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|Passato di Sangue|

Già a dieci anni ero capace di uccidere. E questo spaventava molto alcuni della ciurma del Dott. Sutura. O così credevo io...

Era una lieta mattinata di inizio autunno, e la fresca brezza marina scompigliava i miei lunghi capelli color verde chiaro, molti degli uomini erano giù in sottocoperta, visto che era ancora molto presto. Da lontano però si vedeva il sole, ancora stanco, che si ergeva piano piano.

"Allora, stiamo per arrivare su una nuova isola, quindi vedi di comportati bene, piccola mocciosa!" il capitano era il più gentile sulla nave, lui non mi temeva... annuì e feci un bel respirone d'aria, sapeva di salsedine, sapeva di casa.

"Il mio comportamento dipende dalle azioni degli altri, lo sai bene capitano"
L'uomo annuì di rimando, era giovane, aveva vent'anni e questo lo rendeva anche molto affascinante, era slanciato, con delle spalle larghe e un bel volto, portava i capelli corti, biondi e una grande cicartice solcava imponente quasi tutto il visto, partiva da tempia e arrivava fino all'altra, facendo una perfetta parabola che passava sotto il mento.

"Ricordo ancora lo sguardo della donna che mi lasció una piccola pargoletta indifesa tra le braccia...
i grandi occhi azzuri e i dolci capelli neri adagiati sugli zigomi...voleva dirmi qualcos'altro ma morì prima di riuscirci...

Peró le prime parole che mi disse furono
-portati via la mia bambina, falla crescere forte... anche se da pirata... non farla mai piangere e amala come non ho potuto farlo io...-

A quel tempo, cioé dieci anni fa, non ero capitano di questa nave, ma ero assistente infermire del capitano, lo pregai di poterti tenere e dopo ore di suppliche mi lasció tenerti... due anni fa é morto e ha passato il comando a me, quello che sto cercando di dirti è... Non sprecare la tua vita diventando un'assassina".

"non diventeró un'assassina... So solo che vendicheró ogni morte che é stata vana, questo è il mio obbiettivo per il momento"
Si giró di scatto verso l'albero maestro e andó nella stanza del timone. Chissà perché mi parlò di mia madre proprio in quel momento...
Attraccammo nella parte più a nord dell'isola, un po' di uomini andarono a fare compere personali, altri rifornimento. invece io, il capitano e Daichi, il sottoposto del capitano andammo in una locanda per dissetarci la gola.

Quando entrai le due spade attacate alla fascia verde -unico piccolo cimelio della mia famiglia- che portavo ai fianchi sbattachiarono un po' , attirando l'attenzione sulla mia bassa statura e sul fatto che ero una donna, o meglio una femmina (perché a 10 anni non potevo ancora essere definita donna, soprattutto col capitano che mi chiamava Mocciosa).

noi ci accomodammo un po' in disparte, la donna dietro al bancone prese due boccali di vino per il capitano e il suo compare e un bicchiere di succo per me.
"Donna! Portami altro vino!"
La ragazza si mosse con velocità, si leggeva la paura sul suo viso.
Era terrorizata da tutti, tutti eccetto me, infatti le chiesi se volesse una mano con il lavoro da cameriera, tanto il tempo di permanenza su quell'isola non era ancora sicuro, poi all'alba del quarto giorno il capitano decise che era l'ora di navigare per una nuova isola del mare orientale.

Come i giorni precedenti dopo essermi lavata, andai giù e incontrai Asumi (la ragazza della locanda) "Ehi Midori-chan! Sono arrivati altri priati ti va di servirli?"
Feci si con la testa e dopo essermi messa il grambiule blu zaffiro della locanda andai dai signori " Volete tutti una pinta di vino? O desiderate qualcos'altro?"
L'uomo, che sembrava il capitano, mi squadró dall'altro e osservó ogni minimo particolare, fino ad arrivare alle due spade "Ehi marmocchia e quelle due spade? Che cosa ci fai? Tagli il salame?" Esclamò facendo un ghigno a dir poco sgradevole, (riuscivo a distinguere i denti d'oro da quelli veri e da quelli che mancano) poi sfoderò la sua sciabola, volendo quasi sfidarmi. Tutti i suoi compari risero, solo qualcuno che già nei giorni precedenti era presente alle mie "dimostrazioni" non emise alcun suono "sai vecchiaccio, queste due katane le uso per tagliare a fette i tipi come te. E ora muoviti a dirmi che cosa vuoi che ti porti!"
Finse un sorriso (ancora più sgradevole del gigno di prima), e chiese una bottiglia del miglior vino e una bisteccha, tornai dietro al bancone e mi diressi verso la cucina
"Asumi, porta a quei pirati il tuo miglior vino, io faccio la bistecca"
Andai diretta in cucina e poi sentii la risposta "certo, vado a prenderlo in cantina" misi sul fuoco la bistecca, pochi minuti e fu pronta, l'appoggiai su un piatto e uscii dalla cucina, Asumi versando distrattamente il vino nel bicchiere ne fece cadere un po' sui pantaloni del pirata
"oh sono desolata, mi scusi signore... Io ero distratta"
Lui fece un ghigno e alzó le mani
come in segno di arresa
"non si preoccupi...- avevo già capito le sue intenzioni - non è la prima a morire per colpa di una distrazione" con la sciabola mostrata in precedenza fece un solo movimento lineare, e aprì una grave ferita sulla pancia di Asumi.
Non feci in tempo a bloccarlo. Sentivo la rabbia che scorreva nel sangue.
"Asumi resisti!"
La presi e l'appoagiai al muro, poi con rabbia mi girai a guardare il pirata.
"non puoi permetterti di uccidere senza un valido motivo le persone!"
Feci un singolo passo avanti e mi preparai subito con la mossa che tenevo di solito a fine scontro
"invisible cutting"
Nessuno notò che presi le mie spade e che lacerai la carne del loro capitano, videro solo me che senza alcuna espressione corsi fuori dalla locanda, a chiamare il mio Capitano.
Infondo non potevano fare più niente per il loro, appena misi un piede fuori senti il soave rumore della pelle lacerarsi e del sangue che schizzava sul pavimento.
Andai di corsa sulla nave e appena vidi il Dottore, lo afferai per un braccio constringendolo a seguirmi
"un pirata ha ferito Asumi... gli ho già ricambiato moneta"
Probabilmente imprecó sotto voce perché lo vidi indurirsi di volto, arrivati davanti alla locanda, i suoi uomini tenevano in ostaggio Asumi, ero stata stupida a lasciarla lì "Luridi, lasciate stare Asumi! O vi ammazzo tutti!"
Il Dottore mi bloccó da una spalla e mi diede uno sguardo molto severo, non dovevo uccidere nessuno. Risposi con uno sguardo di disaprovazione, ma gli ordini erano ordini...
" two rotating blades "
Presi le spade e inziai a farle roteare passando in mezzo agli uomini gli recai solo ferite poco gravi ma abbastanza per far perdere i sensi ad ognuno.
"Midori, la cosa che mi sorprenderà sempre, più di tutte, é che neanche una goccia di sangue ti osa sfiorare "
Corsi a prendere Asumi,
"Muoviti! Usa il tuo potere per guarirla!"
Il capitano passó la mano sulla grave ferita della ragazza, e come per magia la ferita si chiuse con dei perfetti punti di sutura, dopo il Dottore fasció tutto.
accomagnai Asumi nella sua stanza e il capitano mi disse una cosa molto bella
"non ci posso credere! Hai tolto di mezzo Yato! Ha una bella taglia! Di 10.000.000. Berry!" Saltellai sul posto e dissi euforica
"quando riscatteremo la taglia offriró a tutti buon vino e buona carne!" sentii un brutto rumore di metallo, io e Ame (il Capitano) ci guardammo, presi la katana che usavo con la sinistra, cioé la mia Buredo aki (Lama d'autunno)
Piano piano la sguainai, e appena tirata tutta fuori, la lama si crepó e cadde in mille pezzi. Mi misi in ginocchio e raggruppai ogni pezzettino della lama, mentre grandi lacrimoni solcavano le mie gote rosse di rabbia.
Persi i sensi dopo aver sentito un forte dolore al fianco.
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Gemelli  || One Piece FanfictionWhere stories live. Discover now