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"Harry?" mormorò con voce roca "Dove sono? Cosa ci faccio qui?"

Mi presi del tempo per rispondere, troppo impegnato a capire se colui che mi stesse parlando fosse davvero Louis o se mi fossi addormentato vicino la macchinetta del caffè.

Non riuscivo a pensare lucidamente. La mente sembrava vagare dappertutto e da nessuna parte. Le parole sembravano essersi bloccate in gola.

L'unico pensiero fisso era:

Quanto era bello poter riascoltare la sua voce.

+ + + +

Mi schiarì la gola e decisi di chiarire ogni suo dubbio.

"Sei all'ospedale. Hai avuto un incidente con la macchina e--e sei stato in coma per più di due settimane"

Lui battè lentamente le ciglia, rielaborando le mie parole e cercando di capire cosa gli fosse successo prima di finire lì.

Con molta lentezza lo vidi poi allungare una mano verso di me. Io ero immobile e osservavo come incantato i suoi movimenti.

Non riuscivo ancora a credere che lui fosse sveglio. Era vivo, e mi stava parlando!

La sua mano si sollevò fino alla mia guancia e le sue dita delicatamente mi asciugarono le lacrime che non sapevo neanche di stare versando.

"Due settimane?" le sue labbra si alzarono in un pigro sorriso sghembo "Ed io che pensavo di star facendo un pisolino nei sedili posteriori della macchina"

"Mi hai fatto preoccupare così tanto, stupido idiota," grugnì, coprendomi il viso con una mano "Non hai la minima idea di quello che ho passato. Tu-- tu fai sempre cose stupide e non te ne rendi conto fino a quando non succede qualcosa di catastrofico e-- e poi te ne esci con queste battutine! Come--" tirai su con il naso e mi asciugai la guancia "Come diavolo fai ad essere così incosciente?" finì con un sussurro.

Continuavo a guardare dappertutto tranne che lui, con la costante paura di incontrare i suoi occhi pieni di rabbia per ciò che aveva causato quell'incidente. Per chi lo avevo causato.

"Ho davvero creduto di perderti" confessò lui di punto in bianco.

Cercai di ignorare i battiti del cuore che avevano preso a battere furiosamente.

Deglutì e lentamente mi voltai ad osservarlo. Lui mi stava già guardando e-- con mia grande sorpresa-- nel suo sguardo c'era tutto fuorchè rabbia.

"C-cosa?"

"Pensavo che non ti avrei mai più rivisto. Credevo che era finita, che me ne sarei andato senza neanche poter sistemare le cose tra di noi," si inumidì le labbra e prese a guardarsi le mani sul grembo "Avevo tanto paura, Harry. Ma non di...di morire. Avevo paura di perdere te"

Gli fermai le mani che si stavano muovendo nervosamente sul bianco lenzuolo e gliele afferrai, stringendogliele leggermente.

"Lo sai cosa mi è apparso in mente prima dell'incidente?" continuò con un lieve sorriso.

Scossi la testa in segno di negazione e mi morsi il labbro in attesa. Non ero sicuro di essere davvero pronto a scoprirlo.

"Ho pensato a quella volta in cui ti ho accompagnato a casa mia. Zayn era andato a comprare delle birre ed io e te siamo restati soli in cucina. Continuavo a comportarmi come un bambino, mostrandomi cocciuto e irritante, e tu nonostante tutto restavi lì a sorridermi come se fossi la cosa più interessante del mondo. E giuro, non riuscivo a capirti. Com'era possibile che fossi così disponibile e attento verso me, verso uno sconosciuto?" sbuffò una risata e scosse la testa. Il suo sguardo si soffermò poi sulle nostre mani intrecciate e un timido rossore fece la sua comparsa sul suo viso "E poi non ce l'ho fatta più e ti ho urlato contro di andartene e tu con tutta la calma del mondo mi hai chiesto 'perché mi tratti così?' ed io una risposta non ce l'avevo. Con te mi ritrovo sempre senza parole" lo guardai intensamente e lui fece lo stesso. Poi, imbarazzato distolse lo sguardo di fronte a sè "Ma credo di averlo capito, adesso"

The Barman ➼ Larry FanfictionWhere stories live. Discover now