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È da tutto il giorno che ignoro Sam. Mi sono imposta di non guardarlo nemmeno per un secondo, di ignorarlo fino al momento in cui verrà a bussare alla mia porta per portarmi a cena.
Questa situazione, se da un lato mi fa sentire euforica e stimola la mia curiosità, dall'altro mi fa sentire molto a disagio. Incrociarlo durante le nostre lezioni in comune mi ricordava immediatamente di avere in programma un appuntamento proprio con lui e dunque che ci sta provando con me. Il tutto con Clary, la sua ex, seduta dall'altra parte della stanza.

Sono nervosa? Da morire.

Odio i primi appuntamenti. L'ansia che precede il momento di prepararsi, scegliere l'abbigliamento più adatto, l'incertezza sull'esito dell'uscita. Sam mi sembra un tipo normale, ma è anche una persona che sa prendere alla sprovvista. Cambia idea e umore da un momento all'altro, prima è un ragazzo simpatico e il secondo dopo mi provoca e fa battutine scomode.

Non è di certo il mio primo appuntamento, eppure ho sempre paura di trovarmi a disagio, di uscire con qualcuno e non avere niente in comune. Di ritrovarmi immersa in un silenzio imbarazzante, cosa molto comune dato che sono conosciuta per le mie uscite fuori luogo. Di certo non sarebbe un ottimo appuntamento se iniziassi a tartassarlo di domande su Dana, soprattutto dopo tutte le informazioni che mi sono state date da Gordon ed Ellie. Informazioni che non ho ancora rivelato a nessuno e al momento Sam sembra essere il mio unico alleato.

Sono pronta. I capelli sono pettinati, il trucco è perfetto e ho scelto anche un vestito. Bianco, corto fino alle ginocchia, maniche lunghe in pizzo, che lascia la schiena scoperta.

Violet mi osserva dal suo letto, ma non si esprime. Poco fa mi ha ripetuto almeno due volte le basi per un appuntamento perfetto, però sembra aver perso tutta la voglia di chiacchierare.
Non è convinta di questa mia uscita con Sam, glielo leggo negli occhi, ma non capisco perché. Ha finto, per tutto il tempo, di essere entusiasta per me, supportata da Jena che invece era veramente esaltata.

Neanche farlo apposta, Jena fa il suo ingresso in camera. Ormai sono abituata al fatto che lei e Sam, alle volte, entrano nella nostra stanza da un momento all'altro, molte volte senza permesso. Tutto ciò che è nostro, è anche loro. Questo perché sono amici di Violet, io semplicemente mi adatto.
Non mi dispiace, però. La compagnia di Jena, almeno. Con Sam non riesco mai a trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo.

«Aimee, sei stupenda!» esclama Jena.
«Troppo elegante?» chiedo.
«Assolutamente no.»

Mi stringe in un forte abbraccio, che rispetto alla prima volta ricambio con serenità.
Ho notato che Jena è una ragazza molto affettuosa e con una sfrenata passione per gli abbracci. Lentamente mi sono abituata a questo suo perenne entusiasmo e affetto.
Jena è un'anima così innocente che la sua sola presenza mi fa stare più tranquilla.

Bussano alla porta e sento il cuore sprofondare. È arrivato. Quando apro, mi ritrovo davanti un Sam diverso dal solito. Indossa una giacca, una camicia e dei jeans, nulla di eclatante, ma è il suo sguardo a essere diverso.
Mentre posa i suoi occhi sul mio vestito e lo vedo deglutire con difficoltà, mi accorgo che è il suo modo di fare a essere diverso.
Non è più il solito arrogante, è molto nervoso. Rendo Sam Stark nervoso.

«Stai molto bene» dice.

Jena sbuffa. «Tutto qui? "Stai molto bene"?» lo scimmiotta. «Potevi impegnarti un po' di più, Sam.»

Saluto le due ragazze, facendo attenzione a evitare lo sguardo indagatore di Violet, e lo seguo fino alla sua auto.

Per tutto il viaggio restiamo in silenzio, il che, di norma, sarebbe terribile. Iniziare un appuntamento in silenzio, senza dirsi nulla, mi farebbe venire voglia di scappare e tornarmene in stanza, ma con Sam è diverso. È un silenzio rilassante. Lui guida, è concentrato sul cambio e il volante, prende le curve con dolcezza, mentre io osservo il panorama.

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