Memo 8 - Tristemente sognando

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"Il cerchio si è infranto. Ha smesso di essere interminabile. Si è trasformato in una banale linea spezzata che ha un inizio ed una triste fine. Non è più un sogno. Non è più infinito. Ed è così che mi riconosco, in questa terminazione immonda, in questa melodia dolce e volante, ma al contempo tetra e piangente. La fine di un cerchio è l'ossimoro della vita."

Un musicale filo di fiato accompagnato dal rumore del vento, dal rumore della notte, dal rumore del camino acceso, rompe il silenzio. Una freccia improvvisa, inaspettata. Tutto sembrava un ridondante rumore, comparato alla voce calma e gentile di colui che lo abbracciava.

"Hai detto una cosa stupenda."

Una risposta lapidaria, banale, a dir poco, nella sua importanza.

"Se non ci fossi tu ad ascoltare ogni cosa che dico ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, come se ti potesse cambiare la giornata, l'esistenza, tutto ciò che uscirebbe dalla mia bocca sarebbe vano, inutile, non avrebbe più importanza di un guaito o di un urlo al mercato."

Le sue braccia non facilmente definibili come allenate, lo stringevano contro il suo corpo, il suo petto marcato dai colori, dalle forme e dagli odori maschili.

"Sono qui solo per questo. Non potrei davvero viverne senza."

Il suo profumo lo inebriava. Si sentiva appagato e a casa solo in quella posizione: la sua testa sulla sua spalla, la sua poca barba a solleticargli le costole, i piedi a sfregarsi tra loro attraverso i pesanti calzini bianchi.

"Non so neanche da dove mi escano. Davvero. Succede anche quando scrivo, rimango stupito anch'io dall'intelligenza e la saggezza che alcune delle mie frasi possono avere e dalla più completa inettitudine e stupidità che altrettante, di quelle che ogni giorno mi saltano dalla mente alla lingua o alla mano, possiedono."

"Vorrei parlare anch'io così. Ti viene naturale e spontaneo. Ti invidio. Questo non te l'ho mai negato, ma è solo uno dei tanti sentimenti che provo per te."

All'unisono, un profondo respiro. Dentro. Fuori. A pieni polmoni. L'aria calda dalle fiamme proiettate sui muri attorno al materasso denudato, come qualsiasi altra cosa in quella stanza.

"A te viene naturale usare il tuo corpo. Ti senti a tuo agio in esso. Non riesci ad odiare neanche un millimetro della tua pelle, dei tuoi nei, delle tue carni. Non vorresti mai cambiare dalla testa ai piedi e ritrovarti semplicemente ad essere un'altra persona agli occhi di tutti, ma non a quelli di chi davvero ti conosce dentro."

"Come te. Tu possiedi un'anima enorme e riesci a portare tutta la sua forza nel tuo corpo. Tu puoi anche trascurarlo, ma lo nutri, anche solo usandolo come una scatola di latta ammaccata per conservare qualcosa di prezioso."

"Anche tu hai un'anima piuttosto forte per tenere a bada un intero corpo con così tanta maestria. Io sento di avere dentro dei bottoni colorati. Forse dei fiocchi, dei nastri. I tasti di un piano. Quelle asticelle di legno collegate e disposte per creare un insieme unico ed inimitabile. Un meccanismo che racchiude in sé così tanto potenziale da poter essere manovrato solo da chi davvero lo comprende."

"Stai come sognando tristemente."

"Suppongo di sì, ma è una cosa comune, con questo nome il concetto è più facile da capire. Ognuno di noi sogna, in grande o in piccolo, ad occhi aperti o serrati, cose stupende o terrificanti, ma tutti noi anche tristemente sogniamo, ci lasciamo portare via da qualche pensiero negativo e su quelle ali ingrigite arriviamo ai più tetri presagi, ai lati malvagi degli eventi e delle persone. È tutta una questione di equilibri. Non si più rimanere chiusi dentro il pessimismo di un incubo. Non si può essere sempre completamente felici e soddisfatti."

"Funziona così o gli ingranaggi si romperebbero. Hai ragione. Hai sempre ragione."

Altri sospiri a riempire lo spazio lasciato in pasto ai suoni in eccesso, agli echi nell'oscurità.

"E chi ha smesso di credere ai sogni veri e puri, rimane preda di quelli tristi e solitari. In quelle persone l'equilibrio è spezzato e sono tagliati fuori dal resto della vita nel mondo. Rimangono chiusi in loro stessi, nelle loro previsioni infauste, nelle loro congetture segrete."

"Praticamente smettono di vivere. Hai quasi descritto la depressione. Secondo te chi si riduce così è perché ha smesso di credere ai sogni?"

"Sì, ma non sempre di loro spontanea volontà. La maggior parte delle volte c'è sempre qualcuno o qualcosa che ha interferito con i loro sogni, che li ha infranti, li ha resi inevitabilmente irrealizzabili. Così, per spiegare a loro stessi il motivo per cui i loro sogni, le loro speranze, non verranno mai realizzati, non vedranno mai la luce, smettono semplicemente di credere nella loro esistenza."

"Come una sorta di via di fuga in extremis. Mi sembra da vigliacchi, però."

"Ha perfettamente senso, invece. È come una fobia. Chi ha subito qualcosa dal contatto con qualcuno, ricevendo uno sfregio indelebile, rimarrà segnato a vita dalla paura che ciò possa accadere ancora, perciò fa di tutto per proteggere se stesso, diventando ad esempio schivo, asserragliandosi in casa o portando in ogni momento un paio di guanti. Credo sia lo stesso principio. Non vederla come una cosa semplice, che potrebbe accadere a chiunque se ricevesse la prima porta in faccia o se scartasse un regalo del tutto indesiderato. Devi vederla come l'accadimento di una cosa irreversibile e irreparabile, come quando una donna non ha più la possibilità di avere figli. Nulla è più come prima. Ti segna a vita."

"O a morte. Pensaci, una persona senza sogni cos'è? Un robot che funziona per dei movimenti meccanici interni preimpostati? Non è più un essere umano."

"Adesso l'hai detta tu una cosa intelligente. Credo che quello che rende gli esseri umani quello che sono sia proprio l'essere, l'avere un'anima, qualcosa in cui credere e per cui sognare."

"Se si smette di credere e di sognare, si smette di essere."

"E se si smette di essere, si muore."

"Potrà anche ridurti a un qualcosa di così infimo, ma se non si smette di sognare, alle volte è così bello tristemente sognare."

"Hai ragione. Hai sempre ragione anche tu. Non sminuirti. Mai. Chi riesce ad altalenare tra i sogni veri e quelli tristi, senza perdere l'equilibrio e senza farsi attrarre solo da uno dei due, può fare tutto. È un esemplare perfetto di essere umano."

"Questo vuol dire che noi due siamo due esemplari perfetti di esseri umani?"

"Malgrado ciò che chiunque penserebbe di noi, siamo perfetti nella nostra stranezza."

Chiuserogli occhi, le palpebre secche e irritate. Il fuoco andava scemando, riducendosia carboni ardenti, sotto una patina apparentemente innocua di cenere.   

Memo - RaccontiWhere stories live. Discover now