18 Capitolo

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The scientist- Coldplay

Mi è sempre piaciuto camminare e dopo una cioccolata fa più che piacere. Come ho detto l'aria di questo periodo mi piace particolarmente. Non lo so descrivere ma dà un senso di vera pace. Di fianco a me Tyler non ha detto chissà quali cose. Sa essere molto lunatico anche tre volte più di me. Come se ci fossero momenti in cui la sua mente gli dicesse di dover parlare il più possibile per poi spegnere la sua energia in pochissimo tempo.

In realtà nemmeno io sono di tante parole, marcisco nel silenzio da sempre. Da quando successe l'incidente parecchie volte mi era capitato di rimanere in silenzio, in casa, da sola.

Quel silenzio però sembrava una bolla in sospensione che voleva scoppiare appena le mie urla di sfinimento lo permettevano. Era un silenzio assordante che ti rompeva i timpani come se in quella casa ci fossero state casse gigantesche da cui proveniva il rumore di vetri infranti ad altissimo volume.

Sospiro al ricordo di tanta angoscia e subito il bisogno di chiudermi in camera e danzare mi arriva al cuore.

Saranno le 12 ormai, Tyler non è voluto tornare a casa. E io anche se avessi voluto lasciarlo da solo non sarei riuscita a trovare la strada di casa facilmente.

Quanto si capisce che non gli piace stare fermo un secondo e anche se impercettibilmente qualcosa mi dice che a volte vorrebbe andarsene da qui.

D'altronde quando non si sta bene in un posto si preferisce cambiare aria.

Purtroppo io non posso capire come ci si sente perché per quanto mi riguarda mi hanno portato via dal posto in cui amavo stare.

Dovrei anche chiamare la zia...ho dimenticato di telefonarle dopo l'ultima volta qualche settimana successiva al mio trasferimento.

Aveva detto che la situazione economica stava migliorando un po' e questo mi fa bene, sapevo e so che la cosa era difficoltosa ma confidavo nel fatto che una volta sistemato tutto sarebbe stato un passo grande per la zia e per suo marito. Avevano sempre lavorato duramente per raggiungere i proprio obbiettivi e anche stavolta stanno riuscendo nel loro intento.

Ispiro un po' dell'aria per cercare di rilassarmi.

Ho così tanto bisogno di essere in quella serra, in quelle stanze. Magari sulla quella sedia a leggere mentre la mamma cucina un bel pranzo aspettando con ansia il ritorno di papà per mangiare insieme come facevamo in passato.

"Nana!" Sento scuotermi improvvisamente la spalla al che mi giro di lato e mi ritrovo tra le braccia di...Aaron? I miei occhi dapprima persi, poi sorpresi, ora sono più sereni. Io sono più serena.

"Aaron!!"

Che ci fa qui? Non dovrebbe essere a lezione?

"Non sei a lezione?" Dico mentre mi allontano guardandolo confusa.

"Dovrei chiederti la stessa cosa" mi sorride per un attimo poi sento una pressione sulle mie spalle: due mani grandi e calde.. Tyler.

Il fiato sul collo è pesante. La presenza di Aaron non gli piace. Lato protettivo: mode on. Sbuffo. A volte questa cosa può diventare davvero snervante.

I due si guardano per del tempo che sembra non finire più.

"Tess direi di andare" lo sguardo di Aaron è ancora fisso davanti a se come se quello di Tyler non gli permettesse di smuoverlo dal suo.

La mascella indurita del ragazzo davanti a me e la tenzione sulle mie spalle ancora coperte dalle mani di mio fratello mi preannunciano che qualcosa tra di loro non va e non sono io il motivo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2017 ⏰

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