IV - La leggenda dei quattro Fondatori

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La confusione prese il sopravvento su Hermione, la quale si ritrovò a chiedersi il motivo di quella domanda tanto insensata.

Si aspettava che Malfoy la aggredisse, che la insultasse, che le intimasse di stargli lontano; di certo non poteva immaginare che le chiedesse un'informazione del genere, di cui - tra l'altro - l'intera comunità magica sapeva ben poco.

Ma la passione sfrenata di Hermione per i libri le aveva permesso di trascorrere più tempo in biblioteca rispetto a qualsiasi altro studente, motivo per il quale il suo bagaglio culturale si era arricchito in modo inimmaginabile.

"È solo una leggenda", gli rispose quindi, non appena ebbe ripreso il controllo di se stessa. "Non è mai stata trovata neanche una prova a riguardo".

Malfoy sembrò essere sul punto di spazientirsi da un momento all'altro. "Questo lo so. Quel che mi interessa sapere non è la veridicità della storia, ma gli argomenti di cui tratta".

Hermione strinse le labbra e incrociò le braccia al petto, per poi spostare lo sguardo sul cielo pur di non fissare lui. "Si narra che Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde siano stati insieme ai tempi della fondazione di Hogwarts e che nella loro relazione si sia successivamente intromesso Godric Grifondoro, del quale Priscilla ha finito con l'invaghirsi".

Malfoy si lasciò sfuggire un sorriso cattivo e soddisfatto, senza però smettere di fissarla con gli occhi socchiusi. "Continua".

"Si dice che Salazar si sia talmente infuriato da distaccarsi del tutto dal gruppo - visti anche i ripetuti litigi riguardanti l'ammissione alla scuola solo dei giovani Purosangue -, rifiutando perfino le lusinghe di Tosca Tassorosso, perdutamente innamorata di lui: la depressione e la tristezza della donna sono state tali da indurla a nascondersi nel castello per mesi, nello stesso periodo in cui Salazar Serpeverde si occupava della Camera dei Segreti".

"E poi?", la incitò Malfoy, intuendo dal silenzio di Hermione che non avrebbe continuato a raccontare.

La ragazza si strinse nelle spalle. "Non so altro".

Draco la guardò come se lo stesse prendendo in giro. "È impossibile. Tu sei Hermione Granger, non puoi non sapere qualcosa!".

Hermione si sentì quasi lusingata dopo quella frase, nonostante non sapesse se considerarla un insulto o un complimento; quindi decise di non ribattere.

Malfoy sospirò nel vano tentativo di calmarsi, poi si mise le mani sui fianchi e serrò le palpebre. "Non posso credere di stare per dire una cosa del genere, ma non ho altra scelta". Riaprì gli occhi talmente tanto in fretta da spaventarla, dicendo: "Granger, tu devi aiutarmi".

Hermione fu davvero sul punto di scoppiare a ridergli in faccia.

Malfoy aveva passato anni a riempirla di insulti a causa della sua provenienza, e ora aveva anche la faccia tosta di chiederle una mano?

"Non ne ho nessuna intenzione, Malfoy", rispose con tono perentorio.

Negli occhi grigi di Draco sfrecciò un lampo di avvertimento. "Non ti sto chiedendo di farlo: te lo sto ordinando".

Hermione girò i tacchi e gli diede le spalle, camminando a passo spedito in direzione del castello. Sentì distintamente Malfoy correrle dietro fino a cingerle un polso con una mano, ed Hermione si voltò d'istinto verso di lui per l'incredulità.

Quando Draco si accorse di ciò che aveva fatto, spostò lo sguardo sulla propria presa e ritirò immediatamente la mano, quasi come se si fosse scottato.

Sul volto di Hermione si dipinse un'espressione di cattiveria pura e rassegnazione. "Che c'è? Hai ancora paura di infettarti?", gli domandò ironicamente, ricordandogli la battuta che lui stesso aveva fatto nella Guferia.

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