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|Incubi|
Era un sogno... tranquilla

(Umi's pov)

Midori stava piano piano tornando come prima, però ogni notte faceva degli incubi e si svegliava gridando. Io ero sempre lì, il momento prima che si svegliasse.

Non voleva mai parlare dei sogni che faceva, si limitava a piangere e poi riaddormentarsi.

Faceva un po' male a tutta la ciurma questo suo comportamento, lei si stava riprendendo fuori o meglio, fisicamente, ma mentalmente per colpa di quei sogni stava delirando. Si capiva da come stava lontana da tutti noi.

(Midori's pov)

Un'altra notte, iniziavo ad odiarle. Facevo incubi tremendi, era una tortura.
Mi appogiai al cuscino, e chiusi gli occhi.

Nami, vedo Nami appesa per le braccia al muro, è legata con dei rovi... rovi delle mie rose.
Sta piangendo, mi implora di lasciarla andare.
Io sono ferma, chiusa in una gabbia e vedo una ragazza uguale a me davanti a lei.
Schiocca le dita e i rovi iniziano a stringere, poi la stessa me si avvicina a Nami, le sfiora il viso con il dito
- deadly thorns -
I rovi mollano la presa e una grande spina colpisce allo stomaco Nami.
Io grido.

Ho Umi davanti, mi dice di stare tranquilla, dice che era un sogno. Poi Bussano alla porta dell'infermiera, Umi va ad aprire. Lo vedo cadere a terra in una pozza di sangue, lo porta si spalanca e vedo me stessa.

Mi sentii stringere "era tutto un sogno" non era la voce di Umi, mi staccai e vidi Zoro.
"Dov'è Umi?" lo vidi esitare "ha detto che... andava fuori a prendere un po' d'aria..." mi alzai e mi diressi verso la porta, socchiusa. Zoro mi bloccó per un polso "torna a letto è tardi" bastò uno sguardo e mi lasciò andare.
Andai a prua "Umi sei qua?"
Sul prato c'era quasi tutta la ciurma, stavano circondando qualcosa, o meglio qualcuno.
Mi avvicinai e restai pietrificata.
Umi era disteso per terra, aveva una ferita alla fine della clavicola destra, appena sotto. Era un buco praticamente.
Andai di fianco a lui, già piangendo guardai Chopper che negó, come per dire che era troppo grave "dimmi che è tutto un sogno... Umi" appoggiai le mani sulla ferita "sono stata io... è colpa mia" ero arrabbiata con me stessa "no... non è colpa di nessuno, nel sonno stavi... stavi per colpirti da sola... e allora io... io ho pensato di proteggerti... " sussuró con difficoltà
"tu non puoi... ti conosco solo da un mese ma sembra di conoscerti da una vita... tu non puoi andartene... c'è un modo, io lo troverò!"
esclamai poggiando la fronte sulla sua "Midori tu sai le parole che devi dire..." Ame, che cosa intendeva? "che cosa dicevo io per guarirti? " non capivo, ma feci quel che Ame voleva che facessi.
- io son qui per guarirti, starò qui per vederti, e me ne andró per averti! -
Non successe niente, Umi sorrise
"no non può essere..."
"Quante volte te lo ripetevo? Esatto due"
- io son qui per guarirti, starò qui per vederti, e me ne andró per averti!- sentii male alle mani, come se le stessi tendendo sopra ad un fuoco, forse passò un minuto, a me sembrò infinito il dolore.
Tolsi le mani dalla ferita, c'era solo una cicatrice Umi si mise a sedere, era stupito.
Gli buttai le braccia al collo e lo abbracciai iniziando a piangere di gioia, le mani facevano male e non riuscivo a muoverle
"mi hai salvato la vita..." sussuró al mio orecchio "siamo pari" gli risposi, mi staccai dell'abbraccio e guardai gli altri "non so che cosa ho fatto... quella era una filastrocca che mi raccontava Ame per distrarmi quando mi facevo male... così non mi ribellavo quando doveva usare il suo frutto del diavolo, adesso che ci penso è una cosa molto simile al suo potere" non volevo far preoccupare nessuno per le mie mani, quindi le misi in tasca il prima possibile "Beh torniamo a dormire?" suggerì Rubber tutti i annuirono ancora stupefatti.
mi alzai e m'incamminai per l'infermiera, Umi mi bloccó per le spalle girandomi verso di lui.
"cosa c'è?" chiesi sorridendo lui negó con il capo e mi lasciò, tornammo nell'infermeria insieme e mi sdraiai sul letto e guardai il soffitto.
Ero combattuta, volevo stare vicino a lui ma avevo paura di ferirlo ancora, non sapevo che fare.

