17 -Gotta get out

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Il campo era tappezzato di cose rosse blu e bianche, bandiere e altre cose molto americane. Indovinate un po' che giorno è?
Capito?
Va bhe, per voi che fanno schifo negli indovinelli come me, è il 4 Luglio.
Per chi non fosse americano, vi spiego un pò come funziona da queste parti.
Durante l'anno passiamo attraverso molte festività: Natale, Pasqua, Halloween, il proprio compleanno e onomastico, la festa di ogni santi, e potrei continuare all'infinito questa lista, eppure, se siete americani, niente è più importante del 4 Luglio. Il patriottismo americano credo sia il più forte nel mondo, qua se non sei patriottico sei da bruciare. Ma daltronde chi non ama l'America? Ad ogni modo, in questa data gli americani si divertono a festeggiare l'anniversario dell'indipendenza americana in modo sfarzoso ed esagerato. Parate per le strade, persone vestite in modo a dir poco ridicolo, anche poveri cani vestiti e truccati, insomma, per festeggiare basta prendere un qualsiasi oggetto, persona, animale e colorarlo di bianco rosso e blu.
Iragazzi del campo si muovevano tutti a velocità raddoppiata oggi (oppure ero io a velocità dimezzata, dipende da punti di vista), la mia mente è bloccata al pomeriggio che io e Luke abbiamo trascorso un paio di giorni fa, non mi era mai capitato di sentirmi così bene. Raccontargli tutto è stata la cosa migliore che avessi mai potuto fare, anche se è stato strano. Non mi sono mai aperto con nessuno in questo modo. In ogni caso stasera sarà l'occasione giusta per passare un po' di tempo con lui, la nostra "relazione" al momento si basa su qualche bacio scambiato di fretta e pomiciate in bagno. Non il massimo insomma. In realtà non abbiamo nemmeno mai discusso sulla questione del "che cosa siamo ora?" ma a me va bene così com'è.
"Hey Mike, vieni a fare finta di dare una mano con le decorazioni con noi?" Calum era in piedi a qualche metro da me, stamattina io ero uscito stranamente presto per sistemare delle...cose.
"Non ne ho molta voglia." Hood alzò leggermente gli occhi al cielo.
"Guarda che c'è anche Luke."
"Bastava dirlo subito, pf." Mi alzai mentre il mio amico mi diede una pacca sulla spalla ridacchiando.
"Ti sono venuto a chiamare perché non volevo lasciarlo solo mentre rimorchio qualcuna."
"Ashton?"
"Alcuni bambini l'hanno preso in ostaggio, ora è incastrato a fare le bandierine da appendere con loro." Risi immaginandomi Irwin circondato da bambini e ricoperto di glitter e adesivi.
"A chi tocca oggi?"
"Stavo pensando a Tiffany, la mora della capanna sette."
"Non l'hai abbordata due giorni fa lei?"
"No, quella era Stella, capanna diciotto."
"Forse dovresti darti una calmata amico, sai..." Calum piantò i piedi a terra e mi guardo irritato.
"Non è che ora che hai il fidanzatino dobbiamo essere tutti dannatamente felici e innamorati,eh!" risposa acidamente ad alta voce.
"Abbassa la tua stracazzo di voce, Hood. E non intendevo quello, solo...non credo sia una cosa carina cambiare letteralmente ragazza ogni sera." lui sbuffò sonoramente e tornò a camminare a testa bassa.
"Ho detto qualcoaa si sbagliato, Cal?" Si, un animo da gay sensibile ce l'avavo anche io. Nascosto. Ma c'era.
"È solo che...lascia stare. Solo cazzate."
"Parla e non fare il cretino."
"Fino a circa sei mesi fa ero fidanzato, si chiamava Elisabeth. Niente di nuovo, semplicemente mi ha tradito con tutta la scuola, professori compresi. Dopo la rottura credo di essere diventato una specie di troia."
"Si, si, la mia troietta preferita." Ridacchiai.
"Credevo fosse Hemmings quella."



L'ultima parola dell'inno americano fu pronunciata, urla e applausi generali si alzarono infastidendomi. Eravamo tutti (ala A e ala B del campo)  riuniti vicino il lago per festeggiare. Il sole era calato da un pezzo, saranno state quasi le dieci di sera. Io, Luke e i ragazzi eravamo dietro a tutti in disparte, pronti a firarcela appena eravamo giunti al limite della sopportazione, nel mio caso esattamente ora.
"Luke." il biondo si voltò verso di me con sguardo complice.
"Andiamo?"
"Decisamente." il biondo mi prese la mano con discrezione, tirandomi nella direzione delle capanne, ma io lo bloccai tirandolo dal lato opposto.
"Non ho intenzione di passare il quattro luglio dentro una capanna."
"E allora dove?"
"Ho preparato qualcosa." Sorridemmo insieme, la stressa sua stretta sulla mia mano si allentò, lasciandosi trascinare all'interno dell'oscurità del buio, fino ad arrivare difronte "il nostro posto". Definire un edificio abbandonato il nostro posto è abbastanza triste, ma ci farò l'abitudine.
"Vuoi giocare dinuovo a nascondino negli armadietti, Michael?"
"Zitto e sali, scemo." Mi allungai lasciandogli un bacio veloce sulle labbra, lasciandolo andare avanti.
"È tutta opera tua questa?" disse fermo sulla soglia della terrazza.
"Certo che lo è."
"Vorrei essermi fidato di te molto prima."
"Si dice "ogni cosa a suo tempo", no?" sorrisi e gli afferrai la mano trascinandolo sul telo verde scuro steso ler terra, usato a mo' di coperta da picnic.
"Grazie, Michael."
"Di cosa?"
"Di esserti innamorato di me."
"Grazie, Luke."
"Di cosa?"
"Di avermi fatto innamorare di te."






Insecure;Muke [COMPLETA]Where stories live. Discover now