Chapter 23

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[AMY]

Ritorno verso casa dopo quasi un'ora passata a guardare le ultime stelle della sera, accompagnate ormai dal bellissimo spettacolo dell'alba crescente.
Passando per la città noto molti più particolare di quelli visti nelle due settimane precedenti, passati qui con altre centinaia di persone in giro per il paese.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse fantasma. Così, vuota, senza nessuno.

Con quei vicoli cechi dai quali soltanto gli occhi giallastri dei gatti, specialmente neri, uscire da qui buchi di scurita, riesce a vedere. Mi stringo nella felpa, rigorosamente nera, nonostante non faccia poi così tanto freddo, ora.

Mi siedo sulla panchina della gelateria Luna  e mi raffiorano in mente tutti ricordi di quando ero bambina, con mio padre, quando eravamo qui in vacanza, ci sedevamo a gambe incrociate al tavolo laggiù in fondo, all'angolo della strada.

Prendevamo sempre girato; io nocciola e pistacchio, mentre lui sempre vaniglia e cioccolato. Poiché gli anni sono finiti, e lui ha smesso di portarmi ovunque.

Mi vuole bene, ovvio, abbiamo solamente smesso di fare delle cose insieme. Anche piccole cose, come quello di parlare anche per pochi minuti da soli. Che non mi abbia mai chiesto della scuola, se mi serviva qualche aiuto, come stavo...mai.
È molto impegnato, certo. Lavoro, viaggi, amici, famiglia... Ma io faccio parte della famiglia!

Non ho mai detto che Michele Cassati sia un uomo... Che ne so... Senza amici, o povero. Dico solamente che se avesse più tempo per me, sua figlia, ne sarei più felice.

Mi alzo dalla panchina e col sedere a strisce, per i pantaloncini probabilmente troppo corti, mi in cammino verso casa.

Prendo il telefono in mano e controllo WhatsApp: mi piace guardare le foto profilo o gli stati dei miei contatti. Finisco per puntare il dito sempre su quello, alla fine. Sul profilo di Gennaro.

Lo stato è sempre lo stesso: "fallo e basta" .

Senza maiuscole, senza punteggiature, da Gennaro. Clicco sul tasto della chat, che si apre mostrandosi vuota, come sempre. È online però.
Vedo che cambia la foto profilo da quella in bianco e nero di lui con una sigaretta in bocca.

Nella nuova siamo io e lui. La foto scattata da un terzo incognito. Era febbraio, me lo ricordo. L'unica cosa che non ricordo è il giorno esatto. Io e lui, di fianco al cancello della scuola. Quando mi ero tagliata, lui è arrivato e io mi ero lasciato tra le sue braccia. A piangere.

Chi altro ha visto quella scena tanto da fare anche una foto? C'è qualcuno che si è permesso persino di farmi una foto da bracciata Gennaro in un momento di una crisi personale?

Ma ora come ora non mi interessa più di tanto. C'è qualcosa di più importante adesso. Perché ha voluto mettere una nostra foto come profilo?
Rimetto il telefono in tasca, incamminandomi, rimanendo di fianco alla ringhiera della scogliera che guarda sul mare.
A pensare a tutte le domande senza risposta della mia vita.
Ci metterò un po'.
Intanto cammino.

fall » g.b.Where stories live. Discover now