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Spookey fuggì nel suo piccolo divanetto per acciambellarsi e cercare di dormire nonostante, nell'appartamento, si sentissero solo gli ansiti dei due uomini che, intenti a baciarsi, staccandosi solo il necessario per togliersi i vestiti di dosso, sbattevano ovunque e lanciavano vestiti in aria alla ricerca della camera da letto. Solitamente, Cameron, non portava i ragazzi nel suo letto ma, quella sera, preso da un'irrefrenabile passione e totalmente sconvolto dalla bellezza dello sconosciuto, non ci pensò due volte prima di chiudersi la porta alle spalle e dare una piccola spinta al ragazzo, lasciandolo cadere di schiena sul materasso.

Senza proferire parola, i due, continuarono a unire le loro labbra con baci umidi e profondi. Ormai, del tutto spogli dei loro abiti, le posizioni erano ben chiare, così come i ruoli: difatti, Cameron, si posizionò tra le gambe del giovane e non passò molto prima che, dopo aver preso le dovute precauzioni, i loro corpi si unissero fino a formarne uno.

La passione si poteva toccare con mano in quella stanza.

In tanti anni, Cameron, non era mai stato così preso da un rapporto intimo con qualcuno, solitamente infatti, si limitava a liberare il suo istinto, non si concentrava troppo sui baci o sul viso della persona con cui stava facendo sesso, anzi, erano ben altri i pensieri che ne aumentavano l'eccitazione, come il fatto che fosse lui, e solo lui, a comandare la situazione. Ma, in quel momento, il sottile filo di lentiggini del giovane, il volto arrossato, la leggera patina di sudore e quel piercing al labbro già gonfio per i baci, catturarono così tanto l'agente, che si rese conto, solo ad amplesso finito, di non aver dato tregua a quelle labbra.

Senza fiato, accaldato ma soddisfatto, Cameron uscì da quel giovane senza nome, si lasciò cadere sul letto, proprio accanto a lui e, voltandosi dalla sua parte, gli passò delicatamente la mano tra i capelli scuri. Un gesto automatico che rappresentava un affetto che, in realtà, non c'era proprio tra i due ma che, ugualmente, l'agente non esitò a fare.

Troppe cose strane erano successe in quella sera. Quel giovane sconosciuto, stava liberando istinti che l'agente non sapeva nemmeno di avere.

**

La mattina successiva, complice il cellulare che continuava a squillare ininterrottamente, Cameron venne svegliato da una lingua umida e da un respiro affannoso che continuava, nonostante le continue lamentele del biondo, ad agire sulla sua faccia.

Spookey, affamato, cercava le attenzioni di Cameron e questi, cercando di tenere a bada il cane e, contemporaneamente, rispondendo al telefono, notò di essere solo tra le lenzuola.

"Un peso in meno.", pensò, guardandosi intorno, nella stanza vuota.

Eppure, al contrario delle solite esperienze da una botta e via in cui, la mattina successiva, doveva praticamente sbattere fuori dal suo appartamento il partner momentaneo, quella volta, forse anche per via della facilità con cui si liberò del giovane, si sentì come svuotato, come se mancasse un pezzo.

Una sensazione che non aveva mai provato prima.

«Pronto?» rispose, con la voce arrochita dal sonno.

"Bell'addormentato! Alza le chiappe che il capo ci aspetta tra mezz'ora!" urlò dall'altra parte Vince. Cameron, automaticamente, chiuse la chiamata, senza rispondere ulteriormente, per poi lanciare il cellulare sul cuscino vuoto accanto a sé e passare una mano sul volto stanco.

Si alzò, ciondolante, per dirigersi verso la cucina e riempire la ciotola di Spookey con i suoi croccantini preferiti. Fece lo stesso per sé, riempendo con il latte una grossa tazza larga e versando una gran quantità di cereali colorati al suo interno.

In fondo, era un bambinone.

Arrivato al distretto, dopo una breve passeggiata con Spookey, si rese conto di aver pensato spesso al ragazzo ribelle con cui aveva passato la notte. Quanti anni poteva avere? Di certo era giovane. Inoltre, si era accordo di aver sentito raramente la sua voce e più che parole, ne sentì i gemiti e poi, il fatto che se ne fosse andato nel bel mezzo della notte, senza dire niente, aveva lasciato interdetto il poliziotto, abituato a tutta una serie di avances post amplesso che, solitamente, lo infastidivano a tal punto di cancellare, per sempre, i volti e i numeri dei tanti compagni momentanei che aveva avuto nella sua vita.

I DID IT, FOR LOVE.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin