XII - Apparenze

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I capelli verdi della sirena danzavano al ritmo di un vento inesistente, come se avessero vita propria; gli occhi gialli e penetranti ispezionavano i due arrivati con sguardo curioso, aspettando che uno di loro proferisse parola.

Hermione era pressoché esterrefatta: non si sarebbe mai immaginata di avere l'occasione di parlare con una creatura del genere, perlomeno non così facilmente, e ci mise un po' per ricomporsi e cominciare a chiedersi quale fosse la domanda più importante da rivolgerle.

Ma Draco fu più veloce di lei. Fece un passo in avanti e si schiarì la voce. "Salve, Ianira. Le chiediamo scusa per averle recato disturbo".

La sirena si esibì in un sorriso di denti aguzzi e pericolosi e scosse la testa. "Nessun disturbo, ragazzo. Vi stavo giusto aspettando".

Draco ricambiò il sorriso con circospezione, poi le chiese: "Cosa sa dirci della Conchiglia Bianca?".

La sirena si guardò intorno frettolosamente per assicurarsi che nei dintorni non ci fossero orecchie indiscrete, prima di avvicinarsi a loro quel tanto che bastava da riuscire a farsi sentire parlando a bassa voce. "Fu Tosca Tassorosso a chiedermi di costruirla per lei, incaricandomi di dare un consiglio a chi fosse riuscito a trovarmi".

"Dove si trova?".

Ianira scosse la testa. "Non sono a conoscenza del suo nascondiglio".

Draco aggrottò le sopracciglia, confuso. "Allora qual è il consiglio di cui ci parlava poco fa?".

Ma lei indietreggiò impercettibilmente, offesa dal tono usato dal ragazzo: le sirene, in fatto di orgoglio, erano molto simili ai centauri; pretendevano un rispetto notevole nei propri confronti e l'impazienza nella voce di Draco le era suonata come una mancanza di educazione.

Hermione, però, se ne accorse appena in tempo. Si avvicinò a sua volta nella sua direzione e le sorrise in modo affabile, stringendo il polso di Draco per consigliargli di lasciar parlare lei. "Ci scusi, Ianira, ma stiamo brancolando nel buio fin da settembre. Se avessimo avuto un altro modo di scoprire il nascondiglio della Conchiglia, non avremmo mai osato disturbare lei".

La sirena la osservò con occhi curiosi, quasi sorpresi. Poi smise di stare sulla difensiva e recitò: "Non fermarti dove pensi di non poter andare, niente nel mondo magico è come può sembrare; ma, se nella Casa dei serpenti sei stato fatto entrare, la Conchiglia Bianca da te non si lascerà mai trovare".

Draco rimase impassibile di fronte a quella nuova rivelazione, come se non volesse lasciar trasparire il suo vero sgomento; strinse solo le labbra e non rispose.

Anche stavolta, Hermione decise di prendere in mano la situazione. "Quindi chi appartiene alla Casa di Serpeverde non può trovarla, giusto? E quante altre visite ha ricevuto finora?".

"Questa è la terza".

"Uno è sicuramente il Principe Mezzosangue", mormorò Hermione fra sé e sé, ricordandosi la filastrocca letta sul libro di Pozioni di seconda mano. "E l'altro?".

Ma Ianira indietreggiò ulteriormente, con gli occhi gialli spalancati. "Non posso dirtelo. Noi non pronunciamo il suo nome".

Non c'era bisogno di aggiungere altro.

"La ringraziamo per la gentilezza e la pazienza, Ianira", le disse infine Hermione.

"Spero che voi abbiate più fortuna degli altri due ragazzi e che riusciate a trovare la Conchiglia", rispose la sirena, lanciando a Draco un ultimo sguardo di avvertimento.

"Lo speriamo anche noi".

"Arrivederci, giovani umani", li salutò Ianira, prima di sparire subito dopo nelle acque del Lago Nero.

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