Capitolo 14: Finzione

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Non ho mai fatto l'attrice in tutta la mia breve vita da normalissima sedicenne, né ci avrei mai particolarmente tenuto a farlo.

Invece, in così pochi giorni, mi sono ritrovata a dovermi fingere mio fratello gemello e allo stesso tempo una idol femmina coreana fidanzata con quello stronzetto di Mingyu. E tutto questo ovviamente contro il mio volere.

La giornata di ieri sembrava non finire più, in quanto, da dopo colazione fino all'ora di andare a letto, non ho fatto altro che pensare a come sarebbe andata la giornata successiva, cioè oggi.

Ma, nonostante le assidue prove di canto e ballo e nemmeno un attimo libero per riprendere fiato, eccomi qui a dover affrontare questa giornata che, chissà, forse sarà davvero d'aiuto a Mingyu, anche se continuo a dubitarne fortemente da quando mi ha proposto - anzi, ordinato - di prendere parte al suo piano.

Ne sto dubitando specialmente adesso, mentre osservo con un misto di divertimento e di disgusto alcune ciocche della lunga parrucca rossa che sono stata costretta ad indossare. Per non parlare dei chili di trucco con cui mi sono dovuta impiastricciare la faccia e queste scarpe col tacco che, aish, mi stanno facendo salire gli insulti più improbabili!

Ora sono di nuovo donna, okay, e mi fa uno strano effetto, ma più che altro la cosa più assurda è che proprio non ci so fare con l'eleganza!

«Se sei davvero sicuro che, così come sono conciata, i tuoi non dubiteranno di niente, allora poi non dare la colpa a me» sbraito, mentre sono praticamente aggrappata al suo braccio nel tentativo di non fare capitomboli sfasciacervello. Per quel poco di cervello che ancora mi resta, ci tengo ancora a tenermelo ben saldo.

Sbuffo numerose volte. La sua camminata nervosa e rapida non mi aggrada affatto, ancor meno in questa metropoli giapponese abnorme, piena di gente, traffico e smog.

Sì, sono parecchio irascibile oggi, a cominciare da quando Mingyu a colazione, dopo aver chiesto al manager il permesso di dirigersi all'aeroporto con un taxi accompagnato da me, mi ha dovuto far poi cambiare i vestiti e farmi truccare in un bagno pubblico. Cioè, che schifo!

Già che non so fare, ma dovermi addirittura truccare in luoghi squallidi come un bagno pubblico non rientrava decisamente nella mia lista di cose da fare prima di morire!

«Zitta e cammina, siamo in ritardissimo!» urla lui, strattonandomi forte e facendomi inciampare. Dopodiché continua imperterrito a camminare, senza neanche aiutarmi, questo stronzo!

«Yah! Mica è colpa mia se il taxi andava così piano e se tu sei voluto scendere nel bel mezzo della corsa!» gli grido in risposta, alzandomi e cercando di aggiustarmi questa dannatissima scarpa col tacco il prima possibile.

«Aish... È normale che andasse piano, se c'è troppo traffico!» sbuffa lui, poi alza le mani al cielo, perdendo definitivamente la pazienza e continuando ad andare veloce come un treno.

«E allora potevamo prenderlo prima!» esclamo, accelerando il passo, scansando di malavoglia alcune persone e riuscendo ad affiancarlo nuovamente in pochi secondi.

«Sei tu che ci hai messo tre ore per truccarti! Ma che razza di donna sei?!» sbraita Mingyu, squadrandomi dall'alto al basso in quel modo sempre così carico di disprezzo.

«Sei tu che hai voluto che lo facessi, quindi non lamentarti!» gli rinfaccio, incrociando le braccia e abbozzando un'espressione compiaciuta nel pregustare già come reagirà.

Ma come al solito, Mingyu è Mingyu, e se non ha l'ultima parola non può stare in pace con il mondo, altrimenti non è più lui, no?

13 Boys, 1 Heart ❥SEVENTEENWhere stories live. Discover now