V - La Conchiglia Bianca

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La Signora Violet canticchiava allegramente nel suo quadro, e non smise nemmeno quando Draco ed Hermione le si pararono davanti: li guardava sorridendo ed esibendo le sue dubbie capacità canore, mentre i due ragazzi resistevano a malapena all'impulso di scappare via.

Dopo un ultimo acuto decisamente doloroso per l'udito dei presenti, la Signora Violet si asciugò le lacrime di commozione che le erano scese sulle guance e, con un piccolo colpo di tosse, disse: "Salve, ragazzi! Qual buon vento?".

Nel vedere l'impazienza e il nervosismo di Malfoy, Hermione si fece avanti e le rispose: "Salve a lei, Violet. Abbiamo delle domande da rivolgerle".

La donna raddrizzò le spalle, dandosi un'aria di importanza. "Ditemi".

"Cosa sa dirci del leggendario oggetto magico di Tosca Tassorosso?".

Violet aggrottò le sopracciglia, chiaramente offesa. Incrociò le braccia al petto e spostò lo sguardo altrove. "Ancora con questa storia? Quante volte devo ripetere che si tratta, per l'appunto, di una leggenda?".

Le mani di Malfoy tremarono in un vano tentativo di mantenere il controllo, tanto da convincere Hermione a domandarle piuttosto in fretta: "Ehm, ne è proprio sicura?".

Violet le lanciò un'occhiataccia. "Certo".

Malfoy tirò un pugno al muro accanto al ritratto - facendo sobbalzare la donna per lo spavento - e se ne andò, lasciando Hermione da sola.

La ragazza ebbe appena il tempo di salutare Violet, prima di correre e raggiungere Draco.

"Se quella vecchia megera crede di potermi depistare, si sbaglia di grosso", sibilò lui, camminando come se avesse in mente una meta ben precisa.

"Dove stai andando?".

Malfoy si esibì in un sorriso sghembo nel risponderle: "Lo vedrai, Granger".

Oltrepassarono l'aula di Incantesimi e si diressero verso la fine del corridoio, sulla cui parete spiccava il quadro dei Monaci Ubriachi.

Stavolta fu Draco a cominciare il discorso e, con una finta aria gentile, esordì: "Buon pomeriggio".

Uno dei monaci alzò un bicchiere di vino verso di lui, e rispose: "Buon pomeriggio a voi!".

"Avrei un favore da chiedervi".

Un altro monaco si fece avanti, incuriosito. "Di cosa si tratta, giovanotto?".

"La Signora Violet è piuttosto malinconica, oggi, e non fa altro che cantare senza mai fermarsi", spiegò Draco, nascondendo la menzogna talmente bene da indurre anche Hermione a credergli per un momento. "Potreste farle una visita e tentare di sollevarle il morale, magari con qualche bicchierino di brandy?".

"Sicuro!", accettò il monaco che aveva parlato per primo, sorridendo. "Sarà un vero piacere: ho sempre avuto un debole per lei".

"Grazie", rispose Malfoy, e guardò tutti i monaci sparire dal quadro per andare a trovare la Signora Violet.

Hermione rimase indignata di fronte alla furbizia e alla malignità di Draco, domandandosi in silenzio se fosse il caso di continuare ad aiutarlo.

Ma Malfoy sembrò subito più fiducioso quando il quadro dei Monaci Ubriachi si svuotò, abbastanza da rivolgerle il primo vero sorriso in sei anni.

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