11 || Papà

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Logan


"Collins e Donovan, entrate"

Harry è in attesa sulla soglia del suo ufficio, ma non riesco a distogliere lo sguardo da mio padre.

Quando è stata l'ultima volta che l'ho visto? Non riesco neanche a ricordarmelo.

Dopo il divorzio dei miei genitori mio padre non si è praticamente più fatto sentire, se non per il mio compleanno e per natale. Ma anche questi piccoli contatti sono terminati quasi subito.

Saranno almeno due anni che non lo vedo e non lo sento, eppure mi sembrano passate poche ore dall'ultima volta.

Indossa il suo solito abito da lavoro, quello che mette sempre quando deve andare in tribunale, e non sembra invecchiato di un giorno.

Quando sposto lo sguardo su mia madre mi si stringe lo stomaco: ha gli occhi lucidi e si copre le labbra con la mano tremante, e nel suo viso riesco a leggere lo stesso identico dolore del giorno d'estate di quattro anni fa.

Se chiudo gli occhi posso rivivere la scena.

Sono in giardino con Zac, e stiamo giocando a calcetto da ormai un paio d'ore. Gli ho chiesto di venire da me quando sono iniziate le urla: i miei genitori litigano ogni giorno da un paio di mesi, e non riesco più ad assistere ai loro litigi. Ho bisogno di distrarmi.

La porta d'ingresso si spalanca improvvisamente, e vedo mio padre avviarsi a passo svelto verso il garage con una valigia marrone in mano.

"Tuo padre va in vacanza?" Zac ferma il pallone da calcio con le mani e mi guarda con aria interrogativa, ma io scuoto la testa.

"Non lo so, non credo. Aspettami qua" Corro verso la macchina parcheggiata nella quale mio padre sta caricando la sua valigia, e gli tocco la spalla per richiamare la sua attenzione.

"Dove vai papà?"

Lui mi guarda e resta in silenzio per qualche secondo, passandosi una mano tra i capelli.

"Me ne vado via per un po', Logan" apre lo sportello del guidatore e si posiziona sul sedile.

"Cosa stai dicendo? Dove vai?" Stringo il finestrino abbassato con le mani, come a voler trattenere l'auto con me. Forse tenendola ferma posso fargli cambiare idea, forse posso sistemare le cose.

"Io e la mamma abbiamo bisogno di una pausa. Ti chiamo più tardi, va bene?"

Sto per controbattere ma il motore si accende facendomi sussultare, e mi scanso mentre la macchina fa retromarcia nel vialetto.

Sento le lacrime rigarmi le guance, e giro lo sguardo verso la porta d'ingresso: mia madre è sulla soglia, e si stringe il petto con le braccia mentre singhiozza violentemente.

Quando sposto gli occhi sulla strada vedo l'auto sportiva di mio padre sfrecciare con un rombo, e gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre lo saluto con un cenno della mano.

"Andiamo Logan" Mia madre mi posa una mano sulla spalla, risvegliandomi dai miei pensieri.

La seguo all'interno dell'ufficio del preside, e sento la presenza imponente di mio padre dietro di me.

Cody e mio padre si siedono sulle due sedie vicino alla finestra, mentre io e mia madre prendiamo posto dall'altro lato.

Senza neanche pensarci mi metto in mezzo ai miei genitori. Voglio proteggere mia madre dall'uomo che le ha spezzato il cuore, voglio farle sapere che ci sono io a difenderla.

Mio Fratello è un BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora