19.

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Era appena scattata la mezzanotte.
Louis aveva ufficialmente diciannove anni.
Infatti, il nome "Zay" comparve sulla schermata del cellulare.
<<Ti aspettavo>> sorrise Louis.
<<Allora, quanti ne compi? Tre?>>
<<Sì, lo stesso numero dei tuoi neuroni>>
<<Lo sai che ti adoro Loulou. Domani, o meglio oggi, ci divertiremo. Ti porto in giro>>
<<Come una vecchia coppia di fidanzati? Ti prego, preferisco di no>>
<<Taci, Tomlinson! E vedi di non farmi aspettare dieci ore come al solito>>
<<È il mio compleanno, potrei farti aspettare anche una vita intera se volessi>>
<<Ma non lo farai. Su, io vado a dormire, ci vediamo domani?>>
<<Certo. Buonanotte Zay.>>
Stava per chiudere la telefonata quando sentì ancora parlare e
<<Cos'hai detto?>> chiese Louis.
<<Che ti voglio bene! Buon compleanno amico.>>

La casa silenziosa era illuminata dalla luce della televisione e dal cellulare del ragazzo che, malinconico, stringeva a sè una foto.
Una donna sorridente, i capelli lisci che le ricadevano sulle spalle, gli occhi luminosi.
Un uomo che le cingeva la vita mentre le baciava una tempia, le mani a lei intrecciate.
I suoi genitori.
Louis era, per il terzo anno consecutivo, a festeggiare il suo compleanno solo. O quasi.

Falling In Where stories live. Discover now