Prologo

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Questa storia contiene scene cruente, sangue e violenza. Se possono urtare la vostra sensibilità, vi sconsiglio di procedere con la lettura. Non mi offendo, prendetevi cura di voi stessi!

Per i veterani, ben tornati! Questa storia è rimasta a prendere la polvere per anni, è ora di darle una sistemata. Per i nuovi arrivati, grazie di essere qui e spero che il viaggio di Aimee possa appassionarvi. 🫶🏻

È bello essere tornati.

Buona lettura.

Aimee è talmente concentrata sulla pioggia da non accorgersi di essere quasi arrivata a destinazione

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Aimee è talmente concentrata sulla pioggia da non accorgersi di essere quasi arrivata a destinazione. Ascolta il ticchettio delle gocce sordo, preciso, quasi scandisse il tempo. Il vetro è talmente appannato da non riuscire a vedere oltre, rendendo le ultime ore di viaggio infinite. La finestra è sudicia, riesce a vedere le impronte di altri viaggiatori rimaste su quei vetri da chissà quanto tempo. Ci sono anche le orme dei minuscoli nasi di qualche bambino rimasto ammaliato dalla vista del mare, azzurro e implacabile. In fondo non capita tutti i giorni di viaggiare su un treno che passa sull'acqua.

L'intero vagone è gremito di voci, sembra quasi che i passeggeri stiano facendo competizione a chi usa il tono più alto. C'è un'anziana che elenca al marito cosa prendere al supermercato, dei bambini che schiamazzano, un giovane che guarda un film senza cuffiette. Aimee vorrebbe solo godersi la pioggia, non è pronta a separarsene, le piacerebbe sentire il suo scrosciare malinconico per un'ultima volta. Invece, il treno è quasi insonorizzato. Deve sforzarsi per sentire i ticchettii, deve fingere di essere l'unica nel vagone.

Prende dalla borsa il volantino della nuova scuola, pagine e pagine di mappe, incontri, premi ricevuti da altri studenti. Fa un respiro profondo, cerca di tranquillizzarsi ripetendosi che è solo il primo giorno in una nuova scuola. Una cosa che fanno tutti, una cosa banale. La sua pelle diafana si è arrossata, le gote sembrano pronte a incendiarsi. È così tenera, a guardarla. Rimarrei a fissarla per ore. Farei qualsiasi cosa per averla con me.

La Haldell è una prestigiosa scuola artistica che offre corsi di scrittura, arte, fotografia, lingue, architettura. Aimee odia l'arte, anzi, la detesta, ma dopo essere stata rifiutata da tutti gli altri istituti in cui aveva fatto domanda non se l'è sentita di deludere i suoi genitori e rifiutare un'opportunità simile. E poi, la curiosità ha avuto la meglio. Se solo sapesse come sono gli studenti di quel posto, ho avuto modo di conoscerne alcuni.

Aimee, in ogni caso, è proprio una creatura curiosa. Vuole sempre ficcare il naso ovunque, giurerei che una delle orme sul vetro potrebbe essere la sua. Resta nascosta nella sua felpa, il cappuccio tirato per nascondere i capelli rossi. Nuova scuola, nuova città: Hauntown, la Città Rifugio. Nome particolare per un'isola circondata dal mare, quasi inquietante. Non ci si può nascondere a lungo, in un posto del genere. Un bel cambiamento per lei, abituata al freddo della sua amata Forks: Hauntown è la città preferita del sole, che non l'abbandona mai. Sette giorni su sette un caldo infernale, nessuno scampo.

«Annunciamo ai viaggiatori che la prossima fermata, Hauntown, dista un'ora.» La voce metallica graffia contro le casse del treno.

Aimee sbuffa, come il treno che riparte per raggiungere una nuova meta.

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