Capitolo 12: Scoperta

492 40 9
                                    

«Avanti, su. Stenditi» ordino a quello stronzetto di Mingyu dopo aver spento le luci della camera, accasciandolo, anzi, buttandolo bruscamente sul suo letto e asciugandomi subito dopo tutto il sudore in fronte.

Diamine, dire che ho sudato sette camicie sarebbe un eufemismo.

E averlo fatto per uno che non solo non avrà un minimo di riconoscenza nei miei confronti, ma che addirittura continuerà a sfottermi più di prima, mi innervosisce non poco.

Poi però lo osservo attentamente da capo a piedi, nella penombra, mentre si contorce su se stesso a letto portandosi le mani alla pancia.

Non c'è che dire, ridotto in questo stato un po' di pena me la fa. E, stranamente, ora che ci rifletto, penso proprio di avergli salvato il culo da una situazione difficile, visto che se il manager l'avesse trovato così gliela avrebbe sicuramente fatta pagare in qualche modo.

Chissà però perché l'avrò fatto? Pietà? Compassione? O forse semplicemente perché sono una persona gentile che si sente in dovere di aiutare anche le persone più subdole di questo mondo?

Sì, forse la ragione è proprio questa, e a volte non so cosa darei per essere più cattiva, in casi estremi. Ma proprio non ci riesco.

«Ahi... Ahi... Sento f-freddo...» continua a lamentarsi Mingyu, questa volta rigirandosi senza sosta sul suo materasso e tentando inutilmente di infilarsi sotto le coperte che sono schiacciate sotto al suo stesso corpo.

Questo qui mi farà impazzire. Mai più una cosa del genere, mai più.

Maledicendomi a morte per la mia eccesiva bontà d'animo, mi allungo allora fino al mio letto prendendo l'unica coperta su di esso e, digrignando i denti, la cedo al mio rivale, che se la stringe al petto con un sorrisone da imbecille dipinto in volto.

Adesso è tutto come desidera, mister principino? O vuole anche un caffè?

«Aish, dannazione... Sarà meglio che vada a dormire, per sbollire un po' la rabbia» parlo fra me e me a bassa voce, scuotendo la testa per scacciarmi dalla mente immagine di un Mingyu rintronato dall'alcool.

Purtroppo però, neanche il tempo di alzare un piede verso la scala, che sento afferrarmi debolmente il polso.

Sbuffo.

«E adesso che c'è? Non ti basta che ti abbia ceduto pure le mie coperte?» dico scocciata, scuotendo il braccio inutilmente per cercare di liberarmi dalle grinfie di Mingyu, che a quanto pare ha una presa abbastanza forte anche da malato.

«Vernon... Resta qui finché non mi addormento» mi sussurra poi, continuando a stringere la presa.

Spalanco gli occhi nell'udire queste parole. Che cosa ha appena detto?

«Perché dovrei?» gli domando allora, non dopo aver scacciato uno strano verso di sorpresa mista a disgusto.

Tra l'altro, il fatto che stia continuando a chiamarmi "Vernon" fin da prima mi porta a pensare che... Quella bevutina deve avergli proprio fatto male.

E a questo punto posso solo sperare che non capirà che in realtà sono Dino, altrimenti qui le cose si metteranno assai male. Sarà un tremendo disagio per entrambi. Anzi, per me specialmente.

«A-assistimi almeno per stanotte, sto... sto molto male, amico. Mi sono preso... una bella sbronza» biascica Mingyu, una voce così profonda che non gli avevo mai sentito fare prima d'ora.

13 Boys, 1 Heart ❥SEVENTEENWhere stories live. Discover now