27. Giocando allo stesso gioco.

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-La tua vita è una merda, tu sei una merda.- Osservai il volto neutrale di Ashton guardare mio padre.

-Ti ho avvertito, tocca di nuovo Mickie o me e vado dritto dalla polizia, non voglio più avere a che fare con le tue pazzie, mai più papà.- Battibeccò con disgusto la parola "papà".

-E voi andrete in un centro per minori, e questo che vuoi, piccolo Ash?- Pronunciò mio padre con ribrezzo in ognuno delle sue parole. -O che vi mandino in una famiglia adottiva? Vuoi questo per il tuo futuro? Vuoi questo per Mickie?- Ashton non parlò, quelle poche e semplici frasi di mio padre lo avevano indebolito. -Come pensavo. Mi hai preso di buon umore perché mi sono appena svegliato, ma prova ancora a dire cose come queste un'altra volta e non ne uscirai indenne, va bene?- Ashton continuò a non parlare puntando gli occhi fissi sul pavimento. -Va bene?

-Va bene.- Mormorò Ashton mentre mio padre lasciò la stanza senza accorgersi di me.

-Ash...- Sussurrai avvicinandomi a mio fratello in piedi, nella stessa posizione di mio padre di pochi secondi fa, le quali parole lo avevano fatto reagire, gli avevano fatto capire che non aveva altra alternativa al non fare nulla e, semplicemente, pregare che l'umore di nostro padre fosse buono la maggior parte del tempo.

-Lasciami, Mickie. Vai via.- Sussurrò duro e decidendo così di ascoltarlo lasciai quella stanza e mi diressi verso la mia.

-o-

Il mio telefono iniziò a squillare e lo presi senza nemmeno guardare lo schermo, era lui, e lo sapevo.

Avevo un sesto senso per queste cose.

-Mickie...- Sussurrò, era la prima volta che mi chiamava così appena rispondevo ad una sua chiamata.

-Ciao.

-Senti, ieri sera...

-Cosa è successo ieri sera?- Feci la finta tonta.

-Della chiamata, la ragazza con la quale ho...

-Io non mi ricordo nulla, e se vuoi scusarmi, ora dovrei uscire con Brook.- Non avevo intenzione di iniziare un discorso con lui, sapendo che mi avrebbe indebolita per farmi ricadere tra le sue braccia, non volevo, non potevo fare questo a me stessa.

-Oh no, non puoi uscire con lui, devi ascoltarmi, mi d...

-Addio.- E riattaccai la chiamata sentendomi orgogliosa di averlo fatto e dimostrandolo dal sorriso che apparve sul mio volto subito dopo.

-o-

Camminavamo lungo le strade di Holmes Chapel mentre nascondevo di tanto in tanto il naso nella sciarpa avvolta attorno al mio collo.

-Sai? Dopo tutto quello che mi hai detto di Luke, mi sento usato.- Brook fece il finto offeso dalle mie parole.

-Ti senti? Lo sei.- Scherzai ricevendo una leggera spinta da parte sua. -No, sul serio, a parte gli scherzi, sei stato il primo nome che mi è venuto in mente, il mio orgoglio si stava compromettendo.- Mentii, sentendo di doverlo fare, perché non potevo ammettergli che era veramente così, che lo stavo usando perché era l'unica persona con la quale Luke mostrava un minimo di gelosia.

-Non mi preoccupo se Luke mi prenderà a calci in culo, siamo amici però non così vicini da assicurarmi che non mi sfracellerà la testa al suolo, M.

-Oh, andiamo, non ti colpirà in nessun modo.

-No? Spero solo che stai dicendo la verità, perché altrimenti utilizzerò te come scudo.

-Sei così poco uomo da utilizzare me come scudo?

-Se essere poco uomo significa far qualcosa per proteggere il proprio fisico, allora sì, sono poco uomo.- Roteai gli occhi divertita.

-Parli come se avessi un gran corpo, non sei niente di così spettacolare, Brook.- Scherzai mentendo, dal momento che il corpo di Brook era buono, davvero buono.

-Niente di così spettacolare? Potrei avere migliaia di ragazze in fila solo con un saluto, M.

-Wow, quanto sei umile.

Perché tutti i ragazzi erano così egocentrici?

Se ne esiste uno che non è così, che si presenti.

Per favore.

-o-

-Questo è così romantico, M, sono sicuro che Luke sarebbe morto di gelosia se ci avrebbe visto cenare in un fast food.- Scherzò Brook dopo aver dato un morso al suo panino di pollo. Gli lanciai una patatina per il suo commento, azione che ripeté subito dopo lui.

-Ehi, ma che gentiluomo proprio!

-Tu hai iniziato, gentildonna!- Rispose ed io lanciai di nuovo un'altra patatina fritta mentre lui afferrava una bottiglia di Ketchup.

-No, non ti azzardare!- Provai a negarglielo, ma una goccia di Ketchup cadde sulla mia camicia, così, appena io presi la bottiglia di senape iniziò la guerra, per la quale ci cacciarono, non molto gentilmente, da lì.

-o-

Tornai a casa dopo aver trascorso tutto il pomeriggio con Brook, salii in camera mia non prima però, di passare dal salone e non vedere Ashton, che a quanto pare ancora non era tornato, con chi era uscito? Voglio dire, finora, lo avevo visto solo con Brook e dal momento che con quest'ultimo non poteva essere, non ne avevo la più pallida idea.

Mi tolsi la camicetta macchiata di Ketchup reduce dalla guerra del cibo intrapresa con Brook.

Ed appena entrai in camera mia quasi congelai, guardai la mia finestra, che avevo in qualche modo fissato, aperta, mentre un ragazzo con sguardo agghiacciante mi guardava sdraiato sul letto. Luke.

Rebellion || L.H. [ Italian traslation ]Where stories live. Discover now