Un ospite inatteso

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L' inverno era alle porte ormai e con esso il ballo organizzato annualmente dalla comunità. Tutti gli studenti e le studentesse dell'istituto di formazione erano tenuti a partecipare all' organizzazione dell'evento cittadino.

<Sei diventata una splendida giovane donna Alina.> una voce maschile soffiò alle sue spalle.

Alina sussultò, e rispose senza voltarsi. Aveva imparato a conoscere quella voce, dolce e imperiosa al tempo stesso.

<Alexander, è sempre un piacere incontrarvi.> accennò un inchino.

< tra quattro anni debutterai in società, non è così? > le chiese il giovane

<esattamente.> rispose lei

<Alexander! Lasciate in pace mia sorella. È fin troppo cortese per non rispondervi, ma non vuole essere importunata.> un ' altra voce, femminile questa volta, raggiunse i due.

< la dolce Vittoria è venuta in vostro soccorso.> sussurrò Alexander ironico.

<Vittoria per favore niente rumore inutile.> la voce di Alina era bassa e ferma.

Vittoria, più piccola della sorella di un paio d'anni, sbuffò irritata.

<è ora di tornare a casa. Perdonateci Alexander, siamo di fretta. Con permesso.> la voce della ragazza era gelida e tagliente.

<perdonate mia sorella Alexander, è solo molto protettiva nei miei confronti.> Alina simulò un altro inchino prima di allontanarsi al seguito della minore.

Procedettero per un po' in silenzio, accompagnate solo dal rumore ritmico delle suole contro il lastricato. Solo quando si furono lasciate alle spalle il grande edificio squadrato dell'istituto, l' atmosfera si distese.

<Vittoria dovresti rivolgerti con più garbo nei confronti di un ibrido, specie se è il capo delle guardie di tutti i distretti vicini.>

<è un viscido e per di più gira voce che ti voglia come sua compagna una volta che sarai entrata in società. >

<manca ancora del tempo Vittoria, e sino a che non sarà giunto il momento di prendere una decisione è bene che i rapporti rimangano distesi. È chiaro?>

La sorella non rispose.

Quando rientrarono in casa ad accoglierle c'era un delizioso profumo di zuppa e pane caldo e la voce della madre che cantava per la più piccola delle tre figlie.

<siamo a casa.> avvisò Alina.

<come è andata la giornata?> chiese loro la madre quando la raggiunsero nella sala centrale della casa.

Alina fulminò la sorella con lo sguardo affinché non raccontasse nulla.

Nella sala, davanti al grande camino acceso, erano sedute una donna sulla quarantina e una bambina di appena cinque anni. Accanto a loro, accucciati sul grande tappeto colorato, riposavano una coppia di lupi adulti e la loro unica prole, una lupa fulva, ormai anch'essa quasi adulta.

<giornata tranquilla madre.> rispose Alina con un sorriso.

<Alina ha brillato come al solito,madre. La direttrice dell'istituto l' ha elogiata ancora una volta durante il pranzo.> aggiunse Vittoria, abbandonando di peso la propria sacca sul tappeto.

<e tu Vittoria?> la incalzò la madre.

<ha dato il meglio di sé durante gli allenamenti del corpo di guardia.> rispose Alina, con un ampio sorriso sul volto.

<e la nostra piccola Helena? Cos' ha imparato oggi?> chiese la ragazza con la precisa intenzione di evitare che il precedente intervento oscurasse il morale della madre e della sorella.

Rebirth - l'albero del silenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora