Il ragazzo scomparve quasi immediatamente.Probabilmente il suo tono era stato molto più minaccioso di quanto siaspettasse, ma a Morgan non importava. Come usava quell'umano provarci con suasorella?
Cassie si voltò e lo guardo con quei suoi grandi occhioni verdi. Da quandoaveva palesato la sua natura, l'incantesimo si era dissolto e adesso anche luipoteva vederla per com'era realmente.
– Adesso mi segui personalmente? – chiese la ragazza imbronciata – Penavo cheaffidassi il lavoro sporco ai tuoi cacciatori.
Sorrise ma poi torno subito serio. Quello che aveva fatto Cassie, uscire dinotte da sola in una città come quella e soprattutto nella posizione dipericolo in cui si trovava, non era stata una buona idea.
– Torniamo a casa, devo parlarti.
Cassie alzò gli occhi al cielo ma non ribatté.
Si diressero verso il palazzo e quando arrivarono, alcuni cacciatori accorseroper salutarli con un inchino. Morgan sorrise a ognuno di loro. Al contrario disuo nonno, non trattava i suoi cacciatori come schiavi ma come persone,indipendente dalla loro natura. Non aveva mai odiato gli ibridi, anche se suononno aveva cercato di inculcarglielo, e adesso che sapeva di Cassie, provavauna specie di ammirazione nei loro confronti. Erano più forti, più veloci, piùintelligenti. I combattenti perfetti.
Scoccò un'occhiata a Cassie e non poté fare a meno di notare quanto tuttaquell'adulazione la mettesse in imbarazzo. D'altro canto era da comprendere.Era cresciuta in mezzo a persone che la trattavano da persona normale mentre, ora che tutti sapevano che faceva parte diuna famiglia importante, veniva trattata come una principessa quando in realtàlei era una guerriera.
Salirono in ascensore e Morgan inserì la sua chiave in una piccola fessura.Sicuramente Cassie non l'avevo notata fino a quel momento visto che lo guardòcon aria interrogativa.
– Mi stai portando in un'altra stanza delle torture?
Quella frase gli fece gelare il sangue. Era evidente che ancora non era riuscitaa dimenticare quello che George le aveva fatto e forse, pensò, non lo avrebbemai dimenticato.
Non rispose perché, proprio in quell'istante, arrivarono al piano.
Cassie lo guardò con aria stupefatta e, prima che lui la invitasse a farlo,entrò. Sorrise tra sé e la seguì.
– Per essere una stanza di torture è arredata davvero molto bene – scherzò.
– E' il mio appartamento – la corresse lui sorridendo.
– Questo lo avevo capito – ribatté mentre guardava un vaso sul tavolino delsalone – Il tuo arredatore deve avere davvero buon gusto!
– Sono lusingato – rispose. Cassie lo guardò con aria interrogativa – Ho sceltoio i mobili. E i tappeti. E il colore delle pareti. E...
– Basta, basta! Ho capito! – disse sorridendo – Non pensavo che avessi buongusto, fratello mio.
Quelle due ultime parole gli provocarono una strana sensazione sul petto macercò di fare finta di nulla. Ogni volta che le faceva notare che si stavalegando sempre più a lui, Cassi tornava ad essere fredda e indifferente.
– Dovrei punirti per quello che hai fatto – disse nel tono più serio possibilema dovette ammettere a sé stesso che era molto difficile. Non aveva davanti uncacciatore qualsiasi, si trattava di sua sorella, colei che, in un certo senso,era parte di lui. Sospirò – E' pericoloso andare in giro di notte.
Cassie si accomodò sul divano accavallando le gambe. Nonostante l'aspetto daguerriera sapeva essere davvero femminile.
– Stavo solo esplorando la città. Non sono mai stata in giro per New York daquando sono arrivata.
– E non ti sei chiesta come mai? – Si sedette al suo fianco e cercò diguardarla negli occhi – La fuori ci sono un mucchio di pericoli, soprattuttoper te. Non so se Nathan te lo ha detto ma...
– La maledizione. Si, me lo ha detto.
– La maledizione? – ripeté.
– Ma certo! Quella cosa che lo stregone Nicholas fece un incantesimo secondocui i Winkler e i Leighton sarebbero stati destinati ad amarsi e che il loroamore avrebbe portato alla distruzione di loro stessi e dei loro cari.
– Non so davvero di cosa stai parlando! E poi se così fosse, nostro padre nonsarebbe stato promesso sposo alla madre di Nate.
– George pensava che facendoli sposare avrebbe spezzato la maledizione vistoche salta di una generazione – disse addentando una mela con una falsa calma.
Adesso che gli aveva raccontato questa cosa, capiva come mai Nathan lo avevachiamato quella sera, in preda al panico e capiva anche il motivo per cuiCassie aveva deciso di andare in giro da sola. "Fa sempre così quando vuoleriflettere" gli aveva detto Nate prima di interrompere la comunicazione.
Morgan si mise vicino a lei – Stai bene? – Era la domanda più stupida da farein quel momento, ma non sapeva cos'altro fare.
Cassie alzò le spalle – Non lo so – disse sincera – Per tutto questo tempo nonho mai pensato che si trattasse di qualcosa che sarebbe dovuto accadere perforza. Credevo che i miei sentimenti... – Si bloccò di colpo e scosse la testa –Lasciamo stare. E' tutto troppo complicato.
Non sapeva cosa fare per tirarla su di morale. Se veramente si trattava di unamaledizione che avrebbe portato sua sorella alla morta, allora doveva fare inmodo che lei e Nathan stessero lontani.
Allo stesso tempo, però, questa cosa gli suonava al quanto strana. Era statoavvisato del fatto che qualcuno volesse uccidere Cassie ma era del tuttoconvinto che non c'entrasse nulla con Nathan.
Doveva indagare, scavare a fondo e capirci qualcosa. Lo avrebbe fatto piùtardi, quando Cassie sarebbe tornata nel suo appartamento e, soprattutto,questa volta non avrebbe coinvolto nessuno.
Trasalì quando sentì la mano di Cassie sul suo braccio – Scusa stavo pensando...
Cassie alzò le spalle e ritrasse la mano – Che cosa dovevi dirmi?
Ebbe un attimo di esitazione ma poi fece mente locale e iniziò a parlare.
– Domani ci sarà il processo di Daniel e dovrai essere presente anche tu.
Il viso di Cassie divenne cupo e lui si sentì in colpa anche se non avrebbedovuto – Pensi che lo condanneranno a morte?
– E' probabile. A meno che...
– A meno che? – Lo guardava con uno sguardo colmo di speranza e capì che, perqualche strana ragione, Cassie si era affezionata a Daniel.
Non avrebbe dovuto dirle nulla e avrebbe dovuto lasciare che quel ragazzofacesse la fine che gli spettava. Aveva tentato di bere il sangue di un membrodelle Famiglie, di sua sorella! Allo stesso tempo pensò che Daniel avevabisogno di una seconda possibilità, soprattutto dopo tutto quello che avevapassato.
– Potresti testimoniare a suo favore, dire che è stato un incidente, che lacolpa è tua – Cassie lo guardò confusa – Non temere, non ti succederà nulla.Non finirai nelle prigioni per...
– Per me va bene – si affrettò a dire – Non ho paura di finire laggiù e poi soche tu non lo permetteresti, o sbaglio?
Era sorpreso. Quindi adesso si fidava di lui.
Sorrise e sospirò. Era felice per il fatto che lei, finalmente, non lo vedevacome un nemico.
– C'è un'altra cosa di cui vorrei parlarti.
– Sono tutta orecchie!
– So che tra qualche settimana sarà il tuo compleanno.
Cassie aggrottò la fronte – Come fai a saperlo?
– Quando ho capito che c'era un legame tra noi ho iniziato a fare dellericerche.
– Che genere di ricerche? – Sembrava più sollevata che irritata e questa cosalo fece sentire meno in colpa per aver scavato nel suo passato senza averle chiestoil permesso.
– Diciamo che non è stato facile trovare delle informazione ma che sonoriuscito ad avere quelle che mi interessavano.
– Inclusa la lista dei miei ex fidanzati? – scherzò lei.
Morgan stava per annuire ma pensò che forse era meglio non riferire questoparticolare – Vorrei dare una festa, in tuo onore.
Cassie cambiò espressione – No Morgan, ti prego! – disse in tono supplichevole– Non mi sentirei per nulla a mio agio... Io...
– Vent'unni sono una tappa importante, soprattutto per i cacciatori. E poi ètanto che non c'è qualcosa di cui festeggiare qua a palazzo.
Sua sorella sembrò pensierosa ma poi si lasciò andare sul divano – Va bene ma auna condizione. Anzi, due.
Morgan sorrise soddisfatto per averla convinta – Spara!
– La prima è che non voglio essere messa troppo al centro dell'attenzione. Nonho mai fatto una grande festa per il mio compleanno e non credo ci sia bisognodi spiegarti il motivo – E Morgan lo intuiva perfettamente.
– Accordato. Qual è la seconda condizione?
Cassie sospirò – Posso rimanere qua? Solo per stanotte...
Non aveva bisogno di chiedere che cos'era successo, lei stessa gli avevaraccontato che cosa le aveva detto Nathan e Ethan gli aveva telefonato peravvisarlo del fatto che era uscita di casa a tarda notte.
– Ti faccio preparare la camera degli ospiti.
– Va benissimo anche il divano.
Morgan aggrottò la fronte – Non faccio dormire gli ospiti su un divano, tantomeno se si tratta di mia sorella.
Cassie sorrise – Dimmi dov'è la stanza, ci penso io.
– In fondo al corridoio a destra – Le lasciò la copia della chiave dell'ascensoresul tavolino – Per qualunque cosa, chiamami.
– Torni in ufficio? Non dovresti riposare?
Si, avrebbe dovuto. Tra qualche ora ci sarebbe stato il processo a Daniel e luisarebbe dovuto essere abbastanza lucido per poter dirigere la cosa, ma c'eranocose ancora più importanti.
Prese la sua chiave dal mobile del salotto e se la mise nella tasca deipantaloni. Dopodiché si avvicinò a Cassie e le diede un bacio sulla fronte.
– Vai a dormire sorellina – disse in un tono così dolce che si sorprese luistesso – Domani dovrai affrontare una delle mattinate più difficili che mai.
La ragazza sorrise – Sono scampata a pericoli più gravi.
Sorrise anche lui e si diresse verso l'ascensore.
Doveva andare in biblioteca e cercare tutte le informazioni necessarie. Noncredeva alla maledizione tra Leighton e Winkler. Aveva visto Cassie e Nathaninsieme in più occasioni e quello che li legava non dipendeva affatto da unamaledizione, ne era certo.
Doveva scavare a fondo e cercare una spiegazione. Doveva farlo per Cassie. Lasua felicità era una cosa troppo importante, soprattutto per lui.      

La Cacciatrice Ibrida 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora