Epilogo

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Quella mattina Gabriel era uscito di casa abbastanza presto, portando con sé solo Nooroo per parlare con il Grande Guardiano di ciò che gli aveva detto il giorno precedente.

Lo stilista inspirò profondamente prima di bussare alla porta di Master Fu, sollecitato dal suo kwami, per poi entrare ancora titubante; la stanza era ancora in disordine, ma molte cose erano già state sistemate o buttate perché rotte, mancavano soltanto i mobili più grandi, come la mensola dove teneva i suoi prodotti per i massaggi e la grande cassettiera sopra la quale era poggiato il giradischi che nascondeva i Miraculous.

Fu fece accomodare l'ospite al tavolino, facendolo sedere a terra, servendogli una tazza di tè verde.

Gabriel non era abituato ai modi di fare cinesi e non si era mai inginocchiato sul pavimento per bere del tè, ma in quel momento era irrilevante. Era venuto per un motivo più importante.

«Allora, scommetto che non è stato per i massaggi che sei venuto alle sette di mattina, Papillon.» iniziò il Guardiano, posando la teiera fumante su un panno, in modo tale da non rovinare il mobile.
«Vi prego, non chiamatemi più in quel modo.»
«E perché? È il nome che hai scelto tu.» ghignò l'anziano, facendo cenno a Wayzz di portare a Nooroo uno spicchio di mela.

Gabriel sorseggiò dal bicchiere di porcellana, non ammettendo ad alta voce che era un tè parecchio buono, poi parlò: «In effetti, sono qui per quello che mi ha detto ieri.»
«La carica di Grande Guardiano.» rispose Fu, accarezzandosi la barba grigia sul mento.
«Perché proprio io? Non poteva continuare lei? Oppure scegliere Marinette, visto che lei possiede il Miraculous della coccinella?» domandò lo stilista scettico.
«Il destino di Marinette non è quello di diventare Guardiano. –ripose– Devi sapere che prima di te avevo già in mente qualcun altro.» disse l'anziano, rattristandosi. «Era l'allieva più brava che abbia mai scelto, ma, malgrado le sue capacità e la sua intelligenza non era la prescelta per quello della coccinella. Lei era la portatrice del Miraculous del pavone: una donna parecchio forte con una personalità parecchio simile a quella Chat Noir, devo dire, e tu la conosci bene. O meglio, la conoscevi.»

A Gabriel si gelò il sangue nelle vene. Davvero stava parlando di lei?

«Sì Gabriel. Sto parlando di tua moglie.»


Marinette si svegliò a mezzogiorno, con la voce di Sabine che la chiamava per il pranzo.

Dopo aver risposto alla madre che sarebbe scesa in dieci minuti, svegliò anche Tikki dandole un paio di biscotti che teneva apposta per lei, per poi cambiarsi i bendaggi attorno ai polsi –cospargendo le ferite con l'unguento che Fu le aveva dato– e solo allora uscì dalla sua stanza.

Era ancora in pigiama –una maglietta taglia XXL presa dall'armadio del padre– e la sera precedente non si era struccata molto, quindi aveva ancora delle tracce di mascara e rossetto sul viso, ma la sua intenzione finito di pranzare era quella di tornare a dormire.

Scese le scale trovò il tavolo occupato da tre persone.

"Un attimo, tre?" chiese a se stessa la ragazza, mettendo a fuoco chi fosse il terzo seduto con i suoi genitori.

«Buongiorno, Principessa.» la salutò Adrien, agitando la mano.
«E tu che ci fai qui?!» chiese sconvolta, preoccupandosi solo in quel momento del suo aspetto.
«L'abbiamo invitato noi, tesoro. Il cibo gustato in famiglia è sempre più buono.» sorrise la madre, facendo l'occhiolino alla figlia, che arrossì come un peperone.

Alla fine, Marinette si arrese e si sedette anche lei a tavola, esattamente di fronte a Adrien, che non la smetteva di fissarla e sorridere, tranne quando faceva battute o giochi di parole con Tom.

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