PARTE SECONDA - Capitolo 10 (II, prosegue...)

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   Tutto sommato, Ellen pensò che neppure Dave aveva tutti i torti; prima o poi qualcuno avrebbe dovuto impartire una bella lezione a quell'uomo, anche se era certa che non sarebbe servita a molto. Dubitava che Trevor Daniels si sarebbe soffermato più di cinque secondi a riflettere sulle parole di suo marito. Nonostante ciò Dave aveva esagerato. Lei però preferì non proseguire oltre il discorso, per evitare una possibile lite: sarebbe stato come gettare benzina sul fuoco.

   Decisero di pernottare in una semplice ma confortevole zona residenziale alle porte del bosco che lambiva il lago, in un piccolo paese ad una cinquantina di chilometri da Milwaukee.

   Dopo cena Ellen si coricò nel letto, in preda a violenti crampi addominali, che qualche volta arrivavano addirittura a toglierle il respiro.

   Eccoli gli stupidi sintomi che mi avrebbero potuta salvare, se solo si fossero decisi ad arrivare prima, pensò lei tra le lacrime. Piangeva come una bambina. Piangeva dal dolore e dallo sconforto.

   Dave le restò accanto amareggiato, convinto che quello stato della moglie fosse procurato in parte anche dalla tensione sopportata in giornata. Si sentiva non poco in colpa.

   Lei rannicchiata in posizione fetale, lui con le sue braccia avvolte attorno alla vita della compagna, superarono il periodo critico dei dolori, durante il quale i crampi si fecero tanto acuti da farla singhiozzare rumorosamente.

   Dave non sapeva assolutamente che cosa fare. Aveva gli occhi spiritati, colpito da un profondo senso di colpa, perché non aveva ancora fatto nulla per sua moglie. E lei soffriva tremendamente. Se qualcuno gli avesse chiesto di uccidere, l'avrebbe fatto certamente, pur di risparmiarle quei momenti strazianti... e soprattutto pur di salvarle la vita. Sembrava un'idea da pazzi, eppure nel profondo del suo cuore sentiva che era così.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora