2. Una guardia del corpo noiosa.

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«Mi chiamo Zachary Steven Merrick, sono del Programma Protezione Testimoni e ho l'incarico di proteggerti fino a quando la gang non sarà in carcere.» si presenta lui porgendomi la mano, ma io la ignoro, ancora dubbiosa. Lo osservo bene in faccia e mi accorgo che avrà solo qualche anno in più di me.
Possibile che reclutino soldati con a malapena venticinque anni?

«Ah sì e da dove sei entrato scusa?» domando sospettosa.
Lui alza le spalle: «La porta era aperta...»
Ed ecco che mio padre e la sua sbadataggine colpiscono ancora, gente. Prima dice che non posso uscire perché è pericoloso e poi lascia la porta aperta, come se nessun sicario pensi di entrare semplicemente dall'ingresso...
Per evitare figure di merda, rimango sicura delle mie idee.
«Certo, perché io tengo la porta di casa aperta, vero? Dopo tutto quello che è successo? No, sono certa che era chiusa. Non mi fido di te, Qualsiasi Sia Il Tuo Nome.» va bene, non l'ho dimenticato: me l'ha appena detto, è ovvio che me lo ricordo, ma preferisco fare finta di non avergli dato importanza.
Lui alza le sopracciglia, incrociando le braccia al petto.
Dio, quanto è sexy.
Aspetta, Calamity, lui potrebbe essere un sicario o un mafioso venuto fin qui ad ucciderti, non dimenticarlo. mi metto in guardia da sola, anche se qualcosa in quegli occhi verdi mi trasmette sicurezza.
«Seriamente non ti ricordi già più come mi chiamo? Signorina Smoke, è meglio che il mio nome lo impari subito, ti servirà in futuro.»
Fermi.
Signorina Smoke? Ma stiamo scherzando? Questo avrà si e no tre anni in più di me e mi chiama signorina Smoke? No, ma qui stiamo delirando.
Mi decido ad abbassare il coltello da cucina.
«Senti... Ehm... Zack... Ti dà fastidio se ti chiamo Zack?» Calamity che cazzo stai facendo? Non familiarizzare con il nemico, si è intrufolato in casa tua! «Non è che io non ti creda...» in realtà non mi fido affatto. «...però avrei bisogno di prove concrete che tu sia chi dici di essere. Per quanto ne so potresti essere uno mandato per uccidermi, oppure un giornalista che vuole fare un articolo su come passo la mia vita fuori dai tribunali...»
Zack mi guarda e fa una cosa che mai mi sarei aspettata da uno che lavora nel Programma Protezione Testimoni: si mette a ridere.
Sì, avete capito bene.
STA RIDENDO.
Cosa ci sia di così divertente, però, lo sa solo lui.
«Oh signorina Smoke, la sua ingenuità mi lascia senza parole.» dice, prima di farmi vedere un tesserino del Programma Protezione Testimoni con su una sua foto. «Non crede che non saremmo stati molto a parlare se il mio scopo fosse stato quello di ucciderla?» mi chiede.
Basta, mi sta già sui coglioni.
«Senti, Coso, piantala di chiamarmi signorina Smoke: ho qualche anno in meno di te, quindi dammi del tu. Grazie. A proposito, quanti anni hai?» sono curiosa, è il mio più grande difetto.
«Non sono tenuto a darle... Ehm... Darti questa informazione.»
«Uooh, abbiamo una guardia del corpo che fa il misterioso qui...» lo guardo di sottecchi, cercando di intravedere un mezzo sorriso sul suo viso, ma Zack sembra essersi fatto serio tutt'ad un tratto.
«Davvero, Calamity, io sarò qui solo a proteggerti. Non posso avere nessuna relazione con te.»
Scoppio a ridere: «Tranquillo, non stavo mica flirtando con te. Tanto per cominciare non sei per niente il mio tipo e poi il mio ultimo ragazzo ha ucciso una persona, ricordi?» silenzio. «Beh, hai fatto colazione?» chiedo cercando di fare la gentile.
«Sono a posto, grazie.»
Mi risiedo al tavolo in cucina, con Zack in piedi dietro di me.
«Ehi, Maverick...»
«Merrick.» mi corregge.
«Come vuoi... Merrick, mi metti ansia lì dietro. Siediti qui con me almeno.» dico. Lui esegue i miei ordini. «Allora, spiegami come funziona: io vivo la mia vita da ragazza sola e senza amici e tu mi segui in qualsiasi posto vada?»
Annuisce: «Esatto. Il mio compito è quello di proteggerti.»
«E se devo andare in bagno?»
«Rimango fuori dalla porta.»
«Bene, in caso di privacy so dove andare. A proposito: per dormire vai a casa, vero?»
Scuote la testa: «Non ci penso neanche. La notte è uno dei momenti più pericolosi della giornata. Dormirò nella tua stanza, da qualche parte in un angolo.»
«Va bene... In poche parole vivrai con me 24 ore su 24?»
«Sì.»
«Spero che almeno ti piacciano le serie TV.»
Mi lancia un'occhiataccia, ma io lo ignoro, tornando ai miei cereali.

«Rimango qui fuori dalla porta, se succede qualcosa urla e io entro.» mi dice Zack apprensivo.
«Per favore, Zack, devo solo fare pipì. Ci vogliono due minuti. Non ci sarà nessun sicario ad uccidermi, tranquillo.»
Lui mi ignora, come ha fatto per il resto della mattinata e si mette con le spalle al muro di fianco alla porta.
Stare a casa con lui è come essere da soli, ma con un'ombra che ti segue ovunque tu vada. Quando avevo chiesto una guardia del corpo sexy intendevo anche caratterialmente, oltre che fisicamente.
«Zack ti prego vieni qui!» urlo dal bagno.
Il ragazzo da una spallata alla porta e mi guarda allarmato: «Che succede?»
Indico la luce sul soffitto: «C'è una cimice.»
Lui sbuffa: «Tu hai una gang mafiosa che ti sta cercando e ti metti ad urlare per una cimice
«Si dà il caso che io sia terrorizzata da quegli schifosi insetti verdi, capito? Perciò fai il tuo dovere, proteggimi e mandala via.»
Il ragazzo sospira, prende la cimice con una mano, apre la finestra del bagno e la butta fuori. «Contenta?» domanda seccato.
Sorrido: «Sì, grazie mille.»
Mi avvio verso la sala e accendo la TV.
«Mio caro Zack, rifatti gli occhi: stai per guardare Hunger Games.» affermo sdraiandomi sul divano e premendo play.
Guardiamo il film in silenzio, poi mi volto a guardarlo: «Ti andrebbe di fare i pop corn?»
«Sono la tua guardia del corpo, non il tuo schiavetto.» afferma.
«Mamma mia quanto sei noioso...» metto in pausa, proprio mentre Peeta sta chiedendo a Katniss di restare assieme a lui e di non andare a prendere la medicina per salvarlo perché potrebbe morire nel tragitto, e torno in cucina. Mi sto preparando lo spuntino, quando Zack sente qualcosa in sala. Estrae la pistola dai jeans.
Aspettate, perché non l'avevo notata? Ah, già, è perché guardavo qualcos'altro al posto delle tasche laterali... E se ve lo state chiedendo: sì, sembra ben dotato il ragazzo, ma potrebbe essere tutta un'illusione creata dalla lampo.
Lo seguo e subito scoppio a ridere: «Zack, ti presento Sam, il mio gatto che entra ed esce da casa mia come gli pare a differenza della sua padrona.»
Prendo in braccio il micio, affondando il viso nel pelo morbido.
«Non ci trovo nulla da ridere, mi ero spaventato per te.» mi rimprovera prima di starnutire.
«Non dirmi che sei allergico si gatti eh. Io non ho intenzione di rinunciare al mio bambino per te.»
«Tranquilla, mi era finito un pelucco nella narice.» ribatte scontroso strofinandosi il naso.
Mi risistemo sul divano, lasciando i pop corn in cucina senza averli neanche assaggiati e tenendomi Sam sulle gambe. Zack si è seduto di fianco a me, ha un braccio disteso sulla testiera del divano, come se volesse metterlo intorno alle mie spalle.
Ad un certo punto allunga la mano verso la testolina di Sam e gli fa una carezza. Il mio gatto fa le fusa e non posso fare a meno di sorriderne.
Forse un giorno riuscirò a farlo aprire di più con me, dopotutto sembra che passeremo molto tempo insieme...

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