Chapter 29

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leggere con la canzone 🔝

[GENNARO]

Ma che cazzo di problemi ha?NON L'AVEVA VISTA!》gli urlai contro.

Ho detto che mi dispiace ragazzino, non l'avevo vista, è spuntata da dietro l'angolo e non ho frenato..

CHIAMI IL 118 SUBITO!》

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L'ambulanza seguita dalla polizia non tardarono ad arrivare, e ora l'uomo è in tribunale con i genitori di Amy.

Dio santo giuro che se ne esce vivo non lo rimarrà ancora per molto!
Appena lo trovo lo uccido giuro.

Ma adesso l'importante è stare qui con Amy, al suo fianco, in questa squallida stanza d'ospedale. 

Metto le mani in tasca, è qualcosa sfiora le mie dita, qualcosa di tagliente, carta.

La lettera che mi ha lanciato lei prima di correre verso la strada ed andarsene.
Apro la busta, scritta ad inchiostro rosso su carta bianca.
E comincio a leggere.

Inchiostro rosso su carta bianca.
Tu sei l'inchiostro, io la carta.
Hai dato colore ad una parte della mia vita.

Comincia così, e già ho paura di continuare.

Non sono mai stata così.
Ho sempre lasciato perdere.
Ho sempre pensato che non fosse importante.
È la prima volta che lotto per qualcosa.
Sei tu la prima cosa per cui lotto.
Per cui vale la pena rischiare.
Per cui vale la pena soffrire.
Solo tu sei riuscito a cambiarmi.
Prima non ero così e basta, prima la parola 'accontentarsi' , esisteva nel mio vocabolario.
Da quando ti ho conosciuto invece no. Come fai a fermarti dopo aver dato un morso ad una fetta di torta? Come fai a guardare chi ti fa battere il cuore con la consapevolezza che non lo potrai mai avere?
Il mio mondo mi andava bene così com'era Gennaro, così com'era. Il mio mondo di domande, di silenzi, di storie inventate e di disegni a metà. Il mio mondo di viaggi, di sogni di due, di sabbia negli occhi e sale sulle labbra. Il mio mondo di sorrisi, occhi grandi, occhi stanchi, occhi persi, occhi che guardavano i tuoi. Un mondo pieno di giallo e saliva alla vaniglia. Che andava bene così. Che non serviva nient'altro.
Ma poi sei arrivato tu che mi hai sconvolto tutto, tutto il mio piccolo mondo in mille pezzettini sparsi dappertutto che aspettavano solamente di essere riassemblarli da te, Gennaro Raia.
L'ho sempre ripetuto a me stessa.
Che io e te siamo solo stati una poesia scritta bene ma letta male.
Che alla fine il punto debole di una persona è proprio un'altra persona.
E il mio punto debole, Gennaro Raia, eri solamente tu.
Io litigo solo con chi voglio fare pace dopo, con chi è veramente importante, con chi conta. Il resto lì mando direttamente a fanculo.
La cosa più brutta è che ho capito di amarti troppo tardi, ormai.
Ormai è troppo tardi, non possiamo più farci niente.
Non posso più farci niente.
Tanto prima o poi questo vuoto che ho dentro, il vuoto per sapere che non provi ciò che provo io per te, si rimpicciolirà, finchè non scomparirà del tutto, e tu con esso.
Pian piano credo che mi scorderò di te, molto probabilmente.
E tu farai lo stesso.
Gennaro Raia, sei stato la mia svolta, sia in bene che in male. Sopratutto in male.
Ma ti amo, e non lo posso più negare oramai. –Amy"

La gola si restringe, gli occhi mi si fanno due fessure e intanto cominciano a far fuoriuscire le lacrime.

Neanche in questo letto di ospedale puoi più farci niente, Amy.
Oramai che sei in coma non puoi più fare niente, tranne lottare.
E io intanto lotterò con te, te lo giuro.
Starò qui ogni minuto, di ogni ora, di ogni giorno.
Perché anche io ti amo, e anch'io, come te, ho scoperto troppo tardi questa affermazione. 》

Appoggai la lettera sul comodino di fianco al suo lettino d'ospedale e le lasciai un leggero bacio sulla fronte.

Finché lotterai, io ti sarò vicino, perché ti amo》e detto questo mi accomodai, nel maggior modo possibile, sulla scomoda poltrona grigia di fianco alla finestra.

Almeno credo fosse grigia.
Io la vedevo così.

Un po' come lo era adesso il mio mondo, grigio.
Il colore era lei, o almeno lo era stato fino a quel punto.

fall » g.b.Where stories live. Discover now