Abigail allungò una mano per sfiorarla, ma quella si spostò.

Anche a costo di sembrare una pazza, Abigail domandò: «Dove sono?»

Con sua grande sorpresa, la palla di luce le rispose.

«Dovresti saperlo» disse.

Abigail sgranò gli occhi e fece un saltò indietro. La voce che le aveva appena parlato era quella di Lisa, sua figlia.

«Lisa, tesoro!» esclamò.

«Non sono lei» replicò la palla di luce con vivacità. «Io sono semplicemente una replica, Abby. Il tuo cervello ha selezionato la voce di quella splendida bambina e... beh, eccomi qua!»

Il suo cervello? Selezionato?

La palla di luce sbuffò, proprio come faceva Lisa quando sua madre non capiva ciò che le stava dicendo. «Ancora non hai capito dove ti trovi?»

Abigail scosse il capo, ancora confusa.

«D'accordo» disse la palla di luce, sospirando. «Mentre ci lavori su, ti va di fare due passi? Basta che mi segui, e cerca di allontanare il rumore»

«Quale rumore?» le chiese Abigail, corrugando la fronte. «E dov'è mia figlia?»

La palla di luce sbuffò una seconda volta. «Lisa sta bene, di lei non ti devi preoccupare. Il rumore di cui parlo lo conosci bene, comunque. È quello che ti ha accolto qui, poco fa»

Come se l'avessero chiamato, il bip riprese e Abigail si coprì in fretta le orecchie con le mani. La palla di luce sembrò annuire, affermando silenziosamente che si stava riferendo proprio a quel suono. Questo si affievolì e Abigail seppe che le bastava pensare ad altro.

La sua attenzione si spostò quindi sul posto in cui la palla di luce la stava conducendo. A lei sembrava di camminare sul posto, eppure, in un paio di minuti, davanti a lei apparve un cancello automatico che si aprì cigolando.

Forse ci sono già stata qui, si disse, bagnandosi le labbra con la lingua.

Alti pini dagli aghi verdi costeggiavano un viale a lei familiare. Lo attraversò rimanendo dietro alla palla di luce, guardandosi intorno. Il cielo non esisteva in quel posto, ma sotto i suoi piedi la ghiaia scricchiolava.

«La riconosci quella casa laggiù?» le domandò la palla di luce.

Un raggio luminoso, simile a un braccio, si staccò dall'oggetto fluttuante e indicò una casa a due piani. Una metà del piano terra era fatta esclusivamente di vetro e Abigail, concentrandosi, riuscì a scorgere un albero di Natale. Il resto della casa era dipinta di un bianco così intenso che assomigliava a candida neve.

Abigail scavò nei suoi ricordi e sorrise, sentendo la nostalgia crescere ad ogni passo. «Certo che sì»

Aveva partecipato ad un gioco, quando ancora frequentava il liceo. Lo scopo era quello di passare un mese intero in compagnia di un amico in una casa che i Creatori – come si facevano chiamare loro – avevano affittato.

«C'era una ricompensa, per la coppia di amici che arrivava alla fine di Dicembre senza infrangere il regolamento» spiegò Abigail alla palla di luce. «Era un periodo in cui io e mamma avevamo bisogno di soldi e quindi le mie priorità erano partecipare e vincere»

«Noah, James e Maya avevano rifiutato la tua offerta, e l'unico che rimaneva era Alex» proseguì la palla di luce per lei.

Abigail non si sorprese affatto che l'oggetto luminoso era a conoscenza dei fatti.

In ogni caso, Alex aveva accettato immediatamente.

Il giorno in cui i Creatori li avevano chiamati, per comunicargli che erano stati selezionati per il gioco, Alex e Abigail avevano saltato scuola. Lui l'aveva portata all'Irresistible dove avevano bevuto cioccolata calda – quella buona e profumata che preparava Pit, il gestore del locale.

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