Capitolo 4: Trasformazione

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Dopo una settimana passata troppo velocemente per i miei gusti, è finalmente - o purtroppo - ed inevitabilmente giunto il momento della partenza.

E dire che sono passati solamente pochissimi giorni, che mi sono proprio volati, fra le mattinate e i pomeriggi trascorsi a frequentare gli ultimi giorni di scuola e le serate a ripassare con mio fratello i volti e i caratteri di tutti i membri dei Seventeen.

Grattandomi nervosamente la zazzera nera di capelli cortissimi e lamentandomi per il prurito della fascia intorno al seno che sono stata costretta a mettere, aspetto che l'autista del taxi dentro al quale sto attendendo il grande momento arrivi a destinazione davanti all'aeroporto.

Si partirà per Tokyo verso sera, ma ora è soltanto pomeriggio.

Arrivata a destinazione, pago quanto dovuto e mi dirigo a passi lenti verso l'aeroporto non tanto distante.

Mentre cammino respiro profondamente per calmarmi e tasto continuamente la tasca anteriore dei pantaloni larghi che sto indossando, per assicurarmi che il taccuino rimanga al suo posto.

Quel taccuino sarà la mia ancora di salvezza per questo mese in cui dovrò fingere di essere mio fratello Lee Chan.

Dentro ci sono scritte tutte le informazioni possibili e immaginabili che mi ha dato mio fratello su come devo comportarmi e cosa devo fare.

L'altro giorno continuavo a dimenticarmi sempre tutto, quindi trascrivere gli ammonimenti su un taccuino era l'unico modo.

È tutto perfettamente scritto dalla A alla Z, insieme a tante altre cose quali "ogni quanto farsi la doccia e lavarsi i denti", ma durante il viaggio non è proprio il caso di tirarlo fuori, visto che devo incontrarmi con questi ragazzi fra pochi minuti e trascorrere con loro i prossimi giorni.

"Sii il più maschile possibile, cammina a gambe larghe e parla con una voce piuttosto grave. Stai alla larga da Mingyu, Vernon e S. Coups, e stringi di più con quelli più gentili. Tu sei Lee Chan: non ti piace dormire, ami lo sport e soprattuto il basket anche se sei piuttosto basso, ti piace studiare la trigonometria, giocare ai videogames, e hai una passione e un talento innati per il canto e soprattutto per il ballo."

I moniti che mio fratello mi ha detto prima di salutarlo definitivamente rimbombano nella mia testa, e io cerco di ripetermeli mentalmente, caso mai me li dimenticassi durante il viaggio verso Tokyo e anche durante la nostra permanenza lì.

Sono nervosissima perché so che mi dimenticherò sicuramente la metà delle cose non appena dovrò avere a che fare coi ragazzi, quindi questo taccuino non dovrò perderlo per nulla al mondo.

Inoltre questo enorme cerotto al naso prude, e non poco.

Ho dovuto ovviamente fingere di essere stata operata, quindi dovrò tenermelo addosso per circa una settimana. Ma questo direi che è il minore dei mali.

Una volta addentratami all'interno dell'edificio, dopo aver varcato la mega hall principale, vago con gli occhi per tutta la visuale dell'aeroporto, e finalmente vedo due figure, per così dire, "familiari".

Secondo le foto mostratemi da mio fratello milioni di volte per farmi imparare i volti e i nomi, quelli dovrebbero essere Hoshi e The8.

Sii naturale.

Faccio un respiro profondo e mi dirigo a passo svelto verso di loro, che mi fanno già un cenno con la mano, abbinato ad un simpatico sorriso.

È il mio primo approccio con loro vestita da maschio, devo essere convincente. Ne va della carriera di mio fratello.

13 Boys, 1 Heart ❥SEVENTEENWhere stories live. Discover now