capitolo uno

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<Sì mamma, ho messo in valigia tutto ciò che mi potrebbe servire> le risposi, non riuscivo proprio a capirla quella donna, ero io quella che l'indomani sarebbe dovuta partire per Modena per insegnare ai miei idoli i balli caraibici, eppure la più euforica delle due era lei...
<Sei sicura Annie?> chiese con insistenza
<Sì mamma, sicurissima> risposi seccata, a volte sapeva davvero essere insopportabile
<Va bene> disse <buonanotte cucciolotta mia>
<Buonanotte mami >le dissi prima di cadere in un sonno profondo.

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<Dai sbrigatevi il treno sta per partire> urlò mio padre a me e mamma.
<Siamo arrivati giusto in tempo> dissi ansimando dopo la corsa appena fatta per raggiungere il mio binario.
<Bhe Annie, mi raccomando...> iniziarono a dire i miei ma li interruppi
<Sì sì tranquilli faccio la brava, non preoccupatevi non ho più cinque anni ne ho ben diciassette e posso cavarmela benissimo questa estate> dissi, e dopo aver dato ad entrambi due baci sulle guance salì sul treno.
Dopo poco riuscì a trovare il mio vagone, per fortuna è vuoto pensai, mi sedetti vicino al finestrino per poter ammirare un po' il paesaggio, misi le mie adorate cuffiette e sotto la voce melodiosa di Whitney Houston mi addormentai. Un'oretta e mezza dopo la suoneria del mio IPhone mi svegliò, e senza neanche guardare chi fosse risposi:
<Pronto>
<Goodmorning mora> disse una voce alquanto familiare
<Buongiorno anche a te bionda> le risposi ridacchiando, era Kate la mia compagna d'avventura, ci sentivamo da poco più di una settimana su WhatsApp per organizzare tutto il programma di ballo da far svolgere ai due fanciulletti questa estate.
<Volevo solo dirti che ti verrà a prendere dalla stazione a Milano Enrico, Enrico Romano, il loro direttore artistico >
<Ah menomale> le dissi tirando un sospiro di sollievo
<Perché hai sospirato?> chiese divertita
<Sono felice che mi venga a prendere lui così almeno non rischio di perdermi per la città> risposi sinceramente alla sua domanda ridendo e dopo neanche un secondo si unì a me in quella buffa risata.
Parlammo un po' le chiesi di come fosse andato il suo viaggio e di molto altro e poi ci salutammo perché fra tutt'e quelle chiacchiere si era fatta ora di pranzo.

Verso le sei del pomeriggio arrivai finalmente a Milano, e non so perché ma mi sentivo un po' strana ma non diedi a questo molto peso pensando che forse il viaggio mi aveva stancato un po'. Scesa dal treno mi ritrovai di fronte una scena da film americano, Enrico con una mano reggeva un enorme cartellone in mano con su scritto il mio nome e l'altra la sventolava in aria per salutarmi, mi avvicinai pian piano a lui e senza pensarci due volte lo abbracciai e gli diedi due baci
<Buon pomeriggio anche a te Annarita> mi disse sorridendo
<Buon pomeriggio> dissi <però ti prego Enrico non chiamarmi Annarita, non mi chiamano così neanche i miei genitori, puoi chiamarmi Annie>
<D'accordo Annie, ora andiamo meglio non perder tempo , raggiungiamo subito i ragazzi che non vedono l'ora di conoscerti, e immagino che anche tu non stai più nella pelle> ridacchiò.
<Sì hai ragione,andiamo> risposi sorridendogli, ricambió il sorriso e mi fece strada fino alla macchina dove erano stati già portati tutte e cinque le mie valigie.

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<Su dai per di qua Annie, dobbiamo sbrigarci siamo in ritardo la riunione con Massimo sarà già iniziata da almeno un quarto d'ora > mi disse Enrico facendomi strada per i corridoi della Warner
<Sì lo so che siamo in ritardo però non potevo non fermarmi da Laduree per prendere i macarons alla vaniglia> dissi con voce innocente, e ovviamente lui scoppiò a ridere, dovevo sembrare davvero buffa.
Salimmo fino all'ultimo piano con l'ascensore e Enrico si fermò di scatto e io andai a sbattergli contro.
<Ecco ci sei quasi , per raggiungere la sala conferenze devi scendere queste scale, ti stanno aspettando tutti, mi raccomando fatti valere> disse e poi mi strinse la mano
<Grazie, ci proverò> risposi io con una nota di insicurezza.
Presi coraggio e inizia a scendere le scale, in quel momento non so perché tremavo e mi complessavo pensando a cose stupide come "sono pettinata?" oppure "ho fatto bene a indossare dei semplici jeans e una camicetta?" , per fortuna una voce mi fece rimettere i piedi sul pianeta Terra,
<È in ritardo di mezz'ora > disse Massimo
<Eccola, finalmente mora> disse Kate sfoderando un super sorriso
<Sì eccomi qua finalmente, scusate per il rit...> non feci tempo a finire la frase quando inciampai per le scale e rotolai fin giù .
<Ahi che male> dissi tentando di sollevarmi da terra, poi però mi accorsi che ero caduta su qualcosa di morbido, forse sarebbe stato meglio dire qualcuno visto che appena aprì gli occhi me ne trovai a pochi centimetri di distanza dai miei un paio color azzurro cielo che mi sorridevano.
<Scusami> dissi al ragazzo che si trovava ancora sotto di me
<Bhe è un piacere conoscerti ballerina mia> mi disse Federico sorridendomi. O mio dio pensai, ha un sorriso che spiazza, gli sono caduta addosso e mi ha anche detto che sarò la sua ballerina??? NON PUÒ ESSERE.

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Ciao a tutti, io sono Annie e questa è la prima FanFiction che scrivo. A quanto pare la nostra Annie è un po' sbadata e ha fatto conoscenza con il suo ballerino in una maniera un po' buffa. Chissà cosa le aspetterà quest'estate... Spero che vi piaccia questo primo capitolo e spero che continuiate a seguirmi.
Un bacio
Annie💕

The power of Dream | Benji&Fede | Where stories live. Discover now