Aveva appena confessato a Cassie che si era innamorato di lei e che era consapevole del fatto che non ci sarebbe potuto essere nulla tra loro e non si sentiva affatto triste. Al contrario, era felice di essersi tolto questo peso.
Era da tempo che voleva parlarne con Nate, approfondire il discorso. Aveva deciso che, una volta sistemate le cose, lo avrebbe detto prima a lui e poi a lei. Poi le cose avevano preso una piega diverse e il suo piano era andato in fumo.
Da un lato era grato a Nate per avergli servito l'occasione su un piatto d'argento. Adesso lui stava bene, si era finalmente liberato di un peso e Cassie non era sembrata affatto arrabbiata, forse solo un po' dispiaciuta.
Sperava davvero con tutto il cuore che la maledizione non esistesse, aveva bisogno che non fosse vera. Non poteva accettare il fatto che suo fratello amasse una donna che lo avrebbe portato alla morte come non poteva accettare il fatto che la ragazza di cui si era innamorata sarebbe potuta morire a causa di suo fratello.
– Sei in ritardo! Ti aspetto quaggiù da più di venti minuti!
– Ho parlato con Cassie.
Morgan cambiò espressione – Come sta? L'hanno trattata bene vero?
– Sta bene, non preoccuparti.
Morgan annuì ma sembrava pensieroso – Allora, dove ci aspetta il tuo hacker?
– Innanzi tutto non è il mio hacker e poi ha un nome.
– E sarebbe?
– Ty.
– Ty? – ripetè Morgan – E io dovrei fidarmi di uno con un nome così strambo?
Alzò gli occhi al cielo. Anche se era diverso da suo nonno, ogni tanto tirava fuori il suo lato da nobile scettico e arrogante. Ma era fatto così e Ethan stava iniziando a farci l'abitudine.
– Manca ancora tanto?
– Siamo arrivati.
Morgan si guardò intorno – Dobbiamo incontrare il tuo amico in un comune caffè?
– Cammina e non lamentarti.
Era agitato. Non vedeva e non sentiva Ty da almeno due anni. Non sapeva neanche se fosse dentro quel caffè, la sera prima non aveva ricevuto nessuna risposta al messaggio ma aveva comunque deciso di andare all'appuntamento.
Entrarono e Ethan scandagliò le persone all'interno del caffè. Si soffermo su di una in particolare e, quando questa alzò la testa e lo guardò con aria interrogativa, capì che forse non era stata una buona idea.
Ignorò le sue sensazioni e camminò in direzione del tavolo.
– Morgan, ti presento Ty.

La conversazione con Ethan l'aveva un po' scossa ma da una parte era felice del fatto che lui gliene aveva parlato. Non aveva senso continuare a far finta di nulla, soprattutto adesso che anche lui sapeva della maledizione che legava lei e Nathan.
Sotto la doccia non aveva fatto altro che pensare alle parole di Daniel. Era stato troppo enigmatico ma aveva comunque deciso di fidarsi di lui nella speranza che non si trattasse di una trappola.
Il fatto che ci fosse qualcuno che voleva farla fuori non faceva altro che alimentare la speranza che quello che provava per Nate era autentico e che non aveva nulla a che fare con il sortilegio di uno stregone offeso.
A pensarci, la storia della maledizione aveva troppe contraddizioni per sembrare autentica e anche questa cosa le faceva pensare che forse non esisteva o non era esattamente come le aveva raccontato Nathan. A quel punto le cose erano due: si era informato male oppure le aveva mentito. Considerando come si era comportato, il fatto che era sparito senza dare spiegazioni, che aveva scoperto della maledizione e aveva fatto ricerche senza dirle nulla e che aveva addirittura contattato suo padre, non poteva fare altro che considerare la seconda opzione. Si era sempre fidata di Nate ma da quando erano successe tutte quelle cose stava iniziando un po' titubare della sua lealtà.
Prima di accusarlo di essere un bugiardo, però, doveva fare delle ricerche.
Si ammirò per qualche secondo allo specchio. Non si guardava attentamente da parecchio tempo, tanto che quasi non si riconobbe. Gli occhi erano un po' spenti e aveva le occhiaie. Il viso sembrava anche un po' più scarnato e quasi invecchiato.
Uscì dal bagno e quasi le prese un colpo quando vide Nate sdraiato su un fianco. – Finalmente – disse in tono inspiegabilmente calmo.
– Chi ti ha dato il permesso di entrare?
Alzò le spalle – Questa è anche casa mia.
Quell'arroganza le faceva saltare i nervi ogni volta – Vai via.
– Dobbiamo parlare – disse lui mettendosi a sedere.
– Ci siamo detti tutto l'altra notte.
Nate fece un mezzo sorriso – Non mi hai detto chiaramente quello che pensi.
– A me non risulta – ripensò a quello che gli aveva detto e, anche se si sentiva ancora terribilmente in colpa, non si era del tutto pentito di avergli detto quelle cose.
– Siamo stati maledetti, non possiamo stare vicini perché ci potrebbe capitare qualcosa di brutto. Tu non mi ami, io non ti amo. Cos'altro c'è da dire?
Nate si alzò di colpo e le andò incontro – Io non ho mai detto che non ti amo!
Quella vicinanza le provocò una stretta allo stomaco. Era inutile, per quanto cercasse di stargli lontana, di non provare quello che provava, alla fine cedeva sempre. Averlo la, a pochi centimetri da lei, le faceva solo venire voglia di baciarlo, di farsi stringere da quelle braccia che l'avevano portata via da quella stanza degli orrori quando stava quasi morendo.
– Vai via Nathan, per favore... – disse con un fil di voce. Tutti quei ricordi la facevano stare male. Riguardavano il passato, il presente era del tutto diverso.
– Non posso – rispose lui mantenendo il suo stesso tono basso – Dove vai tu vado anch'io.
L'aveva detto con un tono quasi dolce e per qualche secondo Cassie credette che si trattasse davvero di una sua decisione. Pensava che forse anche lui non credeva molto alla maledizione, che voleva starle accanto a prescindere, ma poi tornò alla realtà e, anche se non le piaceva affatto quello che stava pensando, sorrise.
– Robert ti ha detto di starmi vicino, non è vero? – A giudicare da come la guardava, Cassie capì che non si era sbagliata – Lui non sa nulla di tutta questa storia, altrimenti ti direbbe di starmi lontano. Di correre via da qua prima che sia troppo tardi.
– E' già troppo tardi – disse lui guardandola negli occhi – Ho firmato un contratto con Morgan. Adesso sono di sua proprietà.
Era scioccata – Quando è successo?
– La notte che ti abbiamo riportata qua.
– E perché non ne sapevo nulla?
– Non pensavo ti sarebbe interessato... – disse quasi annoiato.
Si appoggiò alla parete e lo guardò. Lui sembrava totalmente impassibile ma concentrandosi Cassie riuscì a percepire il suo nervosismo. Non solo riusciva a sentire quanto battesse forte il suo cuore, era capace di vedere il sangue pulsare sulla vena del collo.
– Perché lo hai fatto?
– Prova a indovinare – rispose con un mezzo sorriso.
– Sicuramente non per me – disse lei prendendo la borsa sul letto – Devo andare.
Lui le bloccò il polso e lo strinse forte. Sembrava furioso e per un breve istante ebbe quasi paura di lui. Allentò un po' la presa e l'attirò a sé – Io tengo a te, Cassie – Erano così vicini che riusciva a sentire il calore del suo alito.
Si guardarono negli occhi per qualche istante e poi lui si protese verso lei. Stava per baciarla. Aspettava questo momento da così tanto tempo e sarebbe dovuta saltare dalla gioia, ma tutto quello che provava era una forte angoscia.
Si scostò e tentò di allontanarsi. Fece appena in tempo a guardare la sua espressione delusa, poi lui le lasciò andare il polso e indietreggiò di qualche passo.
– Ho delle cose da fare – disse piano. Lui annuì ma la sua mente era altrove – Credo che farò tardi – Nate annuì nuovamente e indietreggiò ancora un po'. Si sentì in colpa e cercò di andargli incontro – Nathan io...
– Vai – disse piano.
– Fammi spiegare.
– Vai via.
Se gli sguardi avessero potuto ferire, probabilmente lei si sarebbe ritrovata per terra morente.
Prese la borsa e, senza mai guardarsi indietro, uscì di casa e prese l'ascensore. Estrasse la chiave dalla tasca dei jeans e la girò nella toppa.
Doveva indagare sullo stregone Nicholas e sul sortilegio che aveva fatto alla sua famiglia. Non potevano continuare a vivere così, con la costante paura di stare accanto, obbligati a reprimere i loro sentimenti, solo perché avevano paura di causare danni a sé stessi e alle persone a loro care. 

La Cacciatrice Ibrida 2Where stories live. Discover now