33.

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Liam pagò 115 sterline per convincere il tassista ad accompagnarlo fin lì e sfrecciò via appena il ragazzo mise piede sull'asfalto.
Imprecò in silenzio e si guardò intorno, cercando la casa descritta da Harry nel messaggio.
Attraversò un ponte e poi la vide, in fondo al viale. Sorrise vittorioso e quasi corse alla meta, bloccandosi quando si accorse dell'auto lì parcheggiata.
Passò una mano sui finestrini appannati e vi sbirciò attraverso, vide il suo amico indifeso sul sediolino della vettura, le braccia a stringersi come a volersi proteggere.
Liam provò ad aprire la porta ma si rivelò chiusa. Battè quindi sul finestrino fin quando Harry non si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno. Fece segno al più grande di entrare dalla parte del passeggero.

<<Si congela, porca puttana>> fu la prima cosa che Liam disse, sfregando le mani gelate tra di loro.
<<Non era necessario che venissi>> rispose come un automa Harry, guardando un punto nel vuoto.
Liam in tutta risposta gli alzò il mento costringendolo a guardarsi nello specchietto. Il riccio distolse lo sguardo da quella macabra visione e, finalmente, guardò l'amico che disse:
<<Immaginavo stessi male, ma non fino a questo punto. Raccontami tutto.>>
<<Non c'è niente da raccontare Liam! Niente! Mio padre non è più mio padre; non corre più, non balla più quelle sue stupide canzoni.. non cammina. E non può guardarmi, non può vedere quanto sia cresciuto e come sia diventato. E tutto questo fa schifo, non so come e quando sia successo. Non ce la faccio, non voglio farcela. Non dopo tutto quello che c'è già stato, dopo tutti i cambiamenti che abbiamo subito e le sofferenze che ha, abbiamo, avuto.
Odio tutti, non capisco perché a lui. Cosa ha fatto? Perché Dio lo ha ridotto in questo stato? Su milardi di orribili persone al mondo proprio mio padre, l'uomo più umile, buono e coraggioso dell'universo>> disse, ma stavolta senza piangere.
<< Sono arrabbiato, cazzo! Sono infuriato e non posso fare niente. Mio padre ha bisogno di me e io non riesco a stargli vicino, non riesco a guardarlo. Faccio schifo come figlio, nessuno peggio di me..>>
Liam non riuscì ad ascoltare una sola sillaba in più e fermò Harry.
<<Harold, non resterò qui ad assistere al tuo suicidio psicologico. Ora, porta il culo fuori da questa macchina, ti fai una doccia calda e parli con tuo padre. È normale che tu sia arrabbiato, è una cosa ingiusta, lo so. Ma non puoi farci niente, come niente può farci tuo padre. Devi solo assimilare il tutto, e io lo farò con te. Okay?>>
Harry annuì dopo del tempo e guardò Liam.
<<Mi fido di te, Lì.>>

Sentendo l'acqua scorrere Liam decise di chiamare Louis per dargli notizie. Quel poveretto era in ansia come una madre quando il figlio esce e non risponde a nessuna chiamata.

<<Liam!? Sta bene? Lo hai trovato?>>
<<Louis..>> iniziò Liam,
<<Oddio lo hanno ammazzato! Dove sei? Vengo lì. Oddio mi sento male.>>
<<LOUIS! HARRY STA BENE>> esclamò, sorridendo per la sua reazione.
<<Sicuro? Ha chiesto di me? Perché non risponde al cellulare? C'è un altro lì? Cos' è successo? Dove diamine siete!?>>
<<Non posso dirti niente, ora. Perdona Harry se non ti risponde ma..>> sospirò <<Lo farà quando sarà pronto. Mi dispiace Louis.>>
Sentì il rumore della doccia cessare e si affrettò a terminare la chiamata, <<Buon anno Lou, ci vediamo presto. Salutami Zayn!>>
<<Ma cosa cazzo stai dicendo? Passami Harry dio san..>>
Spense il cellulare e lo ripose sul comodino, accanto a quello del riccio.

Verso le undici, finalmente, uscirono da quell'anonima camera in taverna.
Liam teneva per mano Harry, trasmettendo -come poteva- la sua forza e tutto il suo appoggio.
Attraversarono due corridoi fino ad arrivare fuori la stanza di John.
<<Resta con me>> sussurrò il piccolo, prima di entrare.
<<Sempre.>>

L'uomo, sentendo la porta aprirsi, girò con la sedia a rotelle e fece un sorriso. Harry strinse talmente forte la mano dell'amico da farlo sussultare.
<<Ciao papà>> disse, deglutendo rumorosamente.
<<Harold, dormito bene? So che fa freddo ma i riscaldamenti sono guasti, Peter è andato a chiamare un elet...>>
<<Papà!>> lo interruppe <<Sono con Liam.>>
<<Salve, John>> salutò il suddetto.
<<Oh, ciao Liam. Come stai?>> domandò, avvicinandosi a loro.
<<Bene, grazie. Un po' infreddolito ma qui a Doncaster è normale, no?>>
<<Penso di sì>> rise, <<è stato difficile arrivare qui?>>
<<Nah, con un tassista terrorizzato è stato abbastanza divertente. Soprattutto quando è corso via.>>
<<Mi sarebbe piaciuto vederlo>> rise di nuovo, pentendosene subito dopo.
Liam si voltò verso Harry ma lui era già andato via, sbattendo la porta.
<<Liam, sei qui?>>
<<Sono qui.>>
L'uomo sospirò, <<Ti ha chiamato lui?>>
<<Non proprio. Mi ha chiamato e ho capito che stava davvero male, così sono venuto.>>
<<Mi perdonerà, secondo te?>>
Liam si sentì morire. John era distrutto, lo avvertiva dalla sua voce. E dal sorriso finto che accennava alla fine di ogni frase.
<<Semmai sei tu a dover perdonare lui. Gli ci vuole del tempo, ma ce la farà. Sai com'è fatto.>>
<<Certo che lo so ma.. Non voglio rovinargli l'adolescenza, costringendolo qui con me. Non me lo perdonerei mai.>>
<<E lui non si perdonerebbe il fatto di lasciarti solo. Dovete parlare e chiarirvi>>
<<Se magari non scappasse ogni volta..>>
Liam si voltò e vide Harry rientrare, gli occhi lucidi.
<<Scusa, sono tornato>> proclamò, guardando prima Liam e poi suo padre.
<<Stai bene?>> chiese l'amico.
<< Vorrei parlare con mio padre Lì, mi aspetti qui fuori?>>
<<Certo>> rispose, accarezzandogli delicatamente il viso.

Passarono minuti, poi ore.
Liam si era appisolato in quella triste camera che doveva appartenere a Harry, stanco com'era.
Sbadigliò e poi uscì, stringendosi nella sua felpa. Arrivò fuori la camera di John e la aprì solo a metà, sentendo degli schiamazzi.
Harry stava ridendo a crepapelle, e suo padre con lui.
Era bello vederli così, come se nulla fosse successo. Come se tutto fosse normale.
Avevano chiarito, o almeno così sembrava.
Liam sorrise e richiuse la porta, lasciandoli soli. Padre e figlio, com'era sempre stato.

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NON HO MAI FATTO UN CAPITOLO COSÌ LUNGO, OKAY.

fatemi sapere se vi piace, vi amo ciao.

(Sono sempre molto brava con gli angoli autrice)

All the love. xxx

Falling In Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt