Cap. 4

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Marinette corse a casa sua più velocemente possibile.

Era stata costretta a lasciare Alya da sola a Pont Marie dopo che Adrien l'aveva chiamata; era una questione della massima urgenza, le aveva detto.

Credendo che i suoi genitori fossero rimasti coinvolti in un attacco akuma, disse all'amica che doveva correre subito a casa, lasciandola sommersa dalla marea di persone, mentre urlava per chiederle una spiegazione, ma lei si era già allontanata.

Uscì dalla fermata della metro davanti al Liceo François Dupont alla velocità della luce, vedendo che davanti alla pasticceria di famiglia c'era la limousine degli Agreste, con Adrien che l'aspettava fuori dalla lussuosa vettura mentre fissava il cellulare, digitando qualcosa.

«Cosa c'è? Cos'è successo?» domandò Marinette dopo aver preso fiato, poggiandosi con le mani sulle gambe flesse e tremanti per la corsa e la preoccupazione. «Un attacco akuma?»
«Nessun attacco, ma è una notizia bomba!» rispose il biondo su di giri. «Entra nella limousine, vedrai che sorpresa!» esclamò, spingendo la ragazza all'interno della macchina, non ascoltando le domande su cosa stava succedendo dell'adolescente.

Adrien fece cenno all'autista di partire e, in meno di dieci minuti, furono dentro l'enorme villa degli Agreste.

Marinette si guardò intorno, intimorita dal silenzio presente nell'enorme atrio d'entrata; Nathalie era a pochi metri di distanza dai due adolescenti, guardandoli con monotonia e presunta aria di superiorità, mentre aspettavano la "sorpresa" per Marinette.

Non ci volle molto che Gabriel Agreste in persona apparì sulle scale dal suo studio, scendendo verso di loro, non staccando lo sguardo da quello della corvina, intimidita.

L'uomo fu davanti ai due giovani, in silenzio e con le mani dietro la schiena.

«Buongiorno monsieur Agreste.» lo salutò Marinette, facendosi coraggio; aveva sconfitto un sacco di akuma, ma il padre di Adrien faceva molta più paura!
«Buongiorno signorina Marinette.» rispose lui, con tono distaccato.
«Padre, diteglielo.» lo incitò il biondo, mettendosi dietro la ragazza e poggiandole le mani sulle spalle.
«Ho dato un'occhiata ai tuoi disegni.» iniziò, facendola irrigidire. «E devo dire che, malgrado ci siano alcune cose da sistemare, ho scelto quelli più adatti per presentarli durante la sfilata che si terrà tra meno di tre settimane.» spiegò, non cambiando il suo tono profondo e intimidatorio.

Marinette rimase a bocca aperta; non poteva credere alle sue orecchie: davvero Gabriel Agreste, il suo stilista preferito, le aveva appena detto che aveva scelto alcune delle sue creazioni da presentare durante la sfilata più importante di tutte?!

«Hai sentito Marinette?» domandò Adrien dietro di lei, sorridendole, stringendo leggermente la presa sulle spalle.
«Le mie congratulazioni, signorina. Non capita tutti i giorni che gli abiti di una diciassettenne sfilassero durante una manifestazione di questo genere.» commentò l'uomo, voltandosi per tornare nel suo studio, salendo le scale.

La corvina era ancora in uno stato di shock e non rispondeva nemmeno alle chiamare del suo ragazzo, che le agitava una mano davanti al viso.

«I... I miei abiti...» mormorò l'adolescente nel suo stato di semi-incoscienza. « Le... Le mie creazioni... Sfilata...»
«Sì, Mari, faranno parte della sfilata.» rispose il modello, anche lui felice. «Nathalie, la porto in camera mia per farla riprendere. Potresti portarci una bibita fresca, per favore?» domandò gentilmente, ricevendo una risposta positiva dalla donna, che si diresse verso la cucina.

Adrien condusse la ragazza nella sua stanza, mentre continuava a parlare in frasi sconnesse; la fece sedere sul letto, dandole tempo di rielaborare gli ultimi dieci minuti.

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