So take your gloves and get out

1.6K 193 530
                                    

Non voglio uscire nemmeno per colazione.
Non so nemmeno se voglio andare in pullman e rivederlo accanto a lei.
Rimarrò in camera. Solo.
Punto.

Ho pianto per tutta la notte.
Pete non è tornato.
Brendon è tornato alle tre.

- Frankie, ti ho visto correre via, non ti sentivi ben... - si è interrotto, chiudendosi la porta alle spalle, quando mi ha visto rannicchiato tra le coperte con gli occhi rossi, mentre tiravo su col naso.

- Tesoro, cos'è successo? - mi ha sorriso, debolmente, e poi è venuto sul bordo del mio letto, accarezzandomi la spalla.

Per tutta risposta sono scoppiato di nuovo a piangere.
Mi ha dato un biscotto, e il biscotto era fottutamente rosa, e ho riso, e poi l'ho mangiato e sono scoppiato a piangere di nuovo e a quel punto mi ha fatto sedere accanto a lui e mi ha abbracciato.
Mi ha ascoltato per tre ore e mezzo.
Dio.
Tre ore passate a parlare di lui, di me, di Susan, di Lindsey. Delle sue mani, dei nostri abbracci, dei nostri baci, delle nostre notti, di quanto è bello, di quanto è stronzo, di quanto mi ha fatto felice, di quanto mi ha fatto piangere.
Tutto questo.

- Beebo, non voglio tenere quello stupido cane - l'ultima cosa che ho detto, singhiozzando.
E poi mi sono addormentato.

E, cinque minuti, fa mi sono svegliato, nonostante non volessi farlo.
E sono andato in bagno. Anche se avrei voluto solo rimanere sdraiato e piangere. E ho vomitato, mi faceva male ogni cosa, ma soprattutto il cuore. E ho chiamato Brendon. E Brendon è arrivato. E mi sono rimesso a piangere. Mi ha fatto vestire, si è vestito anche lui e poi mi ha chiesto se volevo parlarne ancora, esattamente tre secondi fa.
E adesso sono sul letto di nuovo con lui e cerco di asciugarmi le lacrime ma non ci riesco perché poi piango di nuovo.

- Tesoro... è tutto okay, è solo una brutta puttana di seconda mano. Una brutta puttana nemmeno gay. Che schifo. Che schifo. Io basito, proprio. Come osa farti questo? Se lo vedo giuro che ti dò un attimo in custodia a Ry e lo riempio di Gucci, così se ne va al Creatore proprio come un procione schifoso, che è quello che è - Beebo mi stringe a sé, accarezzandomi le spalle, riesce quasi a farmi sorridere.

- È che... quello che... mi avevi detto, in pullman... io... io ero convinto di amarlo davvero... - singhiozzo, senza sosta, dopo aver riso per il procione.

- Ma certo che lo amavi, tesoro - mi dà un bacio amichevole sulla testa - Solo, lui non era degno di amare te. Una troietta così fantastica non è mica qualcosa per tutti, lo sai, vero? Tu sei di un livello stellare, Frankie, fiorellino. Lo puoi solo schiacciare con un piede, quel lurido scarafaggio incamiciato.

- Fiorellino? - domando, inarcando un sopracciglio e sorridendo tra le lacrime, di nuovo.
A volte un Brendon Urie è quello che ci vuole. Probabilmente è l'amico più fantastico che possiate avere, sia che ridiate che piangiate.

- Scusa, rosellina lo tengo per Ryan. Con te posso solo essere generico - fa spallucce, poi mi sorride, incoraggiante:

- Devi riprenderti. Quello stronzo deve vedere che non hai bisogno di un pirla come lui, capito? Deve capire quanto è testa di cazzo.

Silenzio.

- Brendon... - inizio, piano.

Sa esattamente cosa sto per dire, e infatti mi ferma:

- Ne abbiamo già parlato, Frank. Quel messaggio lo voleva inviare a lei. Altrimenti non sarebbe stato così libero di farle tutti quei complimenti, no? È lo stesso identico copione, capisci? Lo usa con tutti. È una troia. Ma non una troia di classe, tipo noi o Enzo, no, è una troia squallida e stupida. Nemmeno gaya. Bleah, bleah, bleah - fa una smorfietta disgustata.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora