Capitolo 6

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-È da ieri sera che non mi parla, non ce la faccio più.
Io e Matteo eravamo seduti su i tavolini del nostro bar preferito, e gli stavo raccontando di ieri.
-Mi dispiace che sia andata a finire così.
Disse il moro stiracchiandosi sulla sedia.
-Che dovrei fare? Io non ce la faccio, non voglio litigare con lei.
Matteo storse la bocca e ci pensò su.
-Ho un idea!
Esclamò lasciandomi confuso.
-Quale?
-Comprale un cucciolo di cane, può sostituire un figlio per almeno i primi tre anni, è carino e rompe meno i coglioni, il massimo che può fare è pisciare dentro casa, è perfetto!
Allargai la bocca e elaborai la sua idea.
-Cavolo, hai proprio ragione.
Matteo tirò indietro la schiena con fare altezzoso.
-Grazie, lo so.
Gli tirai un pugno amichevole sul braccio.
-Alla prossima escursione andremo a cercarle un cane.
Lui annuì sorridendo per poi guardarmi malizioso.
-E poi lo sai cosa si fa dopo un litigio?
Sorrisi.
-Oh sì.
Matteo rise e alzò la testa al cielo.
-Dopo una bella litigata c'è sempre una bella scopata.
Disse provocando anche una mia risata.
-Sei saggio, Tiberia.
-Lo so.
Mi alzai dalla sedia e mi strofinai la nuca chiudendo un occhio per via del fastidioso sole.
-Bene, vado a fare un giro.

GRETA POVS

Uscii dalla mia lezione e feci un giro sulla nave per ascoltare il rumore del mare che riusciva sempre a rilassarmi. I miei pensieri erano fissi su Antony, sapevo che era soltanto una litigata, ma per il momento non avevo intenzione di farci pace, nonostante mi mancasse già tantissimo.
Il solito rumore che emetteva la nave quando si fermava in un nuovo porto, si sentì. Eravamo arrivati in Francia. Quella era la nostra ultima escursione prima degli esami, poi saremo tornati a San Francisco.
Decisi di tornare in stanza per cambiarmi e scendere dalla nave, avrei trovato qualcuno che mi accompagnasse, anche se avrei tanto voluto chiamare Antony.

Tornai in stanza e poco dopo bussarono, finii di infilarmi le scarpe e andai ad aprire. Non trovai nessuno davanti a me ma un mugugno mi costrinse ad abbassare lo sguardo. Sotto i miei occhi c'era uno scatolone contenente un cagnolino, era un Golden Retriever, ed era adorabile. Mi piegai sulle ginocchia e quando mi avvicinai di più al cucciolo, notai che sotto di lui c'era una lettera.
-Antony.
Sospirai a bassa voce raccogliendo l'oggetto. Iniziai a leggere e un sorriso spuntò sulle mie labbra.

"Ehi, ok so che non è il bambino che volevi ma... è più carino, non credi? Mi dispiace tanto, Greta, anzi, forse dovrei dirtelo di persona..
~Antony. xx"

Mi guardai in torno e lo vidi arrivare verso di me, esitando ad ogni passo.
-Sono bravo con le sorprese?
Trattieni un sorriso e mi alzai per abbracciarlo. Mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi, ma non ressi il confronto e cedetti a guardare il cucciolo di cane, mi abbassi e lo presi in braccio per poi entrare in cabina.

-È maschio o femmina?
-Femmina.
Rispose Antony portando dentro lo scatolone e chiudendosi la porta alle spalle. Mi sedetti sul bordo del letto e iniziai ad accarezzare la cucciola beccandomi una sua leccata in faccia che fece ridere Antony. Si sedette accanto a me e rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
-Mi dispiace.
Dissi.
-Non dovevo arrabbiarmi così tanto, dovevo capirlo che non eri pronto, eppure mi sentivo così sicura.
Lui poggiò una mano sulla mia spalla.
-Greta, i nostri piani per la vita sono semplicemente diversi, conoscendoti chissà da quanto avevi progettato di volere una famiglia.
Sorrisi e mi voltai verso di lui.
-Mi conosci proprio bene.
Sorrise anche lui è concentrò il suo sguardo sulla piccola palla di pelo che tenevo in braccio.
-Come la chiami?
-Ehi ehi, non vorrai mica scamparla così facilmente, il cane non è solo mio, ma di entrambi, quindi ti occuperai anche tu di lei, di conseguenza sceglieremo il nome insieme.
Antony rise.
-Beh me lo aspettavo, infatti ho preparato una bella lista di nomi!
Fece per alzarsi ma lo bloccai.
-Dai, c'è tempo.
Lui sorrise e notai che non gli dispiacque il fatto che lo avessi trattenuto. Ci fissammo negli occhi e stavolta non distolsi lo sguardo.
-Mi dispiace aver rovinato i tuoi piani.
Alzai le spalle cercando di mostrarmi indifferente.
-Non del tutto, nei miei piani ci sei tu e... per fortuna ci sei ancora.
Antony rise e si avvicinò a me spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
-Sei così lento, che aspetti a baciarmi?
Domandai cogliendolo alla sprovvista e facendolo arrossire.
-Cosa?
Alzai gli occhi al cielo e lo baciai.
Era bello il fatto che anche se non ci parlassimo da solo due giorni, lui mi fosse mancato lo stesso.