Nei mesi successivi visitammo varie isole, e scoprimmo che avevo un potere di un'altro frutto del diavolo che però non avevo mai mangiato, praticamente questo potere mi permetteva di far velocizzare la cicatrizzazione delle ferite però ad un costo che ero riuscita a tenere nascosto visto che sulla nave usavo poco le spade, più usavo questo potere più perdevo l'uso delle mani, le sentivo sempre intorpidite.
Mentre lo usavo era come se fossero sul fuoco e dopo era come se fossero in acqua ghiacciata.
Poi quella frase non serviva che la dicessi, forse era Ame che mi fece dono di questo potere.

"sei troppo bassa!" esclamó Umi ridendo "non sono io troppo bassa ma tu troppo alto! Superi perfino Sanji!" Gli urlai contro e lui scoppió ancora a ridere, tornai seria e spostai lo sguardo sul mare "Umi, ma... nella prossima isola... tu andrai via?" chiesi, solo dopo notai che nella mia voce si sentiva la tristezza "no" Disse facendo come me, guardava il mare. Sorrisi senza rendermene conto, ero felice che restava almeno ancora un po' "mi fa piacere" dissi, lui mi guardó "dai andiamo ad allenarci!" mi alzai e negai, le mie mani non mi avrebbero permesso di reggere neanche una penna, reggere una spada era l'ultima cosa che potessi fare in quel momento senza farmi ancora più male, la sensazione di bruciore era praticamente costante, soprattutto quando usavo le mani.
"penso che andrò a fare compagnia a Chopper" mi alzai e corsi all'infermiera, bussai e ricevetti subito il permesso d'entrare "devo chiederti un favore... ma deve restare tra noi due" gli sussurai dopo aver chiuso la porta alle mie spalle
"certo, dimmi tutto" tolsi i guanti che tenevo su ormai sempre per non far vedere le mani, e gliele feci vedere
"ma cosa hai fatto!" esclamó, erano piene di botte e bruciate "ecco, ti chiedo solo di bendarle, posso giurati che non fanno male" mentii per non farlo preoccupare, lui annuì e bendò le mie mani come gli avevo chiesto gentilmente.
Una volta uscita, andai a prua e vidi Zoro che combatteva contro Umi, Umi stava usando le mie spade, gli avevo dato io il permesso.
andai a sedermi lì vicino, mi piaceva vederli combattere erano allo stesso livello.
"preparatevi sta arrivando un temporale molto pericoloso, ammainate le vele subito!" dopo che Nami disse ciò un fulmine illumino il cielo accompagnato con il suo tuono.
Andai alla mia postazione
E mi preparai  a tirare la corda, faceva male e ad un certo punto non sentii più le mani, la corda scivolò via e fu presa al volo da Frenky "sta più attenta la prossima volta, qua ci penso io ora!" dovette urlare poiché il vento era diventato l'unico suono riconoscibile, feci un passo indietro e scivolai sul prato bagnato andai a sbattere contro il bordo della nave e a quel punto sentii il vuoto, ero caduta in mare, la mano di Umi mi prese per il polso, e lentamente scivolavo per colpa della pioggia "afferra la mia mano!" Urlò "Lasciami, fidati di me" risposi, fu quello il momento, era tutto sfocato dalla pioggia vidi Umi allontanarsi segno che mi aveva lasciato, caddi in acqua e iniziai a perdere del tutto i sensi, con le ultime forze che avevo creai un rampicante che portasse fino alla nave o meglio fino ad Umi, e dall'altra parte legato al mio braccio poi persi i sensi...

Gemelli  || One Piece FanfictionWhere stories live. Discover now