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Zayn, Liam ed io eravamo riusciti a convincere i dottori a restare con Louis anche la notte-- assicurando alle infermiere un lettino in meno da tenere d'occhio-- ed essere sicuri che quando si sarebbe svegliato ci fosse qualcuno con lui.

Perché sì, si sarebbe risvegliato.

Loro, nonostante fossero un pò titubanti, dopo un pò si convinsero che non potesse essere una così cattiva idea e acconsentirono.

Decisi che sarei stato io il primo a passare la notte con lui. A dire la verità non mi sarei mai immaginato di passare proprio così la nostra prima notte insieme, in un freddo e sterile ospedale. Ma a quanto pare il fato aveva pensato ad un destino differente per noi.

Mi misi comodo sulla sedia accanto al letto, tenendomi sveglio con un caffè ristretto preso in una delle macchinette dell'ospedale. La notte si prospettava lunga, ma le mie speranze non sarebbero morte così presto.

Louis era forte, poteva farcela. Gli serviva soltanto uno stimolo a uscire fuori da quella situazione. Non avevo dubbi che lo avrebbe trovato. Era solo questione di tempo e di pazienza.

Guardai distrattamente il profilo del suo viso per quelle che sembrarono ore. Tutto quello sembrava così surreale, a stento riuscivo tutt'ora a crederci.

Forse quello ero uno scherzo di Louis. Tipico.

Forse si sarebbe svegliato nel bel mezzo della notte e avrebbe urlato un 'ah, te l'ho fatta! Dovevi vedere la tua faccia!' ed io lo avrei rimproverato, poi lo avrei picchiato e infine lo avrei baciato.

Forse da qualche parte della stanza c'era una piccola telecamera che riprendeva tutto e che poi sarebbe stata usata contro di me ogniqualvolta Louis voleva mostrarmi quanto fossi patetico.

Mi guardai intorno con un cipiglio in fronte per poi scuotere la testa, dandomi dell'idiota per l'assurdità dei miei pensieri.

Tornai ad osservare Louis.

Da sempre il bianco gli era stato bene addosso, dandogli quel tocco di luce e vitalità. Ma adesso, con quel camice e il viso pallido, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che sembrava tutto fuorché vivo.

Rabbrividì per i miei stupidi e dolorosi pensieri e lanciai un'occhiata alla macchina che segnava i battiti cardiaci, trovandola perfettamente funzionante. Sospirai sollevato.

Mi alzai per stiracchiarmi le gambe e mi diressi verso la finestra, non lontana dal letto. L'oscurità era diventata la protagonista della notte, la Luna l'unica a riuscire a spazzare via il buio e lasciar spazio alla luce, facendosi strada tra le alte montagne, il fitto bosco e le pericolose strade inglesi.

Per qualche strana ragione, quel paesaggio mi fece pensare alla madre di Louis.

Poche ore prima la donna era arrivata in ospedale in cerca di qualche spiegazione e conforto. Non avevo mai visto una persona così distrutta in vita mia come lei quando aveva osservato Louis sul quel lettino. Le emozioni erano tante, i rammarichi ancora di più, lo si leggeva chiaramente nel suo viso.

Tuttavia lei non si scoraggiò. Continuò a sperare, a pregare, che suo figlio si riprendesse. Diceva che quello era un segno del destino ma che la sua vita non poteva finire lì, Dio aveva altri progetti per la sua vita.

Così come la Luna cercava di trovare lo spiraglio di luce nel fitto bosco, alleggerendo un pò di più i nostri cuori pesanti e le nostre menti pessimiste, così lei cercava di trovare il lato positivo in tutto quello.

Era una donna molto saggia e ottimista.

Di certo Louis aveva preso tutto dal padre.

Ad interrompere le mie riflessioni fu la porta della stanza aprirsi di scatto e un'esclamazione di stupore.

The Barman ➼ Larry FanfictionWhere stories live. Discover now