Ci sdraiammo sul letto e il piccolo cane ci raggiunse raggomitolandosi in mezzo a noi, sorrisi e guardai Antony.
-Era il regalo più bello che mi potessi fare.
Antony accarezzò la cucciola, che non perse tempo a fargli le feste e poi sdraiarsi con la testa contro il suo petto. Sorrisi a quella scena e se non fossi stata così concentrata verso di loro avrei scattato una foto.
-Ti amo.
Antony alzò la testa.
-Anch'io ti amo.
Antony si sdraiò dritto sul letto e io accanto a lui,che teneva il cagnolino sul petto e lo accarezzava.

Iniziammo a guardare attraverso l'oblò, potevamo vedere il cielo che, senza che ce ne fossimo resi conto, era già caduto in un blu scuro illuminato solo da stelle.
-E se la chiamassimo Stella?
Propose Antony riferendosi al cucciolo che aveva in braccio.
Accarezzai la sua mascella e ci depositai un bacio.
-Non credi sia troppo scontato?
Lui alzò le spalle indifferente.
-Beh, se tutti la pensano come te allora nessuno userà più questo nome, quindi non sarà più così scontato.
Aggrottai la fronte.
-Sì... forse hai ragione.
Dissi trattenendo una risata.
-E poi mi piace come nome.
Aggiunsi sorridendo. Lui mi guardò e ricambiò il sorriso.
-Bene, così adesso ho due stelle.
Mi baciò la fronte e mi accoccolai di più contro di lui.
-Come sei smielato.
Lui rise e posò Stella a terra, provando a non svegliarla.
Circondò le mie spalle con un braccio costringendomi a tenermi più stretta a lui.
-Domani scendiamo e facciamo un giretto per Parigi, ti va?
Propose lui.
-Mi sei mancato.
Mi tenne più stretta a se usando anche l'altro braccio e ci addormentammo.

Il giorno dopo il mio sonno venne interrotto da qualcosa di caldo che mi leccava la guancia, capii subito che era Stella, e che Antony l'avesse avvicinata a me, sentivo trattenere le sue risate. Gemei infastidita e affondai la faccia sul cuscino.
-Smettila.
Mormorai con voce soffocata. Qualcosa mi baciò il collo e stavolta non era un cane.
-Va meglio?
Sussurrò Antony. Riuscii a sentire il suo fiato sul mio collo. Sorrisi e mi voltai verso di lui aprendo leggermente gli occhi.
-Buongiorno.
Disse. Era sopra di me con le gambe appoggiate sul materasso e il gomito contro il cuscino.
-Si era capito che era Stella che ti leccava?
-Beh sì, anche perché se fossi stato tu mi sarei dovuta preoccupare, non credi?
Antony rise.
-Perché io non posso leccarti?
Diventai paonazza.
-Antony!
Esclamai. Lui rise di nuovo e si lasciò cadere accanto a me. Mi girai a guardarlo e sorrisi.
-Stupido.
-Che ne dici se scendiamo? Siamo nella città dell'amore, principessa.
Si alzò dal letto e raggiunse la mia parte facendomi un inchino e porgendomi poi la mano.
-Oh mio dio, ti prego non ricominciare.
Dissi mettendomi a sedere con la schiena contro il muro.
-A fare cosa? Mi sto solo adeguando all'aria parigina.
Alzai gli occhi al cielo e lasciai il letto dirigendomi in bagno.
-E dove hai sentito che i parigini sono così? E poi se proprio devi...
Mi fermai davanti alla porta del bagno e lo guardai, trattenni una risata solo per il fatto che era in boxer e canottiera.
-Non credo che ti prenderanno sul serio vestito così, gentiluomo.
E detto questo entrai a farmi una doccia.

#spazioautrice
Oggi mi andava il doppio aggiornamento, amatemi 😁💗
Ah comunque falso allarme, i grentony ancora non litigano mh, tutto troppo tranquillo in questa nave 🙄
Comunque lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima 💫
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora