44/45. Bugie e verità

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James ignorò la mano che la donna gli tendeva, continuando a guardarla. Non aveva ricordi di lei, era troppo piccolo per averne, ma il suo profumo di cannella aveva risvegliato in lui qualcosa. Ed era qualcosa di bello, che collegava a suo padre.

James si voltò verso Leo, confuso, e il padre annuì silenzioso, ancora leggermente scosso. Il bambino tornò a guardare la madre.

«Tu mamma mia?» mormorò, guardandola.

Calipso annuì. «Sono io.»

«Dove tei tata?» disse James. «Papà solo.»

Calipso si morse il labbro. «Sono stata molto cattiva con papà.» disse piano, con lo sguardo puntato sull'erba. «E sono andata via.»

«Pecche tonnata allora?»

«Mi mancavi molto.»

James annuì. «Mancata me.» Le posò la manina sulla sua, e Calipso si trattenne dallo spingerlo contro di sé e stringerlo. A trattenerla fu soprattutto l'occhiataccia di Leo. Sapeva che dovevano andare per gradi, non c'era bisogno che glielo ripetesse.

«Hai conociuto papà Will?» domandò James, sorridendo.

«Per molto più tempo di quanto mi piaccia ammettere.» borbottò Cal, e Leo fece una smorfia divertita. James inclinò la testa, perplesso.

«Ehm, mi sono fatta male, e il dottor Solace mi ha guarita.» spiegò Cal, accarezzandogli la mano. Era liscia, e calda.

«Papà Will ti conoce?»

«Non sa che sono la tua mamma.»

Leo tossicchiò. C'era un limite di bugie che poteva sopportare per suo figlio. E per Will, allora?, aggiunse una vocina nella sua testa. Lui non merita la verità?

Leo ignorò la voce, e guardò il figlio. Dalla sua espressione non sembrava ancora fidarsi di Cal, ma lo conosceva. Lui dava confidenza alle persone, e presto lo avrebbe fatto anche con sua madre.


James si alzò in piedi di botto e corse verso le fragole. Cal si sedette, osservando il bambino riempirsi la maglia di fragole.

«Ti assomiglia tanto.» disse.

«Per fortuna. Se somigliava a te, sarei stato nei guai.» sbuffò Leo, strappando qualche ciuffo d'erba.

«È stato facile?» chiese Calipso, voltandosi a guardarlo. «Crescerlo da solo.»

«Per fortuna, ho dei fratelli che lo amano quanto lo amo io.» disse Leo, calcando sull'ultima parte della frase. «E Will è un padre fantastico.»

«Sei fortunato ad averlo incontrato, allora. Mi sembra una brava persona.»

«Lo è.» annuì Leo, guardando James tornare verso di loro, attento a non far cadere le fragole. «Lui...»

«È meglio di me?» Cal fece un sorriso guardandolo. «Non c'è bisogno che tu lo dica, l'ho capito.»

«Allora sei intelligente, non l'avrei mai detto.» fischiò piano Leo, e Cal non ebbe il tempo di ribattere. James era arrivato davanti a lei con le fragole, e le lasciò cadere ai suoi piedi.

«No toccate.» li avvertì, e corse indietro a raccogliere quelle che erano cadute. Poi tornò di corsa verso di loro, scivolando e cadendo sulle fragole. Si ritrovò coperto di roba rossa e rise.

Leo rise con lui, e provò a ripulirlo. Calipso si tolse i resti delle fragole dalle scarpe, senza dire niente.

James cercò le fragole intatte e ne porse una alla madre in silenzio. Calipso la prese ringranziandolo, e vi diede un morso. Era un piccolo segno di pace, e sperò che fosse un inizio.

Io non amo gli uomini. Amo solo luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora