72. La festa di James

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Erano ormai passate due settimane da quando Will e Connor avevano deciso di fare coppia. E nonostante tutta l'attenzione di Leo di non frequentare i posti comuni, si ritrovò più di una volta nelle loro vicinanze. Spesso si ritrovava a guardarli, sentendo un vuoto allo stomaco nel ricordare le labbra di Will sulle sue, ma per fortuna il suo turbamento non si notava perché non andava mai in giro da solo. Era facile nascondere le proprie emozioni quando si trovava in compagnia di altre persone.

Ed era sorprendentemente facile farlo quando stava con suo figlio. In mensa, quando Leo vedeva Will e Connor che chiacchieravano vicini, sivoltava verso il figlio e gli faceva mille domande sulla scuola che lui, Bryan e Lily volevano frequentare nel mondo umano. Vedere James illuminarsi a quelle parole gli scaldava il cuore, e niente poteva raffreddarlo.

Leo e Calipso avevano parlato a lungo di James, e alla fine si erano trovati d'accordo che il figlio potesse frequentare la scuola. I figli di Ecate avevano idealizzato degli amuleti speciali che tenevano i mostri a distanza, quindi viaggiare e andare a scuola era piuttosto sicuro. Certo, alcune volte non facevano effetto, ed era per questo che Leo si ritrovava a pensare al trasferimento a Nuova Roma. Lì, James non avrebbe avuto alcun tipo di problema, a parte la voragine nel petto dovuta alla mancanza dei suoi migliori amici. Non poteva fargli questo.

Il settimo compleanno di James era arrivato dopo lunga attesa, e il bambino aveva insistito così tanto con i genitori per la sua festa in giardino che Leo soddisfò la sua richiesta. Lo aiutò con gli inviti e con le decine e decine di decorazioni dei Supereroi Marvel.

Leo, con un po' di paura, inviò gli inviti pure ai suoi vecchi amici, con la speranza di rivederli e riallacciare i rapporti con loro. Vedere James, Lily e Bryan così uniti gli aveva fatto venire un po' di nostalgia sui Sette della Profezia.

Percy Jackson fu il primo a rispondergli, dicendo che era già impegnato con sua madre e sua sorella, ma gli promise di fare un salto al Campo Mezzosangue non appena gli fosse stato possibile. Non disse niente di Nico Di Angelo (o Nico Jackson, ormai?), e Leo immaginò che il figlio di Ade non avrebbe partecipato alla festa per i suoi stessi motivi. Dopotutto, erano sposati, gli impegni di uno erano quelli dell'altro.

Jason Grace, Piper McLean e Annabeth Chase, però, si erano presentati alla festa di James in anticipo, con indosso i costumi da supereroe espressamente richiesti nell'invito. Jason aveva rinunciato al suo costume da Superman per quello di Capitan America, e Leo fu felice che l'avesse fatto. James era molto pignolo, e di certo avrebbe mandato via Jason all'istante.

Piper McLean indossava un aderente costume nero per il suo personaggio, Black Widow. Leo la trovò stupenda, e parecchio sexy, ma visto che Calipso si trovava nei paraggi, evitò di fare lo scemo. E Annabeth aveva optato per Capitan Marvel: con quei lunghi capelli biondi e lo sguardo serio, le somigliava parecchio.

Solo quando vide Annabeth chiacchierare allegramente con Piper e Jason, Leo si rese conto che Percy aveva rifiutato a causa sua. Forse non voleva farsi vedere da lei, per evitare di ferirla. Leo fu felice che Percy avesse rifiutato il suo invito. Non voleva che niente e nessuno rovinasse la sua festa.

E quando vide Hazel Levesque in avvicinamento, con un costume nero, icapelli stretti in uno chignon sulla testa e una maschera che le copriva il volto, dal quale spuntavano due orecchie nere a punta, Leo sospirò, avvicinandosi all'amica prima che questa potesse fare un altro passo.

«Mi dispiace, Catwoman non è della Marvel.» disse Leo, ripetendo le parole che James gli aveva inculcato in testa il giorno prima. «Tu non puoi passare.» aggiunse, ma quella era una citazione per sé stesso, per rendersi felice.

«Catwoman?» ripeté Hazel, aggrottando la fronte. Sembrava in imbarazzo, ma il suo sguardo era duro. «Sono Black Panther.»

Leo sbatté le palpebre e la guardò meglio. In effetti il costume era ben diverso da quello in pelle nera di Halle Barry.

Io non amo gli uomini. Amo solo luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora