#09.

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Ormai erano passate diverse ore dal momento in cui Harry aveva deciso di posizionarsi sul divano del proprio compagno per studiare. Quella mattina, di fatti, si era steso sul sofà e, appoggiato con il mento su una mano, si era impegnato a memorizzare le differenti nozioni del libro aperto di fronte a lui, con entusiasmo e determinazione.
Recentemente, aveva avuto modo di imparare una grande varietà di nuove ed interessanti informazioni che, ne era sicuro, gli avrebbero permesso di eccellere nei suoi esami regalandogli qualche credito extra ma, allo stesso modo, dopo tutte quelle ore passate a leggere e ripetere, aveva anche iniziato a sentirsi il peso dello studio sulle spalle. A mano a mano che procedeva con gli studi, infatti, ogni concetto sembrava divenire sempre più complicato e confuso. La testa iniziò a dolergli al pensiero del numero di pagine che ancora non aveva approfondito. Era veramente stanco e il suo ragazzo, dal canto suo, non sembrava volerlo aiutare a concentrarsi.

"Cosa ti ho appena detto?" chiese il ragazzo riccio rivolgendosi a Louis che, avendo preso posto alle sue spalle, lo stava distraendo con ogni suo piccolo movimento.

"Vediamo: se ricordo bene, hai detto che posso farti le coccole mentre studi a patto che non ti tocchi in maniera inappropriata." rispose diligentemente il più grande mentre, contraddicendo le proprie parole, infilò le mani tra le cosce di Harry palpandone la soffice carne.

"E tu, ora, cosa stai facendo?" domandò il minore alzando gli occhi al cielo percependo chiaramente il calore del corpo del suo fin troppo eccitato ragazzo attaccato al suo.

Colpevole, Louis si dipinse sul volto un sorriso sornione e "Ti sto toccando in maniera molto inappropriata." ammise continuando ad accarezzare la pelle diafana di Harry con movimenti decisamente espliciti.

Il minore sbuffò cercando di allontanare le attenzioni del ragazzo mentre, esausto, si passò una mano sulla faccia stanca. Sospirò un "Lou, per favore: ho bisogno di concentrazione per studiare." per poi voltarsi ad implorare con lo sguardo l'altro ragazzo.

Louis gli baciò una guancia e, ridacchiando, "No, piccolo, quello di cui hai assolutamente bisogno è una pausa." disse prendendo tra le mani il grosso manuale di storia dell'arte, osservandolo per qualche secondo con disgusto prima di chiuderlo e lasciarlo scivolare con noncuranza sul pavimento.

"Non posso, io-" iniziò a parlare Harry ma, immediatamente, il maggiore lo fermò dal dire qualsiasi cosa poggiando sulle sue labbra le proprie.

Louis aprì, dolcemente, le gambe di Harry e, sedendosi tra di esse, cominciò a far percorre le sue mani per tutto il corpo del ragazzo, piantandogli baci sulla bocca e il collo bianco.
"Rilassati." sussurrò facendo annuire Harry che, lentamente, si lasciò cullare dalla leggere attenzioni del liscio dimenticandosi di tutto ciò che non appartenesse al ragazzo dagli occhi azzurri, di ogni cosa superflua. Si scordò di tutto, persino del proprio nome, e si concentrò sul dolce e confortevole sapore delle labbra di Louis, sulla morbidezza dei suoi capelli e sui brividi che gli provocano le sue piccole mani.

Era perso, eppure si sentì nel posto giusto.

Fece percorrere le sue dita trai capelli di Louis, facendole giocare con le lisce ciocche, e rispose ai baci come se da quello dipendesse la sua intera vita. Sorrise lasciando scappare dalle sue labbra un risatina felice e "In effetti, hai avuto una buona idea: amo le coccole." confessò mentre il più grande gli carezzava la base della schiena stringendolo al suo petto.

Inaspettatamente, Louis si scostò dalla sua persona e, guardandolo con un misto d'insicurezza e sospetto, "E me? Mi ami, Harry?" domandò cogliendo di sorpresa il minore che, nonostante lo sbigottimento, si affrettò a rispondere con un ovvio "Certo che ti amo.".

