Memo 9 - Dentro la polvere

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N.d.A.: Questo racconto è dedicato indistintamente a tutte le vittime, insieme ai loro parenti e ai loro amici, del terremoto del 23/08/2016 avvenuto nelle province di Rieti ed Ascoli-Piceno nel centro Italia. Un ringraziamento speciale a coloro che stanno offrendo una qualsiasi forma d'aiuto.

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Una sera tale e quale a molte altre. La Luna alta nel cielo. Il Sole già corso fuori dalla sua dimora azzurra. Le stelle tremolanti sulla piccola città. Tante sentinelle a proteggerla. A difendere loro tre. Una singola famiglia tra altre migliaia e migliaia non diverse dalla loro. La luce della loro cucina, calda ed accogliente. Tutto come sempre. Nulla di diverso. La gioia dell'amore.

"Che vuoi mangiare stasera, Blu?" gli chiede Carlo ai fornelli.

Il figlio, tentando di arrampicarsi dalla sua modesta altezza su una sedia di legno, ci pensa.

"Pasta al sugo, papà!" afferma guardando entrambi i suoi papà.

"Ci metto qualcuno di questi?" domanda Dante ancora una volta al suo bambino, scuotendo una vaschetta sigillata di cubetti di pancetta affumicata.

Il bimbo annuisce distogliendo la sua attenzione dalla televisione accesa con l'audio ridotto ad un sussurro. I colori dei cartoni animati schizzano variopinti sulle pareti bianche non colpite dalla giallezza della lampadina sul tavolo.

I due genitori, contenti della ripetitiva e monotona quotidianità che il loro ruolo impone, si mettono all'opera per preparare la cena in breve, prima di raggiungere la notte fonda.

"Pronta!" dicono Dante e Carlo all'unisono dopo un quarto d'ora, sorridendosi a vicenda.

Lasciano la cucina, spegnendo i fornelli, e raggiungono il piccolo Blu al tavolo del soggiorno costituito nella stessa stanza. Tra parole di gentilezza ed altre usate per paura che qualcosa sia fuori posto, mangiano di gusto e ridono per le guance e le sottili labbra sporche del piccolo di casa. Gliele ripuliscono con dei fazzoletti di carta bianca. Ogni cosa procede nella normalità a cui sono abituati da pochi mesi a questa parte. In tutto questo tempo non hanno mai smesso di guardare il loro unico ed inimitabile figlio con occhi meravigliati e totalmente stupefatti per il dono immenso che hanno ricevuto.

"Hai sonno?" Dante guarda il bimbo posare delicatamente il bicchiere di latte da poco vuotato e sbadigliare, mostrando le sue due file scomposte di dentini bianchi.

"Sì, è tardi" ricorda al padre, indicando l'orologio, sembrando perfino più diligentemente dei suoi genitori.

Si sistemano tutti per passare la notte tranquillamente come sempre. Le luci si spengono. Il silenzio e il buio cadono ancora di più sulle loro stanze, diventando quasi del tutto aderenti alla cittadina tra le montagne in cui abitano.

"Dove vai tu, ometto?" Carlo e Dante, ognuno con il braccio dell'altro attorno alla propria spalla, guardano la personcina decisamente più bassa di loro sorpassarli oltre l'uscio della loro camera da letto.

"Voglio dormire con voi" ammette Blu, guardandoli con le gambe incrociate sul loro materasso a due piazze fasciato da lenzuola pulite e candide.

In risposta i due alzano gli occhi al cielo, fingendo di dover sopportare una seccatura che per loro non lo è affatto. Acconsentono, rassicurando il loro bambino del fatto che nel buio non si nasconde nessuna cosa malvagia.

Passata da poco la mezzanotte, i due papà sono ancora svegli, abbracciati insieme al corpicino tra di loro. Non riescono a non guardare e ad ammirare la sua bellezza innocente con uno sguardo di adorazione completa, come sotto l'effetto di una qualche droga stordente.

Memo - RaccontiWhere stories live. Discover now