suonò il telefono. Inizialmente voleva ignorarlo ma la stava distraendo troppo quindi decise di rispondere.
Le sembrò strano che Ethan la stava chiamando, soprattutto dopo che aveva passato la notte con Taylor.
– Ethan? – Dall'altro capo del telefono, sentì la voce di un'Ethan parecchio agitato – Calmati e parla lentamente altrimenti non capisco! – Il ragazzo fece come gli era stato chiesto e quando Cassie capì, chiuse subito la telefonata – Stiamo arrivando – Rimase con il cellulare in mano per qualche secondo.
– Che cosa è successo ? – chiese Nate preoccupato.
Cassie lo guardò – Hanno rapito Taylor.

La Cacciatrice Ibrida 2Where stories live. Discover now