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«Non ha nessun desiderio, di grazia?» proferì Dorian, scrutando il viso di Cameron alla stessa altezza, considerando che l'agente era leggermente piegato per via delle fratture nel corpo.

Dorian cambiò espressione, notando il volto imperscrutabile del biondo ma, la sua ira, si scatenò nel momento in cui vide, attraverso gli occhi di ghiaccio del poliziotto, un lampo di divertimento.

Con un gesto veloce, l'uomo si allontanò dall'agente.

«Pensi di potermi prendere per il culo, Brooksfield? E' arrivata la tua fine!» urlò, facendo un cenno ai suoi "colleghi" affinché si avvicinassero per concludere il lavoro.

«Pensandoci.» iniziò Cameron «Un ultimo desiderio ce l'avrei...» continuò, portando gli occhi arrossati in quelli scuri del criminale.

L'attenzione di Dorian venne nuovamente catturata.

«La prossima volta che ti vedrò» sorrise «ti tirerò un pugno dritto sulla tua faccia di cazzo e tu dovrai inginocchiarti, chiedendo perdono.» concluse, nonostante le forze lo stessero davvero abbandonando.

Se avesse potuto avere una fotocamera, in quel momento, Cameron, avrebbe di certo immortalato l'espressione di Dorian. L'uomo, a quanto pare, non aveva subito colto il senso delle sue parole ma poi, preso da un'irrefrenabile ira, divenne paonazzo, strinse i pugni, tanto da sbiancare le nocche e poi urlò, con tutto se stesso, il nome dell'ultima persona che, Cameron, avrebbe voluto vedere in quella situazione: «TOBIAS!»

**

12 ore prima...

Jane osservava, sullo lo schermo del cellulare, la posizione di Cameron. Attraverso un sofisticato software scaricato sul suo smartphone, poteva vedere la posizione del suo sottoposto, e amico, rassicurandosi sulla situazione.

Era nervosa, con la schiena poggiata su una parete coperta da graffiti colorati e un cappellino di lana che ne racchiudeva l'intera capigliatura corvina.

Era sotto copertura. Aveva abbandonato i suoi eleganti tailleur per far posto a dei pantaloni di tuta larghi e una felpa scura, che ne copriva ogni curva mozzafiato. Senza tacchi, non era alta e, in confronto a chiunque altro potesse ritrovarsi davanti, poteva apparire fragile e in pericolo ma, in realtà, era ben consapevole delle sue doti e sicura di sé sotto ogni punto di vista.

Vince aveva insistito per agire al suo posto ma non era di certo diventata il capo distretto di Beacon Hill per nulla!

Poggiò la suola della sneaker sulla parete e incrociò le braccia al petto, osservando la gente che, nella semioscurità del tramonto, passeggiava di ritorno a casa. Aveva scelto un quartiere particolarmente affollato, frequentato da gente normale, famiglie e giovani alle prese con la convivenza che sceglievano quel luogo per vivere in tranquillità.

Con un leggero senso di paura, abbassò lo sguardo, preoccupata per Cameron ma, soprattutto, per Vince, consapevole che, se fosse successo qualcosa al biondo, di certo l'uomo che amava l'avrebbe odiata per il resto della sua vita.

Lei, infatti, aveva appoggiato pienamente il piano di Cameron, non senza riflettere qualche giorno, ovviamente, ma ben consapevole che fosse l'unica soluzione che avrebbe portato alla conclusione di un'indagine che durava ormai da quattro anni.

Aveva agito da poliziotto, certo. Aveva preso la decisione mettendo al primo posto la legge e non l'amicizia e, il suo rapporto con Vince, ne aveva risentito. L'agente, infatti, era arrivato addirittura a non parlarle per un giorno intero ma, Cameron, era riuscito, alla fine, a convincere anche il migliore amico.

Un volto familiare si avvicinò alla donna, fermandosi accanto a lei e mimando la stessa posizione, con entrambe le mani in tasca e il cappuccio della felpa, alzato sulla testa.

«Ha una costola rotta. Ho cercato di fermarli ma non ci sono riuscito. Non posso andare da lui senza farmi vedere.» sospirò Tobias, guardando dritto di fronte a sé e cercando di nascondere gli occhi liquidi, senza però riuscire a mascherare la voce spezzata.

«E' ferito. E non posso farci niente.»

Jane chiuse gli occhi per un secondo. Attraverso la microspia applicata all'orecchio di Cameron, potevano sentire tutto e vedere esattamente la sua posizione ma, non potendolo vedere, non erano consapevoli dello stato dell'agente.

«Domani. Domani è il giorno.» continuò il giovane, con il volto abbassato sulle sue scarpe. «Alle sei faranno lo scambio e, poco prima, cercheranno di ucciderlo...» concluse in un mormorio.

Jane strinse i pugni, portando lo sguardo in quello ambrato di Tobias.

«Non gli faranno nulla. Dovessi sparargli io stessa.» rispose.


n/a

Lo so che sono piccoli, ma è una parte complicata e ci vuole tempo, non odiatemi :D


I DID IT, FOR LOVE.Where stories live. Discover now