Capitolo 26

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Il giorno dopo mi sarei aspettata di svegliarmi con la testa sul petto di Antony, ma non fu così. Allungai la mano e toccai a tastoni il materasso, era vuoto. Aprii gli occhi e mi voltai dall'altra parte stringendo il lenzuolo al petto. Non c'era nessuno, probabilmente doveva alzarsi presto per servire mio padre. Mi passai una mano tra i capelli ed emisi un verso di stanchezza accompagnato da una smorfia. Mi alzai con malavoglia e mi vestii.

Scesi nella sala da pranzo. Vidi Antony appoggiato con la schiena allo stipite della porta. Aveva le mani in mano e stava aspettando un nuovo ordine di mio padre, che era seduto al grande tavolo.
-Buongiorno tesoro.
Disse l'uomo mentre mi sedevo.
-Ciao.
Mi fiondai subito sull'acqua e ne bevvi almeno più di una bottiglia intera, stavo morendo di sete. Mio padre mi guardò di sottecchi.
-Ma che hai?
-Niente, ho solo la gola secca.
Mi ricordai di ieri e improvvisamente alzai la testa verso Antony. Lui stava sghignazzando sotto i baffi. Stronzo.
-Beh, io vado a lavoro, a dopo.
Disse mio padre alzandosi ed emettendo un verso forzato.
-A dopo.
Gli sorrisi falsamente e aspettai che lasciasse la stanza per lanciare un'occhiataccia ad Antony.
-Lo trovi così tanto divertente?
Lui scoppiò a ridere per tutte quelle risate che aveva trattenuto.
-Sì, decisamente.
-Vaffanculo.

Mi alzai dando un ultimo morso alla fetta biscottata cosparsa di marmellata.
-Ehi sei tu che hai voluto ingoiare, Menchi.
Mi avvicinai a passo svelto e provai a tirargli un pugno ma mi bloccò entrambi i polsi. Rise per poi mordersi il labbro.
-Non ti facevo così coraggiosa, sai?
Nascosi un sorriso per non dargli alcuna soddisfazione. Gli sfuggì un'altra risata.
-Comunque, ci sai fare.
Arrossii violentemente sulle guance e distolsi lo sguardo. Lui mi costrinse di nuovo a guardare i suoi splendidi occhi nocciola tirandomi su per il mento premendo con due dita.
-Non vergognarti con me.
Sorrise e si avvicinò lentamente alle mie labbra
-Cameriere?
Era la domestica, mi allontanai velocemente da Antony e provai a guardare tutto tranne che lui. La donna di fermò sulla soglia della porta e ci studiò con un sopracciglio inarcato.
-Ecco dov'eri scansafatiche, non ti trovo mai a lavoro!
Sgridò Antony facendolo indietreggiare.
-Io ero con...
-La figlia del capo! Lo vedo.
Vidi il moro deglutire lentamente e poi sospirare.
-Senta è colpa mia, non lo sgridi, infondo è nuovo.
Allungai una mano verso la sua ma la ritirai subito.
-E da quando le interessano i dipendenti signorina? Forse da quando sono giovani e hanno più o meno la sua età?
O forse perché è il mio ragazzo?
Avrei voluto rispondere così. Invece mi limitai a stringere i pugni nervosa.
-Non so che cosa vuole insinuare. Mi stava solo chiedendo qualcosa su mio padre, niente di più. E a proposito di lui... non gli farà piacere sentire che la domestica mi tratta male.
La donna sbuffò una risata.
-Quando suo padre non c'è comando io qui.
E detto questo lasciò di nuovo la stanza prendendo a pulire i lunghi corridoi. Emisi un verso indignato e lasciai in fretta la sala dirigendomi in giardino, Antony mi seguì a fatica.

-Ehi, aspetta!
Gridò a bassa voce per evitare altre sgradevoli sorprese da parte della domestica. Mi fermai al suo tocco leggero sul mio braccio. Lo guardai.
-Mi dispiace, Antony dobbiamo evitarci.
Non riuscii ad interpretare la sua espressione, era tutto un misto di sorpresa, confusione, delusione e qualcos'altro.
-Ma che stai dicendo?
-Antony, la domestica se ne sta accorgendo, non possiamo rischiare che lo dica a mio padre.
-Greta sono venuto qui solo per stare con te e tu mi stai dicendo di starti alla larga?!
Mi guardai in torno con sguardo preoccupato sperando che non ci fosse nessuno.
-No sei venuto per portarmi via, bisogna solo aspettare, come hai detto tu.
-Aspettare senza poter stare con te? Non ci riuscirò mai.
-Tu devi riuscirci.
Antony mi fissò e contorse la mascella.
-Non...
Si morse il labbro e riuscii a vedere i suoi occhi inumidirsi. Se ne andò e fui tentata di rincorrerlo, ma dopo mi sarei contradetta da sola.
La giornata passò e cominciai a pensare di aver fatto la scelta sbagliata ad allontanare Antony. Infondo se stavamo attenti potevamo anche vederci, ero stata una stupida. In giro per casa non lo trovai, forse era con mio padre.

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