Nuove e vecchie amicizie

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Una lama di luce scivolò lentamente nel rifugio attraverso la piccola canna fumaria del camino, donando una illuminazione dorata a tutto l'ambiente.

Alina si svegliò lentamente accompagnata dal tepore di un corpo alle sue spalle. Rimase in ascolto del respiro regolare del ragazzo, sembrava sereno. Stretta nel suo abbraccio, vagò col pensiero nei ricordi della sera precedente.

Quando aveva sentito la voce di Erik alle proprie spalle, aveva creduto di essersi illusa. Erano ore che si preoccupava per lui, cercando di tenersi occupata con la preparazione di  ciò che il ragazzo le aveva chiesto. Voltandosi se lo era trovato davanti, completamente nudo, ferito ma vivo. In quel momento aveva provato sollievo, sarebbe corsa ad abbracciarlo se non si fosse presentato in quelle condizioni. I suoi occhi, come controllati da volontà propria, avevano vagato sul torace tonico, sulle braccia scolpite e si erano spinte fino ad una sottile striscia di peli scuri che scendeva verso il basso. Aveva costretto i propri occhi a risalire di scatto, arrossendo come una scolaretta. Non era riuscita a proferir parola per un bel po', bloccata dall'imbarazzo. Il comportamento del ragazzo poi non l'aveva aiutata. Pur alleggerendole il cuore con quell'atteggiamento spavaldo e scherzoso, l'aveva messa se possibile ancor più in imbarazzo. Quello che più di tutto l'aveva sorpresa era stata l'arrendevolezza con cui le aveva concesso di prendersi cura di lui in quel frangente.

Scostò delicatamente il braccio di Erik, che la teneva ancora per la vita, abbracciandola dolcemente, e si alzò. Sperando che il ragazzo si svegliasse dello stesso umore della sera precedente, decise di preparare la colazione e quanto necessario per medicare ancora le sue ferite. Riaccese il piccolo fuoco sopra le braci ormai spente e si mise a lavoro con rinnovato entusiasmo.

Erik fu svegliato dal profumo di cibo che si diffondeva nel piccolo rifugio. Fece un rapido controllo del proprio corpo, scoprendo che, nonostante fosse irrigidito e indolenzito, rispondeva ai comandi. La spalla era, assieme al fianco, il punto più critico, ma era messa meglio del previsto. Aprì gli occhi, quasi controvoglia, e l'immagine che si trovò davanti lo fece immediatamente sorridere. Alina era accovacciata davanti al piccolo camino, indaffarata davanti alla pentola dalla quale proveniva il buon profumo che lo aveva svegliato. Lasciò vagare il proprio sguardo sulla figura sottile: era dimagrita, notò con un moto di rabbia. Quella mattina la ragazza portava i capelli raccolti un una treccia che le arrivava a metà schiena e seguiva i suoi movimenti con dolcezza. Quando la ragazza si voltò, probabilmente sentendosi osservata, i loro occhi si incontrarono, ed Erik non poté non sorriderle.

<buongiorno, Erik. Come ti senti?> chiese la ragazza, avvicinandosi e ricambiando il sorriso.

<decisamente meglio.> le rispose lui. <oggi stesso, in serata, ci rimetteremo in viaggio verso Nido dl Drago.> la informò, tornando ad essere il soldato di sempre.

<ma non possiamo! Non sei ancora abbastanza in forze Erik, e poi ci siamo appena fermati.> protestò la ragazza, infervorandosi. Quel ragazzo mancava dell'istinto di autoconservazione, pensò  stizzita.

Erik era già sul punto di risponderle per le rime, spinto dall'orgoglio più che dal buon senso, ma una voce nuova li interruppe.

<ha ragione la ragazza, amico. L'ho sempre detto che manchi di buon senso a volte.> era una voce maschile che proveniva dall'entrata del rifugio ancora immersa nell'ombra. <Mi devi una passeggiata sul litorale, Augustus, ho vinto io> aggiunse la voce con tono divertito.

All'udire quella voce nuova Alina si era posta d'istinto davanti al ragazzo che era ancora steso, sguainando il pugnale che lui stesso le aveva affidato.

Dalla penombra emersero due figure maschili. Si muovevano con calma, non come se avessero intenzione di attaccarli e questo le sembrò ancora più strano dell'invasione stessa.

Rebirth - l'albero del silenzioWhere stories live. Discover now