Il bikini sexy fa centro

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Dopo un pranzo disgustoso (fatto di pasta integrale al formaggio e pollo che io non ho affatto mangiato, più una mela che ho racimolato da non so dove e che ho mangiato in camera, dopo averla lavata al lavandino) e un'oretta libera un po' a cazzo nelle nostre stanze, nella quale Pete è corso da Patrick per fargli fare il pisolino dopo pranzo (esatto, come i neonati) e Brendon ha voluto vedere a tutti i costi il mio costume e ha sclerato chiedendogli se glielo prestavo, qualche volta, ci sbattono di nuovo in spiaggia.

Io mi sono portato il mio costume supersexy più dei pantaloncini di ricambio, dal momento che le mutandine di quel coso fanno vedere troppo il mio gigantesco affare e penso che qualcuno potrebbe svenire o finire al pronto soccorso per overdose di autoerotismo dopo la splendida visione.
Questa volta, anziché andare sotto l'ombrellone con Ray, che in poche parole è mestruato perché Liza è mestruata, mi dirigo verso le cabine, che in genere vengono usate dalle ragazze, stando ben attento a farmi notare da Gerard, il quale mi fissa con un certo sospetto, ma poi lascia correre.
Sorrido, trionfante, entro nella cabina rimasta libera e comincio a cambiarmi, facendo una fatica boia ad allacciare il reggiseno.
Sul serio, è da anni che metto completini e ci metto sempre tre ore per agganciare quel coso.
Vi ammiro, ragazze.

Quando sono pronto, aspetto. Prima o poi qualche professore dovrà chiedersi dove io sia. Oggi qualcuno ha avuto la pessima idea di organizzare degli esercizi di nuoto e "giochi acquatici" divisi per classi. Quindi l'appello, che facciamo ogni giorno per vedere se qualcuno non si è trasferito in un hotel migliore o si è perso nei cento metri dall'albergo alla spiaggia, mostrerà chiaramente che io sono assente. E indovinate chi mi avrà visto e chi verrà a cercarmi, come responsabile della mia classe? Oh sì. Gerard Way.

Aspetto ancora.
Sento le ragazze parlare dei loro cazzi tutto il tempo. Taglie di tette che volano a destra e a manca (alcune davvero molto piccole) pettegolezzi su chiunque (tipo su chi ce l'ha più lungo, e su questo tutte concordano che sono io il fortunato), Liza che parla di Ray e degli adorabili fro che ha anche in mezzo alle gambe, Jamia che piange il giorno in cui l'ho quasi scopata, la sua amichetta Jenna che a Belleville sta uscendo con un tizio super intelligente del corso di fisica...

Mano a mano tutte escono.
Sbuffo.
Quanto ci mette?

Dopo secondi infiniti, udite udite! la voce del cavaliere Gerarda, venuta a stanare Frank la principessa rebel, chiusa di sua volontà in una cabina sulla spiaggia, riecheggia dal mondo di fuori:

- Iero, sei qui?
Sta parlando ad alta voce: sa che tutti lo possono sentire e non si azzarda nemmeno a chiamarmi per nome.

- Mh-mh - rispondo, con un sorrisino.
Ancora non sa cosa ho in mente per il suo pettirosso, oh sì.

- Esci - mi ordina, svogliato.

Troppo facile, così, GeeGee.

- No - mi mordo la lingua, soddisfatto della decisione con cui la risposta è uscita.

- Forza, esci. Se non vuoi partecipare puoi stare sotto l'ombrellone a giocare a sudoku, ma almeno esci da lì - mi prega.

Ridacchio:

- Perché non entra da sé? - domando, provocatorio, usando apposta il lei, come quando devo fingere che sia solo il mio professore di arte.

Lo sento respirare, come se stesse soppesando il grado di voglia di scoparlo che metto in ogni parola, poi sussurra, piano:

- Apri. Se chiudi da dentro come faccio a entrare?

Alzo gli occhi al cielo:

- Trovi il modo.

- Iero, basta con i giochetti. Esci - si sta spazientendo, ma so benissimo come fare per fargli passare il nervoso:

- Pensa a quello che potresti trovare dentro... - un risolino da troia - Forse se usa la sua fervida fantasia gli verrà voglia di trovare un modo per aprire questa porta a qualsiasi costo.

𝐬𝐜𝐡𝐨𝐨𝐥 • 𝒻𝓇𝑒𝓇𝒶𝓇𝒹  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora