Capitolo 37

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"Stai tranquilla, il recupero di Carson andrà bene e non creerà problemi. Sto tenendo sotto d'occhio la zona, con una mappa biometrica. Se c'è qualcuno altro che non fa parte del nostro gruppo lo rileva. Ogni fonte di calore corporea, qui l'abbiamo sotto d'occhio." Disse Dixy elettrizzata, accarezzando la mano di allen e sorridendo a me.

Io corrugai la fronte e le chiesi " come fai ad avere una mappa biometrica della casa di Carson? "

Lei mi guardò imbarazzata e furba rispondendo " semplice grazie ad un collegamento con il satellite. Jay è riuscito ad entrare del database della CIA per richiedere un collegamento al satellite, non potranno mai beccare che siamo stati noi a richiederlo.."

Io li guardai sorpresa, mentre loro erano immersi nel controllare i monitor davanti a loro.

Austin e Ashton seguivano il collegamento, comunicando per via degli auricolari.
Io non sentivo o sapevo nulla e questo mi innervosiva e non poco.

"Lo avete trovato?" Chiese Ashton pensieroso.

"Ash abbiamo rilevato altri uomini nella casa di Carson. Stanno entrando ora nell'entrata secondaria della casa. Sono in quattro." Disse allen con voce agitata.

"Avete sentito ragazzi?" Chiese ash al gruppo.

Dopo una decina di minuti in silenzio, il viso di Austin si rilassò.

"Cosa sta succedendo?" Chiesi preoccupata.

"Hanno recuperato Carson e ora stanno uscendo dalla sua abitazione." Spiegò Austin sollevato.

Io sospirai grata e andai a sedermi su una sedia, aspettando il loro arrivo.

****
Il portone si spalancò mentre Aiden trascinava Carson verso una parte dell'edificio che non conoscevo.

Io lo seguì e appena Aiden vide farlo mi lanciò un'occhiata di traverso.
Non mi importava. Io avrei ascoltato e sentito, tutto quello che aveva da dire quel bastardo.

Entrammo nella stanza mentre la esaminavo.
Vi erano delle telecamere e un tavolino con degli arnesi che in genere usavano dei chirurghi.

Aiden buttò su una sedia Carson e gli legò braccia e gambe alla sedia.

Carson si lamentava e io assistevo a tutta questa sceneggiata.

Aiden sembrava un'altra persona. Sguardo duro e cattivo e non era per niente delicato nei modi di fare.

Tirò via in uno strappo, il nastro isolante dalla bocca dello stronzo.

La sua smorfia di dolore mi disgustò.

"Caro collega ora tutto quello che sai lo dovrai dire, capito?" Gli disse Aiden a braccia incrociate, guardandolo ostilmente.

Io ero in un angolo in piedi ad assistere.

Carson guardò prima Aiden che me.

"Sei tu quella che cerca. Quella che vuole uccidere Duane." Disse semplicemente Carson provocandomi un nodo in gola.

Aiden guardò prima la mia espressione e poi diede un cazzotto sul suo zigomo.

"Non devi rivolgerle la parola. Tu non hai capito che se non parli io ti uccido?" Disse Aiden afferrandogli il colletto della camicia.

Carson sorrise e quello che vidi fu una scia di cazzotti sul suo viso.

Aiden lo avrebbe ucciso a questo passo e mi spaventava un sacco questo suo comportamento. Mai l'avevo visto così.

"Basta.. Ti dico-tutto" disse Carson facendo fatica a parlare, con smorfie di dolore sospirò.

"Duane.. Non vuole solo ucciderla. Lui ha parlato di una cosa che suo padre aveva e che solo lei sa dove si trova. " spiegò lui arreso.

"Stai mentendo.." Disse Aiden afferrando un bisturi dal tavolino e avvicinandosi a lui.

"Lei sa dove è. Lei sa dove la formula." Continuò lui con sicurezza.

Io lo guardai confusa e mi avvicinai a loro.

"Di cosa stai parlando." Gli chiesi non capendo.

"Tuo padre ti ha detto dove si trova la formula per la rigenerazione di un qualsiasi dna. Tuo padre aveva ricevuto la formula prima che lo scienziato Philips morì. Lui doveva tenerla al sicuro. E tu sai dove è." Insistette Carson.

Io guardai confusa Aiden e scossi la testa.

Aiden conficcò il bisturi sulla sua coscia facendolo gridare e mi fece uscire da quella stanza.

Ero inorridita da tutto quello e un po mi spaventava Aiden..

"Di cosa sta parlando Sam?" Mi chiese subito dopo lui mentre gli altri ci raggiungevano.

"Non lo so.. Mio padre non mi hai mai dato o detto di quella formula. Non sapevo neanche della sua esistenza.." Gli spiegai io mentre mi toccavo una tempia.

Avevo la testa che mi scoppiava e subito dopo Aiden chiese " c'è un modo per scoprirne di più? Si potrebbe indagare sul file del padre di Sam e trovare questo Philips?"

Jay ci scrutò pensieroso è un attimo dopo disse correndo verso la sua postazione "possiamo entrare nel database della CIA e cercare.."

Aiden annuì e disse ancora "va bene, io vado ad estorcergli qualcos'altro che può esserci utile. Tu invece resta qui, che è meglio."
Lui mi guardò con sguardo severo e deciso.

Io annuì un po scossa e restai li.

Gli altri assistevano davanti ai monitor per guardare l'interrogatorio, io invece uscì fuori e guardai il cielo stellato.

Erano le 2:00 del mattino e nonostante la giornata pesante non avevo sonno ero stanca di tutta questa situazione.

Per quanto tempo ancora dovevo scoprire nuove cose della mia vita?
Altre bugie del passato che venivano a galla?

Non ne potevo veramente più.

Mi sedetti sugli scalini e aprì la borsa.
Nonostante il buio presi la mia agenda e la aprì.
Presi la foto che vi avevo messo e la scrutai.

Quanto eravamo felici tutti insieme. Mi mancavano quei giorni di spensieratezza.
Tutti i più brutti casini dovevano ancora succedere, vivevo una vita serena e tranquilla io ero così. Non ero contorta, un fascio di nervi ed insicurezze come ora..
Ero sensibile e dolce, ora ero fredda come il marmo e ancora più fragile.

Tutto questo non era giusto e a parte piangermi addosso in questo momento non sapevo che altro fare.

Rimisi la foto nell'agenda e rimisi tutto nella borsa.

Dopo non so quanto tempo lì fuori a pensare e a stare al fresco entrai dentro, beccandomi tutti gli sguardi dei presenti.

"Che c'è?" Chiesi corrugando la fronte.

Tutti rimasero zitti.
Dopo qualche minuto uscì dalla stanza Aiden con espressione stanca.

Passò davanti a me senza nemmeno guardarmi o parlarmi.

Lo vidi andare via con Austin e Ashton da una parte a parlare.

Cosa avevano saputo di nuovo?

"Allora che ha confessato di nuovo?" Chiesi ai presenti.

Nessuno rispose a parte Peter.

"Tutto quello che volevamo sapere è stato detto, non ha più detto nient'altro su quella formula non sapeva nient'altro." Spiegò lui con tono convincente.

Io annuì e guardai Aiden parlare animatamente con i fratelli.

Dopo un po andai a sedermi su un divano lì vicino e appoggiai la testa su uno schienale. Aspettavo che lui si muovesse e ritornammo a casa.

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