71. Amori nuovi e passati

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Will era appoggiato contro il muro della sua cabina e fissava la 13 in silenzio, con le braccia incrociate, tenendo d'occhio i movimenti del figlio di Ecate. Il ragazzo era ancora lì, a tre metri di distanza dalla porta di Hazel, come indeciso su cosa fare, se bussare o andarsene. E Will lo controllava, pronto ad intervenire se la sua reazione non gli fosse piaciuta.

Era uscito dalla sua camera non appena aveva visto passare Hazel. Non che stesse controllando l'orologio e la finestra ripetutamente, infastidendo Bryan che provava a leggere un libro sugli animali. Semplicemente gli era caduto l'occhio più volte su...

Al diavolo. Stava controllando che la sua amica tornasse a casa reggendosi sulle sue gambe, che il figlio di Ecate non stesse abusando di lei. Aveva passato tutta la serata in attesa, con il cuore a mille, arrabbiato con sé stesso per non averla seguita come era stata sua intenzione.

Will aveva quasi mandato un messaggio a Leo per chiedergli se potevano usare Festus per seguire l'appuntamento di Hazel, ma Bryan, forse temendo che stesse per chiamare la figlia di Plutone, gli aveva requisito il cellulare.

Forse era meglio così. Vedere Leo, alle otto di sera, per pedinare la loro comune amica, non era la migliore delle idee, riflettendoci meglio. Soprattutto con un giro romantico su Festus per seguire le vicende di un appuntamento...

Con un sospiro, Will tornò al presente. Era inutile fantasticare su quello che avrebbe potuto succedere. Bryan gli aveva impedito di fare una cavolata, e ne era contento. Dopotutto, stava con Connor Stoll, adesso...

Scacciò via quel pensiero. Non doveva pensare a sé stesso, ma ad Hazel Levesque e Raul Aviles. Doveva andare da lei, controllare che il ragazzo non decidesse di forzare la porta con la magia...

Ma il figlio di Ecate si voltò proprio in quel momento ed entrò nella sua cabina. Will sorrise, pensando che fosse la scelta migliore, e aspettò ancora un minuto prima di incamminarsi. Controllò che Raul non lo stesse fissando dalla cabina 14 e bussò alla porta della sua amica. Lei gli aprì al secondo tocco, come se se lo fosse aspettata.

«Will.» mormorò Hazel, e Will impiegò meno di un secondo a capire il suo stato d'animo. Era nervosa, triste, arrabbiata, e in procinto di mettersi a piangere.

«Piccola.» disse Will, chiudendosi la porta alle spalle e portandole una mano sul viso. Le accarezzò la pelle calda, per un attimo indeciso se confortarla o andare da Aviles per prenderlo a calci nel sedere. «Cosa ti ha fatto?»

Hazel sbatté le palpebre, forse per chiedersi di cosa stesse parlando, e sospirò.

«Raul è stato meraviglioso.» disse lei, togliendosi la giacca e guardandola con tristezza. «Un vero gentiluomo.»

Will le prese la giacca, appendendola in modo automatico. «Allora perché... sei arrabbiata?»

Hazel si limitò a sospirare, prima di bloccarsi. Si avvicinò al divano e vi sedette sopra, allungando le gambe sul tavolino. Will fu subito in ginocchio accanto a lei, in attesa.

«Sono arrabbiata perché...» mormorò Hazel, interrompendosi. «Non lo so nemmeno io, a dirla tutta.»

Will annuì appena. Allungò una mano verso i tacchi dell'amica e li sfilò con dolcezza.

«Ho passato una bella serata.» disse la figlia di Plutone, guardando ogni suo gesto. «Mi sono sentita... bene, con Raul. Non ha fatto nulla di indecoroso. Ha pagato la cena, e poi io ho pagato il dolce e qualche giostra.»

«Giostra?» ripeté Will, perplesso.

«Siamo stati al luna park.»

«Oh.» Will posò le scarpe sul pavimento, pensando che lui e Leo avevano parlato di Luna Park qualche giorno prima. Ma voleva ancora uscire con il figlio di Efesto, dopo quanto avesse visto sul taccuino di Travis? Se Leo lo considerava allo stesso livello dei figli di Ares, significava che non lo aveva proprio perdonato.

Io non amo gli uomini. Amo solo luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora