I due avevano legato grazie alle battute che il biondo faceva di tanto in tanto, solo perché venivano risposte con delle altre peggiori; Sabine rideva divertita, mentre Marinette cercava ogni pretesto pur di allontanarsi da quella "famiglia di pagliacci".

Ma era la sua famiglia e all'idea che Adrien ne faceva parte la faceva sentire al settimo cielo, più felice di quando saltava di tetto in tetto quand'era Ladybug.

I quattro finirono di pranzare e, dopo aver salutato i due ragazzi, i Dupain-Cheng scesero alla pasticceria, riprendendo a lavorare.

«Siamo soli, My Lady.» ammiccò il biondo, avvicinandosi con il viso al suo.
«Non pensarci nemmeno, Gattino. Devo lavare i piatti.» esclamò lei, alzandosi e portando con se alcune stoviglie sporche, che vennero riposte nel lavandino sotto l'acqua scrosciante.

La corvina era impegnata a pulire, quando sentì Adrien avvicinarsi di soppiatto a lei, abbracciandola da dietro e strofinando il naso dietro il collo della sua principessa dopo averle spostato i capelli a lato, percependo il freddo della collana che le aveva restituito, e inspirando il suo dolce profumo, facendola ridacchiare.

«Come mai siamo tanto affettuosi oggi?» chiese lei, continuando a pulire.
«Perché ho voglia di coccole.» bofonchiò lui, sfiorandole la pelle con le labbra.

Adrien, notando che Marinette non si smuoveva di un millimetro, ghignò, per poi iniziare a baciarle la pelle delicata, mettendosi, piano piano, di fronte a lei quando la sentì inspirare e riporre i piatto nel lavandino; solo quando sentì i loro corpi combaciare decise di scherzare con lei: iniziò a baciarla lungo la mascella, avvicinandosi appena alle labbra, sfiorandogliele.

Sentì le sue mani umide dall'acqua posarsi sul suo petto e stringersi a pugno.

«Adrien...» mugugnò lei, cercando la sua bocca, ma il ragazzo si tirò in dietro divertito.
«Sì, Purr-incipessa?» miagolò, accarezzandole delicatamente una guancia.
«Smettila di fare così.»
«Così come?»
«Mi stai prendendo in giro. O le cose le fai seriamente o ti bagno con l'acqua dei piatti.» si lamentò la corvina, portando una mano verso il lavandino.
«Se la mia signora comanda,» esclamò il ragazzo, spingendola fino a farla poggiare contro il piano cottura, facendola squittire di sorpresa, e sistemandosi tra le sue gambe, sollevandole la maglia per accarezzarle la pelle della schiena. «il cavaliere obbedisce.»

I due si baciarono, muovendo le loro labbra all'unisono.

La passione e il sollievo erano palpabili in quel momento: ora Papillon era stato sconfitto, ma c'era Lila da fermare; in quel momento non importava. C'erano solo loro due.

Adrien mosse le mani verso l'alto, non smettendo di baciarla e, per sorpresa di Marinette, le leccò il labbro inferiore, per poi guizzare tra le sue labbra e giocare con la sua lingua.

La corvina intrecciò le dita tra i capelli biondi del ragazzo, tirandoglieli leggermente quando lui muoveva le mani sul suo corpo, facendola rabbrividire e scaldare allo stesso tempo.

I due si staccarono per prendere fiato, poggiando la fronte a quella dell'altro, guardandosi negli occhi annebbiati dal piacere.

«Mi erano mancati questi baci.» disse lui, prendendo respiri profondi.
«Ma se ce n'è stato un altro nel tuo camerino ieri sera? Abbiamo anche scandalizzato il ragazzo che viene a chiamare voi modelli per farvi andare in scena! Quanta vergogna ho provato in quel momento...» mugugnò la ragazza, coprendosi il volto con le mani.
«A me sembrava più divertito. E poi, il camerino è un luogo privato, lui è entrato senza avvisare quindi mi ha visto coccolare la mia ragazza.»
«Coccolare? Davvero?» ridacchiò lei, ricordando che non c'era niente di tenero in quel bacio, solo passione e voglia di divertirsi prima di andare in scena.
«Va bene, "coccolare" a modo mio. Ma da come ci guardava sembrava che anche lui voleva venire lì e palparti il sedere.» aggiunse, ghignando al ricordo della faccia che aveva fatto il ragazzo.
«Invece il sedere è mio.» sussurrò lei, avvicinandosi fino a sfiorargli le labbra.
«Ma io posso metterci le mani quando voglio. Anche adesso.» rispose, stringendole i glutei e facendola premere contro il suo corpo, non rendendole impossibile ignorare la leggera pressione sul suo basso ventre.
La ragazza ridacchiò: «Devo ricordarti che più tardi dobbiamo andare a prendere Plagg?»
«Hai ragione.» esclamò felicemente, allontanandosi da Marinette, cercando di mantenere la mente più pulita che poteva.

Masque tombéWhere stories live. Discover now