Capitolo 14: Finzione

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«Volevo solo usufuire della tua disponibilità!» si giustifica, stringendo la sua presa sul mio braccio mentre attraversiamo la strada. Se non altro, il fatto che non voglia farmi morire spiaccicata sotto una macchina è già un passo avanti.

«Sì, certo, come no... Disponibilità un cavolo. Sotto costrizione, che razza di disponibilità potrà mai essere?» lo riprendo io, meravigliandomi al limite delle possibilità e chiedendomi quanto ancora questa litigata è destinata a perdurare.

Nel mentre, alzo una buona volta lo sguardo dai miei piedi, notando con immenso piacere che finalmente siamo arrivati all'aeroporto. La porta che conduce alla zona degli arrivi è a pochi metri di distanza da noi.

In dieci secondi siamo dentro, inglobati nell'atmosfera affrettata e indifferente della gente che ci avvolge.

Ho il fiatone, mi sudano le ascelle, mi fanno malissimo i piedi, sono stanca, ho una gran fame e sto per cadere da un momento all'altro. Però, insomma... Almeno siamo arrivati.

«Bene» è l'unica parola che esce dalla bocca del mio finto fidanzato per un giorno, non appena ci ritroviamo davanti ai tabelloni con gli orari esatti degli arrivi.

«Eh?» sbuffo io, confusa.

«Il volo atterra alle 11.38 esatte, il loro arrivo ha subito un ritardo di mezz'ora. E noi, grazie al cielo, siamo ancora in tempo» spiega affrettato, ingranando subito la marcia del suo passo super fast e dirigendosi nella zona adibita agli arrivi, ossia dove coloro che sbarcheranno a Tokyo verranno o meno accolti dai loro amici e parenti.

Ci posizioniamo in attesa dietro le sbarre di sicurezza; io appoggio i gomiti sul ferro e chino la testa, tentando di riprendere fiato.

«Su con la testa, Lee Yoonji» Mingyu subito mi riprende, posizionandomi indice e pollice sotto il mento.

Aish, ma che palle...!

Prevedo già che ha intenzione di ubriacarmi con un bel discorsetto, visto che ieri non ha avuto il tempo di spiegarmi le cose a modo.

«Tu sei Lee Yoonji e fai parte di un gruppo coreano che è ancora in fase di debutto, però fai la trainee da quando avevi 14 anni» comincia, tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi nel stilare la mia nuova - in parte - identità.

«Però, se i tuoi si informano di più su questo presunto gruppo, capiranno sicuramente che si tratta di una balla» osservo, da brava maestrina.

Avrei potuto non dirgli niente e lasciarlo agire secondo il suo "super piano", ma come al solito il mio senso solidale l'ha avuta vinta. Aish!

«Ai miei non interessa di che gruppo tu faccia parte, basta che ti fingi sicurissima di te e gli dici che sei famosa, e loro ti crederanno. Non sono poi così interessati al kpop, ma gli basta sapere che sei famosa» mi risponde tranquillamente Mingyu, facendo spallucce.

«Il vero problema è cercare di essere il più convincente possibile, capisci cosa voglio dire? Se ti chiedono come ci siamo conosciuti o perchè ci amiamo profondamente o... cose così, insomma, tu devi mostrarti veramente innamorata di me. Non importa il resto, d'accordo? E, se proprio non hai la più pallida idea di che fare, scema come sei, segui a me. Ti manderò dei segnali per farti capire come comportarti a modo» continua a spiegarmi, prendendosi la libertà di posarmi entrambe le mani sulle spalle e di fissarmi a lungo.

Rabbrividisco dall'inquietudine, annuendo poco convinta.

«Non sono sicura al cento per cento di poterci riuscire come vuoi tu, ma... stai pur certo che proverò a fare del mio meglio. Ti seguirò in ogni tua mossa» biascico, facendo il segno del fighting per sembrargli convicente, ma invano.

13 Boys, 1 Heart ❥SEVENTEENWhere stories live. Discover now