Tristemente, Louis scrollò le spalle prima di abbassarsi a lasciare un piccolo bacio su una delle guance di Harry. "Se lo dici tu." affermò vicino all'orecchio del ragazzo che, senza spiegarselo, si sentì improvvisamente congelare.

"Di cosa stai parlando?" chiese Harry in confusione perdendo un battito di cuore quando Louis, ignorando i suoi occhi, si voltò a guardare un punto indefinito della stanza.

No no no, Louis mi sta ignorando, non mi vuole più. Il mio Louis. Louis.

Provando ad ignorare i suoi pensieri apocalittici, il più piccolo sospirò lentamente cercando di riacquistare un po' di calma. "Louis, ti prego, guardami." domandò e, forse, la sua richiesta suonò più supplichevole di quanto avrebbe voluto perché l'altro ragazzo portò la sua attenzione su di lui con uno sguardo davvero preoccupato che, a sua volta, fece sentire Harry in ansia.

"È successo qualcosa?".

Harry non era esattamente sicuro che Louis lo avesse sentito: aveva un groppo in gola perciò faticava a parlare e, per quanto cercasse di stare sereno, le sue mani sembravano incapaci di smettere di tremare.

Louis vuole lasciarmi.

Mi odia perché sono grasso e brutto e stupido.

Ha ragione Xander.

Rimarrò solo, di nuovo. Come merito.

Tentennando a causa del viso totalmente sconvolto del più piccolo,"Io- io sono solo preoccupato per te." disse Louis deciso a parlare con Harry di tutte quelle strane questioni che gli stavano tormentando la testa.

Il più piccolo scosse la testa facendo spuntare sul suo bianchissimo viso un sorriso orribilmente forzato. "Non capisco a cosa tu ti riferisca." affermò e Louis capì subito che stava mentendo perché era talmente chiaro - riusciva a leggere così facilmente il dolore nei suoi occhi velati dalle lacrime - eppure non disse nulla.

Louis amava Harry e, davvero, voleva aiutarlo a stare bene ma, in quel momento, guardandolo crollare di fronte a sé, si sentì totalmente debole. Imbarazzato da se stesso, ridacchiò brevemente e "Nulla, bellissimo, con- continua pure a studiare, stai facendo un lavoro eccellente." sviò la conversazione cambiando argomento.

Harry inclinò la testa da un lato mentre, con aria visibilmente più tranquilla, "Amore, sei sicuro che sia tutto okay?" domandò arruffando le sopracciglia prima di aggiungere un divertito "Sei strano. Adorabile, ma comunque strano.".

"È okay, giuro." mentì il maggiore. Raccolse il libro di Harry da terra e, porgendoglielo, "Però, ora, smetto sul serio di disturbarti. Più tardi verrò ad interrogarti, va bene? Ad ogni risposta giusta, ti darò un bacio." disse giocosamente cercando di non pensare a quanto il suo bimbo fosse spaventosamente bravo a far finta di nulla, a comportarsi normalmente, come se, proprio in quel momento, non stesse andando in mille pezzi.

"Oh! Allora, farò del mio meglio." ridacchiò Harry guardando il maggiore ricambiare il suo amabile sorriso prima di andare a rifugiarsi nella quiete solitudine della propria camera.

Si lasciò cadere sul materasso del proprio letto e, senza riuscire a trattenersi, scoppiò a piangere disperatamente. Anche se non potevano essere sempre viste, Harry aveva delle profonde cicatrici incise nel suo cuore malato e, per quanto lui potesse provarci, sembra non essere in grado di fare nulla per salvarlo.
Forse, pensò, era proprio vero: lui non era abbastanza.




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Questo capitolo è stronzo. Sorry.
Lasciate tanti voti e commenti bc ultimante sembra che mi stiate ignorando e sono triste. 😔
Giulia xx.

𝒦iwi❷. 『 larry. 』Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon