Memo 7 - Dalle stelle al cuore

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Un ragazzo dagli occhi stanchi e spenti, perso, da solo, nella notte. Gli ultimi pensieri che rivolge al peso che sente ancora dentro prima di addormentarsi, come d'abitudine quotidiana. Riguarda dai tetti ogni notte le stelle che risplendono nel cielo.

Sono immutate. Sono sempre lì, sempre le stesse. A fissarci. C'è chi dice che ci proteggano, c'è chi pensa che si prendano solo gioco di noi e chi crede che ognuna di esse ci appartenga e ci rappresenti uno per uno in ogni nostra parte. Questi pensano che ogni singola stella tremi per le nostre paure o che soffra per i nostri amori, ad esempio, e che possano controllarle per affrontare la vita, a volte però sono coperte da una coltre di nuvole o da un banco di nebbia fitta o semplicemente dalla nostra scarsa e insufficiente vista, che non riesce a vedere nell'infinita immensità che loro abitano. Ma tutto questo è impossibile comunque, perché, se tutte loro ci appartenessero davvero, non dovremmo essere così volubili nelle nostre esistenze, non dovremmo essere così suscettibili di cambiamento, ma lo siamo purtroppo, o per fortuna. Possiamo assumere diverse forme, possiamo indossare innumerevoli maschere, così da ingannare tanto gli altri quanto noi stessi. Ci basta un nulla per variare il nostro aspetto. Anche solo un accenno di barba lasciata crescere incontrollata, o una piccola luce negli occhi, possono farci sembrare diversi, migliori o peggiori. Ma sono queste inaspettate particolarità a far accendere la curiosità in tutti noi, che siamo sotto le stelle.

Questo succede quando guarda le stelle: immagina nella sua mente il loro ruolo all'interno dei tanti movimenti modificatori dell'universo.

Un lieve spostamento là fuori può scombussolarci la vita. Una nostra microscopica distrazione può causare disastri. Tutto è calcolato al millesimo, perfezionato fino allo sfinimento. Tutto è collegato con fili sottilissimi ed indistruttibili, dalle stelle che scorgiamo ai misteriosi e paurosi buchi neri. Potrebbe essere fatale, quindi, lasciare la barba leggermente incolta nell'universo perfetto che è il mio corpo. Potrebbe causare danni irreparabili nel mio tanto quanto in quelli di molti altri. Non siamo altro che universi ambulanti, studiati con estrema cura per funzionare sempre e comunque, malgrado i nostri interminabili difetti, come quello infinito che ci contiene dalla nascita di tutto, che ci ha visti sgorgare dal buio e che ci vedrà liquefare sotto la luce.

Quel peso dentro di lui diventa sempre più difficile da sostenere, da trasportare. È una palla al piede di cui si deve disfare al più presto. Ne va della sua vita. Peccato che questa palla abbia un nome, due braccia, due gambe ed un volto che continua a ripresentarsi in continuazione nella sua mente, come un tormento.

Se avverto nel mio corpo una rivoluzione, quando noto un nuovo disarmante particolare in te, non oso chiedermi ancora il perché. Il mio cuore ne morrebbe, irreparabilmente, cercando una vita migliore, meno impervia. Tu cerchi di ignorare perfino il mio più flebile sospiro pur di non permettere al mio nome di riecheggiare in te. Faresti di tutto, stai provando ogni mezzo, ma ti viene così naturale, spontaneo, mostrarti freddo ai miei nobili sentimenti e ridondante di calore nelle basse e povere emozioni: lo scherzo, la burla, la risata. Io avverto in me una rotazione totalmente opposta alla tua. Ci dirigiamo in direzioni avverse, contrarie. Come faremo a incontrarci prima o poi? Non potrò mai frenare tutti i miei più cari istinti d'amore, di devozione e di affetto per te, per relegarti in una banale relazione d'amicizia. Quella che ci può essere tra colleghi, compagni di banco o di abbeveramenti. La sento inadeguata, come azione, da parte mia, in seguito alla tua reazione. Ne avverto la semplicità e questa non regge affatto il confronto. Sarebbe impareggiabile anche solo intrattenere questo con te. Non credo potrei mai dire al mio cuore che non riceverà nulla, se non solo e soltanto questa banale complicità. Non posso dirgli che deve arrendersi e sottostare a queste assurde regole descritte da niente, se non dall'uomo, che ci ha messo secoli per imparare ad avere fede nella scienza, che ha impiegato stupidamente anni ed anni a tentare di remare contro odi assurdi. E forse ancora non è riuscito in nulla completamente.

Memo - RaccontiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon